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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Giugno 2006
 
   
  LANCIATO CON SUCCESSO DA BAJKONUR (KAZAKISTAN) PAMELA ESPLORERÀ ANTIMATERIA E MATERIA OSCURA PER SVELARE I MISTERI DELL’UNIVERSO ALL’ESPERIMENTO COLLABORANO RICERCATORI DELL’INFN DI TRIESTE

 
   
   Trieste, 19 giugno 2005 - Nello spazio a caccia di antimateria e materia oscura: è questa la missione di Pamela, lo strumento lanciato in orbita il 15 giugno dalla base di Bajkonur, in Kazakistan. Il lancio è avvenuto alle 10 ora italiana. Pamela (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics) rimarrà nello Spazio per almeno tre anni, su un’orbita ellittica quasi polare tra 300 e 600 chilometri d’altezza, ed è frutto di una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale e Istituti di ricerca russi e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e il contributo delle agenzie spaziali e università tedesche e svedesi. Il progetto coinvolge le sezioni dell’Infn dell’Università di Roma Tor Vergata (coordinatore), Firenze, Napoli, Roma Tor Vergata, Trieste, Bari, dei Laboratori Nazionali di Frascati e altri partner internazionali. Uno dei componenti principali dell’esperimento Pamela è stato interamente progettato e realizzato nell’Area Science Park Trieste dai ricercatori della locale sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si tratta del calorimetro elettromagnetico, un rivelatore in grado di misurare con grande precisione l’energia delle particelle che lo attraversano e di separare, grazie alle sue caratteristiche uniche, le diverse componenti dell’antimateria nei raggi cosmici: antiprotoni e positroni. Questo avanzatissimo rivelatore è costituito da 22 strati di tungsteno intervallati da 44 strati di rivelatori al silicio, i cui segnali vengono letti da sofisticati dispositivi elettronici. I componenti del gruppo di ricerca che ha realizzato il calorimetro di Pamela sono Valter Bonvicini, Mirko Boezio, Emiliano Mocchiutti, Andrea Vacchi, Gianluigi Zampa e Nicola Zampa. L’antimateria e la materia oscura sono tra le questioni più controverse e affascinanti che la fisica moderna si trova ad affrontare: oggi sappiamo che l’universo è costituito soltanto per il 5% dalla materia a noi più familiare, quella fatta di protoni, neutroni ed elettroni. Si calcola invece che il 70% di ciò che esiste nel cosmo sia costituito da una sostanza invisibile e omogenea chiamata “energia oscura”. L’ultimo 25% sarebbe invece formato da materia oscura, cioè da particelle molto diverse dalla materia ordinaria, non aggregate in corpi celesti, e in parte ancora sconosciute. L’antimateria è invece rarissima nel nostro universo, ma secondo le teorie più accreditate, dopo il Big Bang si sarebbe formata in quantità uguale alla materia. Materia e antimateria si sarebbero poi quasi immediatamente annientate vicendevolmente in un lampo di energia. Da questo processo sorprendentemente “avanzò” una piccolissima percentuale di materia, la quale oggi forma le stelle, i pianeti, noi stessi e tutto ciò che conosciamo. Perché, se in origine materia e antimateria erano in quantità uguali avanzò solo un po’ della prima? Quale è la differenza fra di esse? Gettare luce su questi quesiti sarà parte delle sfide che affronterà Pamela dallo spazio. Ma in che modo? Pamela indagherà su materia oscura e antimateria studiando i raggi cosmici: particelle energetiche di diversa natura che giungono dallo spazio, fornendo importanti informazioni sulla sorgente cosmica che li ha emessi e sul cosmo in generale. In particolare, Pamela misurerà il flusso, l’energia e le caratteristiche di raggi cosmici di origine galattica, interplanetaria e solare, con una precisione mai ottenuta prima. .  
   
 

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