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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Luglio 2007
 
   
  BENEDETTA TAGLIABUE RACCONTA LA BIBLIOTECA MUNICIPALE DI PALAFOLLS, IN RICORDO DI ERIC MIRALLES

 
   
  Milano, 9 luglio 2007 - 1/La Biblioteca municipale di Palafolls, un progetto di vita Benedetta Tagliabue, anima dello studio spagnolo Embt, moglie e socia del compianto architetto catalano Eric Miralles Moya, racconta a domus il progetto della Biblioteca di Palafolls a Barcellona, inaugurata dopo 10 anni nel marzo scorso. Nel corso dei 10 anni passati tra la vincita del concorso bandito dal Comune e la sua realizzazione il progetto ha conosciuto una lenta evoluzione. Come spiega l’architetto “iniziò come un´unica grande stanza coperta da volte ’. Poi “. Le volte iniziano a complicarsi in pianta, mentre l´edificio inizia a girare su se stesso, quasi come un feto nel ventre materno”. “La Biblioteca venne presentata al concorso del Comune con una forma introversa: un modellino come un pane!” spiega la Tagliabue. “Convenimmo poi che non poteva rimanere tanto avviluppata nella sua materia: dovevamo aprirla”. “Semplicemente iniziammo a tagliare, come si taglia un pane: a fette. Ne uscì una geometria rarissima: le volte tagliate si susseguono coprendo un unico spazio. I muri si convertono in linee che conducono la gente dall´esterno verso l´interno e viceversa. Formano patii segreti dove poter portare i libri e trovare un albero sotto il quale sedersi e leggere”. Il ricordo della Biblioteca è anche il ricordo di Miralles, scomparso improvvisamente a quarantacinque anni nel 2000. “Il mondo immaginario era fondamentale per lavorare con Eric: con la condizione però di mantenerlo segreto. Ogni visitatore della Biblioteca di Palafolls manterrà il segreto sulla sensazione che sperimenterà entrando e trasformandosi. Può darsi che qualcuno non arriverà ad accorgersene, però la sua breve permanenza lì dentro lo renderà differente”. 2/ Casa das Canoas: i segreti poetici Oscar Niemeyer Stefano Casciani racconta, attraverso i ricordi di Niemeyer, la Casa das Canoas, il progetto esistenziale e abitativo insieme, che rivela alcuni segreti poetici del centenario Maestro del Modernismo. La Casa das Canoas (1953), si trova all’interno della lussureggiante foresta tropicale ai piedi del Morro do Cochrane, a 15 km da dalla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro. Il maestro non parla molto di questo progetto. Racconta Casciani: “Solo la seconda volta che lo incontro quando gli dico che vorrei visitarla, sussurra, laconico: ‘Ti faccio accompagnare da un nostro collaboratore. Vedrai: la casa è modesta, ma il posto è bello’”. “L’idea di residenza per Niemeyer, specialmente in Brasile – afferma Casciani - ha a che fare soprattutto con la sfida modernista a riportare l’esterno nell’interno, a ricreare continuità tra natura e artificio”. Parlando della Casa das Canoas Niemeyer stesso ha affermato: “La mia preoccupazione era quella di progettare questa residenza con piena libertà, adattandola ai dislivelli del terreno, senza modificarlo, facendola a curve, in modo da permettere che la vegetazione la penetrasse, senza la separazione ostensiva della linea retta”. Paolo Cazzaro propone su domus una nota critica su la Casa das Canoas: “E’ un progetto molto più difficile e ambizioso di quelli sviluppati in precedenza da Niemeyer. Sfruttando la variazione del terreno distribuisce al piano inferiore la zona notte, i bagni e lo studio in un basamento quasi cieco che sostiene la terrazza, prolungamento del total living fino al limite della foresta: paradossalmente, la casa esprime più che mai chiaramente il concetto dell’alpendre (il portico) e della veranda della casa fazendera brasiliana e soprattutto della vita che anticamente si svolgeva attorno a questi spazi”. 3/ La spirale luminosa di Ron Arad Neppure Ron Arad potrà negare che collegando i suoi progetti è possibile scorgere una certa predilezione per la spirale, per le forme che si avvolgono su se stesse, che si trasformano nel momento del loro utilizzo. La lampada Pizzakobra sembra essere l’ennesima declinazione di questo ‘gioco’ progettuale, nel quale sfida tecnologica ed emozione s’intrecciano. Il tema centrale di questo progetto è lo snodo. Snodo tra parti in metallo, funzionante senza viti, per semplice frizione: sul quale si è spesa molta dell’esperienza messa in campo da iGuzzini, l’azienda alla quale Arad ha affidato la realizzazione del progetto. L’approccio utilizzato nello sviluppo del modello si può assimilare alle tecniche di prototipizzazione rapida attualmente disponibili, applicate però al metallo. Pizzakobra è stata anche una palestra nell’uso dei Led e nella miniaturizzazione dei componenti. Pizzakobra è una ‘semplice’ spirale luminosa: che si appiattisce come una ‘pizza’ in posizione di riposo o per il trasporto e diventa ‘cobra’ nel momento in cui si mette in funzione. .  
   
 

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