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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2007
 
   
  POLITICHE SOCIALI. ASSESSORE REGIONALE VALDEGAMBERI NUOVE PROFESSIONI DEL SOCIALE NEL VENETO

 
   
  Venezia, 10 luglio 2007 - Tra il 2004 e il 2006 si stimano in più di 38 mila gli operatori sociali formati in Veneto comprensivi di figure come l’operatore sociosanitario, l’assistente familiare, il mediatore culturale, l’animatore-educatore; più di ventimila sono stati formati attraverso il canale della formazione regionale, undicimila circa con le Università venete, 7. 500 attraverso il sistema dell’istruzione secondaria. Questi dati sono contenuti nel volume “Professioni sociali. Quale futuro in Italia e in Europa”, curato dalla Cooperativa “Insieme si può” di Treviso, presentato il 5 luglio dall’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta. Erano presenti la Presidente della Cooperativa “Insieme si può” Rina Biz e il coordinatore dei direttori generali delle Aziende Ullss del Veneto Lino del Favero. “E’ importante fare il punto sulle nuove professioni sociali nel Veneto – ha detto Valdegamberi – perché, dall’assistente sociale, all’operatore sociosanitario, dal mediatore culturale all’arteterapista all’operatore di strada, sono ‘mestieri’ in aumento nel mercato del lavoro e ci fanno capire quanto e come è cambiato lo stato sociale del Veneto e quali sono le nuove esigenze di riferimento sociale, di assistenza poste in campo dall’evoluzione della società veneta”. L’assessore regionale ha ricordato anche che il Veneto investe circa 900 milioni di euro nel settore sociale “investe – ha sottolineato– non semplicisticamente spende, perché le uscite economiche nel sociale devono essere considerate come un investimento che l’istituzione regionale compie per il benessere della popolazione e di una società matura nella quale si misurano le risorse economiche ma anche quella di solidarietà e umane. Anche da questo punto di vista il Veneto ha una lunga e importante tradizione, nata all’ombra dei campanili, dell’iniziativa del privato sociale e poi diventata patrimonio del pubblico, modello sociale a livello nazionale”. . .  
   
 

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