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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2007
 
   
  XX MOSTRA DI CEMBRA 125 ANNI DI VINO MÜLLER THURGAU UN INCROCIO TRA RIESLING E MADELEINE ROYALE HERMANN MÜLLER E LE ORIGINI DI UN VINO

 
   
  L’analisi del Dna ha tolto molti dubbi sulla paternità di questo vitigno, dubbi che assillavano persino il professor Hermann Müller, l’ideatore dell’incrocio che gli ha dato vita (se ne conosceva la madre, non il padre). L’origine del vitigno sembra dunque data dall’incrocio tra Riesling e Madeleine Royale (e non Riesling e Sylvaner, o Riesling e Chasselas). Questo è quanto è stato confermato durante il convegno 1882-2007: 125 anni di vino, 20 di Rassegna internazionale. Müller Thurgau: origini e virtù di un vino sempre in prospettiva? sia da parte del dott. Rudolf Ries, ricercatore presso l’Istituto di Geisenheim (presso il quale Hermann Müller operò l’incrocio), sia da parte della dott. Ssa Stella Grando, responsabile dell’Unità di ricerca di Genetica molecolare dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Il tradizionale convegno tecnico organizzato dal Comitato Mostra, tenutosi presso il Palacurling, è stato ricchissimo di suggestioni. Il prof. Attilio Scienza ha ricordato il contesto viticolo della seconda metà dell’Ottocento, la comparsa di calamità viticole quali l’oidio, la filossera, la peronospora, in mezzo alle quali la viticoltura moderna muove i suoi primi passi, tenta nuovi incroci (anche sulla suggestione delle scoperte di Mendel, di Darwin). Sono gli anni in cui si comincia ad investire in formazione e ricerca, al fine di rispondere alle calamità in modo sistematico. Nascono gli istituti di ricerca di Geisenheim, di Friburgo, nasce l’Istituto Agrario di San Michele All’adige. Il dott. Ries ha ripercorso l’attività scientifica del professor Hermann Müller (che si firmava Müller-thurgau nelle pubblicazioni per distinguersi dai numerosi Müller). Ha ricordato la prima diffusione del vitigno in Germania, dopo il 1925. Il dott. Fulvio Mattivi, Responsabile del Laboratorio Qualità dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ha affrontato un’altra tematica, quella dell’innovazione apportata di recente nel campo della vinificazione in riduzione, la vinificazione in ambiente privo di ossigeno. Una scoperta trentina accolta con grande interesse anche in Francia. La parola è poi passata ai produttori. L’enologo Francesco Parolari della Cantina La Vis Valle di Cembra ha illustrato in che modo, al crescere dell’altitudine sopra i 600 metri, il Müller Thurgau guadagni maggiori note aromatiche (soprattutto note floreali e di limone). Mario Pojer ha parlato dei risultati nel campo della vinificazione in riduzione ed ha tratteggiato alcune prospettive future della viticoltura di montagna, con un progetto che lo vedrà impegnato con vigneti ad 800-900 metri, nella produzione del Solaris, una varietà recente, resistente alla peronospora (un incrocio in cui gioca un ruolo importante il Müller Thurgau). Il moderatore del convegno, il prof. Carlo Cambi, ha preso in rassegna il racconto del vino, i valori immateriali del Müller Thurgau: quelli sensoriali, storici, salubri, stilistici e situazionali, soffermandosi sugli elementi dell’immaginario. .  
   
 

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