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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Settembre 2007
 
   
  LA POLITICA MARITTIMA PRENDE UNA ROTTA AMBIENTALISTA

 
   
  Bruxelles, 3 settembre 2007 - Il Parlamento europeo chiede di ridurre le emissioni dei trasporti marittimi al fine di lottare contro i cambiamenti climatici e una politica di prevenzione dell´inquinamento dei mari. Sollecita la protezione dei cantieri europei dalla concorrenza asiatica e il miglioramento della politica costiera e portuale. Occorre poi aumentare gli investimenti infrastrutturali, promuovere una politica turistica e della pesca sostenibili e sviluppare la ricerca, la biotecnologia blu e l´energia eolica offshore. Approvando la relazione di Wilhelm Piecyk (Pse, De) con 530 voti favorevoli, 25 contrari e 6 astensioni, il Parlamento si compiace anzitutto della presentazione del Libro verde della Commissione europea e sostiene l´"approccio integrato" alla politica marittima, con il quale si descrivono per la prima volta i settori strategici marittimi come la cantieristica, la navigazione, la sicurezza marittima, il turismo, la pesca, la politica portuale, l´ambiente marino, la ricerca, l´industria, la pianificazione territoriale e altri settori, citandone la reciproca dipendenza. A suo parere, infatti, l´Ue e i suoi Stati membri hanno l´opportunità di elaborare una politica marittima orientata al futuro che consiste nella protezione dell´ambiente marino e in un intelligente e innovativo sfruttamento dei mari, pur facendo sì che la sostenibilità rimanga l’elemento cardine della politica marittima. Accogliendo un emendamento proposto da Francesco Musotto (Ppe/de, It) e Luigi Cocilovo (Alde/adle, It), inoltre, invita la Commissione a far proprie le varie raccomandazioni contenute nella sua relazione sulle isole e le limitazioni naturali ed economiche nel contesto della politica regionale. Il cambiamento climatico è la maggiore sfida della politica marittima Il Parlamento osserva «che è ormai scoccata da tempo l´ora di agire» e che alla Comunità rimangono altri 13 anni «per impedire la catastrofe climatica attraverso l´impiego di nuove tecnologie». In proposito, rileva che fra gli scenari specifici rientrano l´aumento del livello dei mari, ondate di caldo, inondazioni, tempeste, incendi boschivi e siccità a livello mondiale. Ma anche la potenziale problematica inerente ai profughi per motivi climatici e altri problemi di sicurezza internazionale risultanti da eventuali conflitti per risorse comuni. In tale contesto, i deputati ritengono che l´Ue debba assumere una posizione di guida e orientamento e sottolineano che la politica marittima europea deve svolgere un ruolo di rilievo nella lotta al cambiamento climatico. Anche perché il trasporto marittimo è responsabile del 4% circa delle emissioni globali di Co2 (pari a quasi 1. 000 milioni di tonnellate) e secondo uno studio Omi le emissioni di gas a effetto serra provocate dal traffico marittimo aumenteranno entro il 2020 di oltre il 70%. Per il Parlamento, pertanto, si tratta, in primo luogo, di ridurre drasticamente le emissioni di sostanze come la Co2 (anidride carbonica), la So2 (ossido di zolfo) e gli Nox (ossidi di azoto) provenienti dalle navi. In seguito occorre introdurre il sistema dello scambio di emissioni per il trasporto marittimo e, infine, è necessario introdurre e promuovere per il trasporto marittimo le fonti rinnovabili come l´energia eolica e solare. Prevenire l´inquinamento Nel riconoscere che le emissioni di sostanze che inquinano l´atmosfera originate dalle navi supereranno in un prossimo futuro quelle provenienti da fonti terrestri, il Parlamento chiede quindi di fissare norme per le emissioni di Nox per le navi che approdano nei porti dell´Ue, designare il Mediterraneo e l´Atlantico nord-orientale quali zone di controllo delle emissioni di zolfo e ridurre dall´1,5 allo 0,5% il tenore massimo di zolfo consentito nei carburanti delle navi passeggeri. E´ anche necessario introdurre misure fiscali quali imposte sulle emissioni di So2 e di Nox provenienti dalle navi, promuovere l´introduzione di dazi portuali e di accesso alle zone navigabili differenziati a favore delle navi con basse emissioni ed elaborare una direttiva Ue sulla qualità dei carburanti navali. Occorrono poi incentivi fiscali all´impiego di biocarburanti e maggiori sostegni alla ricerca, nonché l´intensificazione dell´uso dell´energia eolica per la propulsione delle navi. Il Parlamento ritiene che gli sforzi nella prevenzione e nella lotta contro l´inquinamento provocato da navi non debbano limitarsi all´inquinamento da petrolio, ma interessare tutti i tipi di inquinamento. Plaude al sistema operativo Cleanseanet per la sorveglianza e il rilevamento di inquinamento, che aiuterà gli Stati costieri a localizzare e individuare chi inquina e sollecita la Commissione a rafforzare tutte le misure relative alla responsabilità civile e penale in caso di incidente o inconveniente. La Commissione dovrebbe inoltre esplorare tutte le possibilità offerte dalla Corte di giustizia in campo penale, applicando nel settore marittimo, come avviene in altri, il principio "chi inquina paga". Dovrebbe anche elaborare un "passaporto verde" che dovrebbe essere conservato con i documenti di bordo ed indicare tutte le sostanze tossiche contenute a bordo della nave. Alla Commissione è poi chiesto di presentare al più presto una proposta per far sì che, nelle nuove navi, il combustibile di stiva sia contenuto in serbatoi a doppio scafo e di rafforzare la vigilanza sull´applicazione delle normative in questo campo. Occorre poi limitare a zone ben definite, soggette a sorveglianza, il trasbordo via mare di petrolio e altri carichi tossici, in modo da facilitare l´individuazione delle responsabilità in caso di scarico in mare di sostanze inquinanti. Il Parlamento, peraltro, chiede l´introduzione di un marchio di qualità europeo per le navi rispondenti ai più recenti standard di sicurezza e sociali, che assicuri un trattamento preferenziale nell´ambito dei controlli da parte dello Stato di approdo. Nel rilevare poi che gran parte dell´inquinamento dell´ambiente marino è originato da fonti terrestri - inclusi, tra l´altro, gli scoli agricoli e le emissioni industriali - sottolinea che l´Ue deve adottare misure volte a limitare e prevenire un ulteriore inquinamento, anche attraverso la nuova tecnologia Gmes. Migliorare la politica costiera europea Nel sottolineare la fondamentale importanza dei porti e il ruolo che essi svolgono come punti di snodo del commercio internazionale, motori economici e macchine occupazionali per le regioni costiere, luoghi di trasbordo della pesca e strutture essenziali per i controlli di sicurezza, i deputati chiedono una revisione della direttiva sugli impianti portuali di raccolta dei rifiuti delle navi e i residui di carico, in modo che tutte le navi che attraccano nei porti di uno Stato membro possano smaltire al 100% i propri rifiuti solidi e liquidi. Ritengono, inoltre che occorra predisporre il migliore collegamento al retroterra dei porti europei. Il Parlamento ritiene necessari «sforzi particolari» per rafforzare la sensibilizzazione in campo marittimo. Incoraggia poi le regioni marittime a investire nelle infrastrutture delle loro marine e in altre strutture correlate alla nautica da diporto, al turismo da crociera e agli sport subacquei, assicurando la protezione degli habitat, delle specie e degli ecosistemi marini in generale. Ricordando però che «esiste un limite naturale all´attività umana . Che le zone costiere possono assorbire senza un degrado ambientale grave e forse irreversibile», invita la Commissione a presentare una strategia europea sostenibile per il turismo marittimo incentrata su un approccio politico integrato. Occorre infine valorizzare il patrimonio archeologico marittimo. Chiedendo poi l´elaborazione delle misure necessarie per prevenire e gestire i rischi di danni alle zone costiere causati da catastrofi naturali, il Parlamento ritiene che la costruzione di difese costiere per garantire una protezione contro l´innalzamento del livello dei mari possa condurre a una perdita di habitat, mentre l´innalzamento stesso causa un "arretramento costiero" delle paludi salmastre e dei banchi sabbiosi e l´erosione delle dune di sabbia. Sollecitano quindi una strategia a lungo termine volta a preservare le difese costiere, garantire una protezione contro l´innalzamento del livello dei mari e ridurre al minimo la perdita di habitat. Politica integrata della pesca I deputati ritengono che l´attività di pesca debba contribuire a mantenere comunità costiere vitali. Rilevano tuttavia che la pesca dovrà essere limitata in futuro attraverso misure precauzionali che garantiscano il mantenimento di ecosistemi sani e la protezione di specie e habitat rari, vulnerabili o preziosi, e che ciò comporterà inevitabilmente maggiori livelli di protezione ambientale rispetto al passato, con una rete di zone marine protette e un sistema di gestione integrata delle zone costiere. Il Parlamento chiede poi che si compiano maggiori sforzi per porre fine «al problema deplorevole» delle catture accidentali - ritenuta «un´aberrazione che va fermata» - e dei rigetti in mare, migliorando la selettività della pesca, modificando gli attrezzi e le tecniche di pesca. Nel sottolineare la crescente importanza socioeconomica dell´acquicoltura, sollecita l´istituzione di zone chiaramente definite dove si possano raggruppare le aziende di allevamento. Ma richiama l´attenzione sul fatto che talune pratiche di acquicoltura - come la cattura in ambiente marino di novellame di determinate specie per l´ingrasso - stanno contribuendo all´esaurimento di talune specie. Promuovere la competitività dei cantieri europei Nel sottolineare che il trasporto marittimo «è una componente irrinunciabile del sistema economico mondiale», il Parlamento ritiene che l´incentivazione del trasporto marittimo come modalità di trasporto sostenibile postula anche lo sviluppo e l´ampliamento dei porti e delle zone portuali. Evidenzia poi che la politica marittima europea dovrebbe cercare di preservare e rafforzare la posizione delle industrie marittime e delle attività specializzate europee. La Commissione dovrebbe quindi sostenere, a livello dell´Omc, i cantieri navali europei che sono continuamente esposti alla concorrenza sleale praticata dai costruttori navali asiatici. Occorre inoltre promuovere maggiormente la ricerca e lo sviluppo di tecnologie più efficienti e pulite in materia marittima e portuale. Ricerca marina, energia, tecnologia e innovazione Il Parlamento invita la Commissione a presentare una strategia per una ricerca marittima europea, un miglior coordinamento e la creazione di una rete tra gli istituti europei di ricerca marina. A tal fine, sollecita l’istituzione di una "rete europea delle scienze marine" con la partecipazione di tutti i competenti istituti europei di ricerca marina e il sostegno dell´Ue. Le conoscenze acquisite andrebbero inserite e conservate in una banca dati europea sul mare messa a disposizione di tutti gli istituti di ricerca marittima. Inoltre dovrebbe essere sviluppato un Atlante marino europeo. I deputati sottolineano che l´energia eolica offshore possiede un enorme potenziale di sviluppo e può contribuire sensibilmente all´indipendenza dell´Europa dalle importazioni di energia nonché alla protezione del clima. Invitano quindi la Commissione a elaborare un piano d´azione che promuova una maggiore messa in rete e indichi le possibilità di giungere, entro il 2020, a una capacità di produzione di energia di almeno 50 Gw. Ritenendo la biotecnologia blu «una delle tecnologie più promettenti per i prossimi decenni», con numerose possibili applicazioni in campo medico, cosmetico, nell´industria alimentare e nel risanamento ambientale, il Parlamento chiede il rafforzamento delle attività di ricerca in questo settore, suggerendo agli Stati membri di sfruttare la creazione di un Fondo azzurro per gli investimenti. Il Parlamento, infine, rileva che i sedimenti del fondale oceanico contengono notevoli quantità di idrati di gas che potrebbero integrare o sostituire gli idrocarburi tradizionali. Fa quindi presente che garantire l’accesso a queste risorse, valutarle e mettere a punto metodi per sfruttarle «costituisce una sfida di ampia portata che l´Europa dovrebbe esaminare attentamente». I deputati, inoltre, ritengono che l’estensione della piattaforma continentale degli Stati membri dell’Ue oltre le 200 miglia nautiche «costituisca un’opportunità per preservare l’accesso a potenziali risorse supplementari». .  
   
 

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