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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2007
 
   
  CNA FIRENZE GUARDA AI “PROTAGONISTI NASCOSTI” DELL’ECONOMIA E RILANCIA IL TEMA DELLA LEADERSHIP NELLA RAPPRESENTANZA CRESCONO GLI INVESTIMENTI SULL’INNOVAZIONE.

 
   
  Firenze 10 luglio 2007 - “Protagonisti nascosti”, così il presidente di Cna Firenze Mauro Fancelli definisce nella sua relazione all’assemblea dei soci, quella moltitudine di imprenditori che rappresentano aziende medie, piccole, talvolta minuscole ma che ancora una volta, lontano dai riflettori propri della grande impresa, hanno compiuto il “miracolo economico italiano”. Imprese che hanno saputo coniugare l’innovazione e l’organizzazione con l’efficienza e lo sviluppo, rimanendo spesso radicate nei territori di origine . Questa moltitudine articolata di imprenditori che opera nei più disparati settori, dalla meccanica all’elettronica, dall’alimentare al tessile, dall’abbigliamento alle calzature con fatturati che possono variare da pochi milioni di euro fino a molte decine, sono i soggetti a cui il Paese e la nostra regione guarda e a cui Cna garantisce una sponda rappresentativa insieme a tutti gli operatori più tradizionali che ne costituiscono da sempre il corpo associativo. Cna Firenze ha scelto la cornice di villa Montalto, in cui si tiene oggi l’assemblea degli associati, per lanciare precisi messaggi al mondo dell’imprenditoria, della finanza, delle istituzioni locali oggi ampiamente rappresentate in sala: dal sindaco Leonardo Domenici al presidente della provincia Matteo Renzi, ai numerosi assessori regionali, provinciali e comunali. Attesi anche l’intervento del Prof. Enzo Rullani, docente all’Università “Cà Foscari” di Venezia e l’intervento di Gian Carlo Sangalli Segretario Generale della Cna nazionale a conclusione dei lavori. I protagonisti nascosti, non rappresentano solo le prime linee delle imprese più dinamiche che coniugano qualità, immagine, innovazione, ma comprendono anche “le piccole imprese che popolano la catena della subfornitura facendo spesso da ammortizzatori sociali alle medie e grandi aziende”, oltre a tutte quelle micro-imprese, ribadisce Fancelli, “dell’artigianato artistico che hanno reso Firenze e la provincia terra di elezione in fatto di gusto e creatività. ” Per Cna il legame di queste imprese con il territorio è quello che ha consentito a Firenze di mantenere una posizione di rilievo in ambito economico, consentendo anche la salvaguardia e la diffusione di una cultura imprenditoriale che viceversa rischia di disgregarsi sotto i colpi della globalizzazione. Il tema della rappresentanza di questo ampio, articolato e dinamico mondo di soggetti imprenditoriali è al centro delle preoccupazioni di Cna Firenze . “Un momento storico dominato da profonda incertezza – ha spiegato Fancelli – nel quale le categorie classiche di interpretazione della società appaiono del tutto inadeguate”. Una situazione che si riflette inevitabilmente anche nel mondo della rappresentanza degli interessi per cui Cna Firenze ritiene che “ l’impresa debba essere percepita al di fuori di ogni vincolo merceologico e settoriale. ” Una nuova interpretazione della rappresentanza professionale in base alla quale l’impresa è al centro degli interessi dell’associazione di categoria ma non disgiunta dalle responsabilità verso il mondo che la circonda, legata al territorio da una serie di relazioni che producono valore per entrambi. Questa interpretazione di allargamento della rappresentanza sta peraltro riscuotendo notevole successo fra gli imprenditori, come conferma lo sviluppo del numero degli associati a Cna Firenze che sta raggiungendo le 11. 000 imprese con oltre nuovi 1000 associati nel solo primo semestre del 2007. “La nostra associazione – conclude Fancelli - con spirito di servizio verso le imprese e il territorio non ritiene che esista una lotta per il primato associativo ma che la leadership si debba valutare e misurare sulla base della capacità di generare valore per l’economia e la società locale”. La relazione del presidente di Cna ha inoltre toccato alcuni punti “caldi” delle cronache di questi ultimi mesi, facendo riferimento alla crisi che oggi si sta manifestando nel mondo delle imprese edili ed in particolare ha ricordato la situazione dell’area di Campi, una delle zone più dinamiche del nostro comprensorio (“Campi non è l’ombelico del malaffare”) e all’interno della quale è necessario far ripartire al più presto possibile le attività interrotte con le ultime vicende giudiziarie e recuperare rapidamente quell’immagine, patrimonio inestimabile di ogni imprenditore piccolo o grande che sia. Tra gli altri temi affrontati nell’intervento di Fancelli: la lotta alla contraffazione che sta danneggiando molte aziende del comprensorio fiorentino; la crescita della cosiddetta economia “informale” che agisce al di fuori delle regole e spesso della legge e l’inasprimento del prelievo fiscale che sta pesantemente danneggiando le piccole imprese e della burocratizzazione per contrastare la quale Cna Firenze ha predisposto un pacchetto di misure per la semplificazione degli adempimenti formali delle aziende. Altra questione su cui l’Associazione pone attenzione è la tendenza nella nostra regione verso l’aumento delle posizioni di rendita a discapito del dinamismo imprenditoriale e dell’investimento produttivo delle risorse. Cna Firenze, a tal proposito, lancia la proposta di costituire un Osservatorio provinciale o regionale sulle rendite “che servirebbe – precisa Mauro Fancelli - anche da supporto allo sviluppo del federalismo fiscale e aiuterebbe ad orientare più efficacemente le politiche di sostegno allo sviluppo”. Nel corso dell’assemblea è stata inoltre presentata la ricerca condotta da Cna in collaborazione con il Polo Universitario di Prato su un campione di 250 aziende in provincia di Firenze sui temi della continuità e dello sviluppo dell’impresa artigiana. La ricerca mette in evidenza l’evoluzione della piccola impresa non solo per quanto concerne l’innovazione e l’espansione sui mercati internazionali ma anche in termini di struttura societari e organizzativa. Il campione analizzato evidenzia infatti una netta estensione della compagine sociale (il 34 % ha piu’ di 3 e fino a 10 soci) ed è in netto aumento la presenza di figure con competenze rilevanti fra i non soci. In sintesi la piccola impresa si sta sempre più strutturando e ingloba al proprio interno figure manageriali non identificabili direttamente con la proprietà. Un capitalismo familiare, quindi, in forte trasformazione. Inoltre siamo in presenza di imprese dinamiche, che investono nell’innovazione: L’80% ha fatto investimenti su macchinari e prodotti nell’ultimo triennio e il 25 % ha apportato cambiamenti radicali ai processi produttivi. Lo studio mette in evidenza anche l’accelerazione dei processi aggregativi fra imprese che, soprattutto nei settori della meccanica e della pelletteria, si trasformano in forme efficaci di squadra strutturata. . .  
   
 

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