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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Luglio 2007
 
   
  BREBEMI: FORMIGONI: FARO´ VALERE LE NOSTRE RAGIONI IN SENATO

 
   
   Milano, 12 luglio 2007 - "Senatores boni viri, senatus mala bestia". I senatori sono brave persone, il senato una cattiva bestia. Usa ironicamente la citazione latina, Roberto Formigoni, incontrando i giornalisti alla vigilia della sua audizione in Commissione Lavori pubblici del Senato sulle infrastrutture viabilistiche in Lombardia, in particolare la Brebemi. Il presidente della Regione Lombardia si prepara a "un confronto vero". Con la speranza di non incontrare atteggiamenti pregiudiziali, ma la disponibilità ad ascoltare e comprendere le ragioni della Regione Lombardia e dei lombardi". Dovrà convincere, questa mattina alle 8, i senatori della Commissione che il collegamento Brescia-bergamo-milano è indispensabile. E che non c´è nessun bisogno - come qualcuno ha sostenuto - di indire una nuova gara perché i costi aggiuntivi, "dovuti alle opere di mitigazione ambientale connesse alla grande infrastruttura, sono inferiori al 50%" (secondo il metodo di calcolo più sfavorevole, non raggiungono il 48%, secondo altri metodi di calcolo percentuali inferiori). "Vado - spiega Formigoni - per portare ragioni che sono a tutti evidenti e che spero lo diventino anche per i senatori. Mostrerò che del collegamento Brescia-bergamo-milano vi è assoluta necessità, tanto più se si considera la storica grave insufficienza infrastrutturale del nostro territorio. Farò presente che la Brebemi è voluta dalla grande maggioranza della popolazione, dalle imprese, dalle istituzioni. Che vi era una iniziale forte opposizione, ma che l´abbiamo completamente superata con un intenso lavoro, fino ad ottenere il consenso di tutte le province e i comuni interessati, anche modificando il tracciato e inserendo opere importanti di mitigazione ambientale". Il presidente lombardo dirà anche che Brebemi - come pure Pedemontana e Tem - sono "sistemi viabilistici" che non consistono solo dell´asta principale di grande collegamento, ma comprendono numerose riqualificazioni della viabilità cosiddetta accessoria, a beneficio delle comunità locali. Non dovranno dimenticare, i membri della Commissione senatoriale, il lungo lavoro di Regione Lombardia con i Governi nazionali, con il Cipe (che ha messo in delibera il suo consenso), con il ministero delle Infrastrutture di Di Pietro, che ha portato alla costituzione della Cal (Concessioni autostradali lombarde), "strumento innovativo che consente di accorciare i tempi e ottimizzare le procedure", alla firma della convenzione e dell´accordo con gli Enti locali. Nel dossier di Formigoni c´è infine un altro argomento forte: "L´opera è realizzata interamente in project financing, cioè lo Stato non dovrà sborsare un solo euro. E´ un modello che si sta imponendo come tra i più rilevanti in Europa e che già altre Regioni italiane chiedono di seguire". Formigoni si dice "pronto a rispondere a ogni eventuale obiezione e a dimostrare che tutto si è svolto nel pieno rispetto delle norme europee e nazionali". Altri Impegni Romani - A Roma Formigoni oggi interverrà con una relazione alla Conferenza nazionale per le Infrastrutture. Poi avrà una riunione con i Presidenti delle altre Regioni sui costi della politica, in vista di decisioni congiunte. Vedrà anche Vannino Chiti, "per parlare delle riforme che più ci stanno a cuore". A cominciare da quella federalista. "Riproporrò il tema con forza", annuncia il presidente lombardo. Ieri il Consiglio regionale, a larghissima maggioranza, ha appoggiato la sua richiesta di aprire un negoziato con il Governo per il trasferimento di maggiori competenze in 12 materie, tra cui l´ambiente e le infrastrutture. "E´ stata una giornata bella e positiva - commenta Formigoni - che mi auguro non guastata dalla dichiarazione serale del ministro Lanzillotta" (per la quale la discussione andrebbe rinviato a dopo l´attuazione del federalismo fiscale, ndr). "Il parere di Lanzillotta - si chiede Formigoni - è il parere del Governo? Se così fosse sarebbe gravissimo. Anche perché è un parere non ancorato a nessun appiglio legislativo". E torna a sollecitare Prodi: "E´ urgente che il presidente del Consiglio si pronunci". .  
   
 

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