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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Giugno 2006
 
   
  DESPERATE HOUSEWIVES? UNO STUDIO DELL´UE SCOPRE CHE LA CULTURA DEL LAVORO INDEBOLISCE LE POLITICHE FAMILIARI

 
   
   Bruxelles, 19 giugno 2006 - Uno studio finanziato dall´Ue ha evidenziato il conflitto che contrappone, da un lato, globalizzazione e intensificazione dei carichi di lavoro e, dall´altro, necessità per i genitori di dedicare tempo alla cura dei propri figli. Negli ultimi anni, sia i governi che le imprese hanno iniziato, a livelli differenti, a mettere in atto politiche intese ad aiutare i dipendenti a mantenere un "equilibrio tra lavoro e vita privata". Dette politiche possono riguardare i diritti al congedo parentale, gli accordi per la cura dei figli, l´orario di lavoro flessibile e la possibilità di lavorare a tempo parziale. Il progetto Transition, finanziato a titolo dell´azione prioritaria "Accrescere la base di conoscenze socioeconomiche", nell´ambito del Quinto programma quadro, ha analizzato il modo in cui giovani genitori di sette paesi europei gestivano i limiti che circoscrivono vita professionale e vita familiare. I genitori che hanno partecipato allo studio erano dipendenti di organizzazioni del settore sia pubblico che privato. Dallo studio è emerso che, pur esistendo politiche ufficiali a livello nazionale e aziendale, volte a fornire sostegno ai genitori, nella pratica vengono indebolite troppo spesso da culture del lavoro contrastanti e da pratiche associate all´intensificazione. La ristrutturazione e la riorganizzazione del luogo di lavoro, nonché il ridimensionamento e altre iniziative intese a rafforzare la competitività e l´efficienza, hanno comportato tendenzialmente un´intensificazione dei carichi di lavoro, secondo le esperienze dei genitori europei, sia nel settore pubblico che in quello privato. Il fenomeno dell´intensificazione è in contrasto con le politiche familiari a vali livelli. Ad esempio, se la scelta di un orario di lavoro flessibile può aiutare i genitori a combinare lavoro retribuito e vita familiare, nel contesto dell´intensificazione può rendere indistinti i confini tra lavoro e famiglia e prolungare l?orario di lavoro, andando così ad intaccare il tempo da dedicare alla famiglia. Inoltre, i pesanti carichi di lavoro derivanti dall´intensificazione rendono il lavoro flessibile praticamente impossibile per alcuni. Ad esempio, i genitori sono spesso restii a fruire dei congedi familiari perché è improbabile che, durante la loro assenza, il lavoro di loro competenza sarà seguito interamente. Un´enorme mole di lavoro rende inoltre difficile per i dirigenti gestire i congedi familiari; nell´ipotesi in cui i genitori decidano di fruire del congedo, durante la loro assenza il lavoro viene assegnato ad altri colleghi, già oberati, o semplicemente continua ad accumularsi. Una sensazione di mancanza di sicurezza sul lavoro induce i genitori ad astenersi dal richiedere il congedo parentale cui hanno diritto. In particolare, molti genitori che hanno scelto un´attività a tempo parziale ritengono che il loro impegno sul lavoro sia messo in discussione. Lo studio ha rivelato, nella pratica, che uno dei principali fattori che induce i genitori a fruire dei benefici è la presenza di dirigenti e di colleghi accomodanti. Diventare genitore rimane un "punto critico" nel cammino verso la parità fra i sessi. Anche in Norvegia e Svezia, i paesi più avanzati fra quelli oggetto dello studio, le esperienze della maternità e della paternità sono molto legate ai ruoli di genere. In Europa, la maggior parte dei padri lavora ancora a tempo pieno, tendenza rafforzata dal fatto che molti dirigenti ritengono che le politiche favorevoli alla famiglia siano formulate principalmente, o esclusivamente, per le donne. Nei rari casi in cui, per motivi pratici, è il padre ad occuparsi in via principale dei figli, mentre la madre va a lavorare, entrambi i genitori subiscono immancabilmente tensioni di identità di genere. Lo studio ha inoltre individuato alcuni gruppi di persone che attualmente non possono fruire appieno dei vantaggi derivanti dalle politiche familiari. Ad esempio, è meno probabile che gli impiegati a diretto contatto con la clientela abbiano condizioni di lavoro flessibili rispetto ad altri. Oggi, sono numerose le grandi aziende e le organizzazioni che ricorrono a personale esterno, in particolare per lavori non qualificati come le pulizie. Non essendo assunti direttamente dall´organizzazione, questi lavoratori non hanno accesso ai diritti e ai benefici che l´azienda offre al proprio personale. Nelle loro raccomandazioni, gli autori invitano i governi, i datori di lavoro, i sindacati e altri operatori ad affrontare la contraddizione fra l´intensificazione dei carichi di lavoro e le esigenze di genitori e figli. Un tale dibattito dovrebbe necessariamente riguardare questioni più ampie sugli obiettivi e sui valori europei. Da parte loro, i datori di lavoro devono mettere in atto pratiche e processi più chiari per aiutare i genitori, compresi i padri, a negoziare con successo la linea di demarcazione tra lavoro e famiglia. Entro la fine dell´anno verrà pubblicato un libro con alcuni studi di casi tratti dal progetto. Alcuni partner del progetto continueranno a collaborare su un altro progetto dell´Ue, che riguarderà la qualità della vita nelle organizzazioni e nella vita familiare in tutta l´Europa. Http://www. Workliferesearch. Org/transitions/ .  
   
 

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