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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Giugno 2006
 
   
  UNIVERSITÀ LIUC DI CASTELLANZA, II CONVEGNO NAZIONALE ASSOCHANGE: SI AFFERMA IL CONCETTO DI “GOVERNO DEL CAMBIAMENTO” OLTRE 160 MANAGER, DOCENTI UNIVERSITARI, CONSULENTI E PROFESSIONISTI HANNO CONDIVISO E DISCUSSO IDEE ED ESPERIENZE SUL CHANGE MANAGEMENT NELLE ORGANIZZAZIONI DEL NOSTRO TEMPO

 
   
   Milano, 19 giugno 2006 – Si è svolto nei giorni 5/6 giugno, presso l’Università Liuc di Castellanza (Va), il Secondo Convegno Nazionale di Assochange (Associazione Italiana per il Change Management) incentrato sul tema “Il Change Management che innova”. Il Convegno è stato organizzato in collaborazione con la Liuc e con la rivista “Studi Organizzativi”. Dopo le introduzioni di Giovanni Sgalambro, presidente Assochange, Gianfranco Rebora, rettore Liuc e Salvatore Merando, tesoriere Assochange, è intervenuto Andrea Pontremoli, presidente e Ad di Ibm Italia, che ha approfondito alcuni aspetti del Change Management: "Il ciclo dell’innovazione, di per sè non breve, richiede tempo, risorse e impegno. E tra i fattori del successo, al di là degli obiettivi e dell´individazione metodologia per raggiungerli, l’intervento di persone esperte è probabilmente quello più importante". Le testimonianze di Franco Porrari (Inps), Federica Guidi (vice-presidente nazionale Confindustria Giovani), Igino Bosoni (Whirlpool), Carlo Colaiacovo (Ceo Colacem) e Giacomo Lorusso (Sas) oltre a quelle di prestigiosi accademici tra i quali Ehrard Friedberg (Università di Parigi), hanno messo in evidenza come le specificità di ogni situazione organizzativa richiedano di comprendere in profondità lo specifico contesto di intervento. Per essere efficace, la gestione del cambiamento dovrà essere contestualizzata infatti nel singolo scenario e dovrà misurarsi con una quantità variegata di approcci, che vanno dai cambiamenti imposti dall´alto ai cambiamenti veicolati tra pari. “Il Convegno ha consentito un proficuo confronto tra relatori e partecipanti”, ha detto Giovanni Sgalambro, “e le diverse angolature di osservazione hanno permesso di focalizzare punti comuni. In sintonia con l’ampia definizione di Change Management propria di Assochange, che parla di Governo del Cambiamento, si sta cominciando ad affermare la comprensione che il Change Management va oltre la gestione di un cambiamento intrapreso, ma include anche la Progettazione di una evoluzione affrontabile con successo in uno scenario in costante modificazione e la creazione di una Cultura motivata e protesa verso l’innovazione sia all’interno dell’impresa che nelle relazioni di territorio, tra imprese, filiere, Istituzioni, Associazioni e Università”. “Inoltre si è acquisita la consapevolezza”, ha proseguito Giovanni Sgalambro, “che la gestione del cambiamento è una responsabilità dei Ceo e di chi guida il business, alla quale l´esperto di Change Management partecipa, in qualità di agente del cambiamento, apportando le competenze necessarie per affrontare tale trasformazione. Infine, si è condiviso che il Change Management non è un´attività meccanicistica di project management, ma deve confrontarsi e integrare diversi fattori, tra i quali la componente emozionale dell´individuo che gioca un ruolo decisivo. ”. “È importante che i massimi responsabili delle imprese e delle pubbliche amministrazioni”, ha aggiunto Gianfranco Rebora, “affrontino l’impegno del cambiamento organizzativo con un salto di qualità che implica una visione più ampia, un proprio più diretto coinvolgimento e la diffusione di professionalità adeguate e di skills di comportamento , non solo tecnologico”. “Il Convegno ha rafforzato la convinzione dell’importanza nel panorama italiano di un’associazione altamente innovativa come Assochange”, ha concluso Salvatore Merando, “in quanto la trasversalità professionale, la focalizzazione su aziende e pubblica amministrazione e il desiderio di perseguire un’integrazione con il mondo della ricerca, le università e le Management School costituiscono un significativo valore aggiunto non solo per la comunità di interessi di Aziende ed Enti oggi associate (circa 70), ma può diventare un volano per l’intero sistema paese”. .  
   
 

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