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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Luglio 2007
 
   
  FARMACI DA BANCO? SICURI, VELOCI, EFFICACI. PIACCIONO AGLI ITALIANI L´AUTOMEDICAZIONE SODDISFA GLI ITALIANI: LO RIVELA L´INDAGINE DEL CENSIS, CONDOTTA PER CONTO DI ANIFA, CHE ANALIZZA LE DETERMINANTI DELLA SCELTA E DELL´UTILIZZO DEL FARMACO DA BANCO

 
   
  Roma, 9 luglio 2007 – Più del 64% degli italiani ritiene che in caso di piccoli disturbi ci si possa curare da soli, perché “nessuno meglio di noi stessi è in grado di capire quali siano i rimedi efficaci per affrontare con facilità e sicurezza i lievi malesseri”. L’automedicazione è il modo più rapido per ottenere immediato sollievo, anche in virtù di una esperienza personale positiva: il livello di soddisfazione di chi si è curato con un farmaco Otc (cioè, da banco o di automedicazione) è infatti del 95%. La possibilità di vendere farmaci in luoghi diversi dalle farmacie è molto gradita dagli italiani e il 92% della popolazione è a conoscenza di questa opportunità. Sono questi alcuni dei risultati più significativi della ricerca condotta dal Censis per conto di Anifa, l’Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione, sul nuovo rapporto tra cittadini e farmaci da banco. Un’indagine che ha cercato di analizzare, ad un anno ormai dall’entrata in vigore della Legge Bersani, quali siano realmente oggi le determinanti nella scelta e nell’utilizzo del farmaco da banco, e se e come esse siano mutate assecondando l’incessante dibattito degli ultimi mesi sul tema delle liberalizzazioni. “Il primo dato importante che emerge dal rapporto – osserva Sergio Daniotti, presidente di Anifa – è che il farmaco non può assolutamente essere assimilato ad altri prodotti del mass-market; le persone ormai denotano atteggiamenti maturi e capacità di utilizzare con oculatezza sia le informazioni selezionate sia le esperienze effettuate, per scegliere il medicinale più adatto, apprezzandone al contempo la facilità d’uso e l’efficacia. ” Il 57,4% degli intervistati, infatti, dichiara di riutilizzare un farmaco che ha dato risultati positivi, il 55% prende solitamente quelli che conosce meglio: quasi il 36% fa riferimento ai consigli avuti, in particolare dagli esperti. Molto positivo, poi, il giudizio sull’utilizzo di tali farmaci: infatti il 95,1% degli intervistati ha dichiarato di essere rimasto soddisfatto l’ultima volta che ha usato un medicinale Otc, in particolare quasi il 93% degli intervistati esprime un giudizio positivo circa l’efficacia dei farmaci Otc, il 91,2% li ritiene di facile utilizzo, l’87,4% valuta positivamente la loro sicurezza; infine, quasi l’85% degli intervistati ne apprezza la facilità di scelta e un 53% la convenienza nel prezzo. “In questo mercato – continua Sergio Daniotti – le imprese sono chiamate ad investire nella produzione di farmaci efficaci, sicuri, a prezzi convenienti. In questo contesto, l’impresa può giocare un ruolo molto più attivo, può uscire dallo stato di sorvegliato speciale, per diventare uno dei protagonisti del Sistema Sanitario Nazionale. Industria vuol dire occupazione, creazione di valore, contributo al benessere generale e alla crescita del Sistema Paese. A questo proposito è utile ricordare come 2 farmaci senza ricetta su 3 siano prodotti in Italia, per smitizzare l’idea che il nostro sia un settore più commerciale che industriale”. “L’indagine conferma il favore degli italiani alla possibilità di vendere farmaci Otc nei supermercati - spiega Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis - Quasi il 61% degli italiani è infatti favorevole alla vendita di farmaci Otc in luoghi diversi dalle farmacie; i più favorevoli sono i laureati (68,5%), i giovani (64,3%) e gli adulti (67,3%). Però ben l’81% sostiene che i farmaci da automedicazione non devono essere venduti senza che vi sia un esperto (in particolare, un farmacista) capace di dare i consigli adeguati. Oltre il 60% degli intervistati pensa che nei luoghi diversi dalle farmacie debba essere garantita un’offerta che, in termini di tipologie di farmaci messi a disposizione, sia uguale a quella delle farmacie”. “Concretamente, poi – osserva ancora Carla Collicelli - meno del 12% degli intervistati ha acquistato farmaci in luoghi diversi dalle farmacie: l’8,8% nei supermercati, meno del 3% nelle parafarmacie e in negozi diversi. Dai dati emerge poi che per i consumatori sarebbe pienamente accettabile una evoluzione del ruolo del marchio del farmaco: oltre il 54% degli intervistati si è dichiarato favorevole all’ipotesi che, pensando ad un farmaco senza ricetta per piccoli disturbi con un marchio di cui si fida, sia opportuno consentire a tale marchio di mettere in commercio farmaci senza ricetta per curare anche altri e diversi sintomi, rispetto a quello per il quale la persona lo ha utilizzato. I favorevoli a questa ipotesi sono oltre il 59% tra i più giovani e più del 60% dei residenti nel Sud e nelle isole”. La valutazione rimane positiva per l’ipotesi relativa alla possibilità di mettere in vendita, con lo stesso marchio, farmaci con obbligo di ricetta e farmaci senza obbligo di ricetta, fermo restando le necessarie differenziazioni, quali le indicazioni terapeutiche accanto al nome, il bollino di riconoscimento per i farmaci senza ricetta. In questo caso la quota di favorevoli, pur maggioritaria, è pari al 44% degli italiani; condividono l’idea di poter trasferire la fiducia accordata inizialmente ad un singolo prodotto senza ricetta ad un altro con ricetta, utilizzando il marchio come volano, il 52,5% dei laureati e più del 54% dei giovani. Giuseppe De Rita, Presidente del Censis sottolinea come “l’automedicazione sia una pratica consolidata nei comportamenti degli italiani e del resto il rapporto soggettivo con il farmaco è un aspetto importante della responsabilità individuale nella tutela della salute; gli italiani, prosegue Giusepe De Rita, sono molto cauti nelle scelte, e se vogliono avere il farmaco da banco a disposizione anche nei supermercati, vogliono anche che sia assicurata la presenza di un esperto in grado di consigliare le persone. Quindi, una volta garantito il supporto ai cittadini, per gli italiani il monopolio della vendita del farmaco Otc da parte di un canale non può più essere considerato un valore assoluto. ” “Il parere favorevole degli italiani alla possibilità di trovare sul mercato farmaci – con o senza ricetta – per disturbi diversi con lo stesso marchio – conclude Daniotti – va letta dentro le dinamiche di modernizzazione, dove il consumatore è protagonista, perché gestisce gli strumenti della propria autonomia piuttosto che subire le strategie degli altri soggetti del mercato. E’ questa stessa voglia di maggior libertà che ci sostiene nella convinzione che sia opportuno un allargamento complessivo dell’offerta di farmaci di automedicazione e un allineamento ai principali Paesi europei. Il pubblico è maturo, consapevole, e come tale deve essere considerato ”. .  
   
 

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