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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Settembre 2007 |
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PIÙ FONDI SU QUALITÀ E PROMOZIONE, MENO FONDI PER ESPIANTI
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(Al convegno del 30 agosto della Cia di Reggio Emilia sulla nuova Ocm vino emergono preoccupazioni per le nuove regole europee del settore: serve nella trattativa una posizione univoca del sistema Italia – Prime indicazioni su vendemmia e bilanci delle cantine - Verso una sanatoria temporanea per i diritti d’impianto falsi acquistati in buona fede in Puglia) C’è accordo sugli obiettivi delle nuove regole europee sul mercato del vino (Ocm vitivinicola), ma le proposte della Commissione europea non convincono del tutto; per questo è necessario che nella fase decisiva della trattativa che sta per avviarsi, il Ministro dell’agricoltura Paolo De Castro possa contare su una posizione chiara ed univoca del “sistema Italia” di settore, superando anche distinzioni che in questa situazione possono risultare artificiose. E’ la sintesi di quanto emerso dal convegno che la Cia di Reggio Emilia ha tenuto ieri sera (mercoledì 29 agosto) presso la Cantina Albinea-canali. Di fronte ad una sala gremita di produttori, nonostante sia in fase d’avvio la vendemmia, si sono confrontati sul tema “Proposta Ocm vino, quali scenari e prospettive per la viticoltura reggiana?”, in un dibattito condotto dal direttore Cia Francesco Zambonini, Ivan Bertolini (presidente provinciale dell’Organizzazione agricola), Corrado Casoli (presidente Cantine Coop Riunite), Roberta Rivi (assessore provinciale agricoltura), Tiberio Rabboni (assessore regionale); i loro pareri sono risultati assolutamente convergenti, nel sottolineare luci ed ombre della proposta di normativa europea, che potrebbe cambiare molte cose nel settore del vino. Nel corso del convegno, sono emerse alcune notizie di attualità: la vendemmia è al via (è già iniziata in collina per le uve bianche) e si annuncia con uve qualitativamente buone, mentre le quantità potrebbero essere in qualche misura ridotte dalla prolungata mancanza d’acqua, in particolare proprio nelle aree collinari. Prime indicazioni anche sui bilanci delle cantine cooperative, in fase di elaborazione: le uve nelle aree di pianura dovrebbero essere pagate (la vendemmia è quella 2006) 26/28 Euro per quintale/grado, il “gigante” Riunite dovrebbe poter distribuire un 30/40% in più rispetto a questa media. Si tratta di un 10% in più rispetto ai bilanci dello scorso anno, con cifre che consentono un margine di redditività; quindi sulla vitivinicoltura reggiana sembra tornare il sereno. Ultima notizia d’attualità: rispetto ad alcuni produttori (ce ne sono anche a Reggio per alcune decine di ettari), che hanno acquistato alcuni anni fa “diritti” d’impiantare vigneti in Puglia, poi risultati falsi e per i quali è in corso un procedimento legale, che la Cia reggiana da tempo chiedeva di sanare essendo gli acquirenti in buona fede, Rabboni ha annunciato che come già il Piemonte, anche nella nostra Regione si avvierà una sanatoria temporanea, assegnando a questi produttori diritti provenienti dalla “riserva” regionale, che però dovrà prima essere quantificata. Nel merito della riforma dell’Ocm vino, la cui applicazione secondo la formulazione attuale potrebbe “costare” parecchio agli operatori del settore, una cifra quantificata in circa 3 Euro per quintale di minori contributi europei, è emerso pieno accordo sull’abolizione dello “zuccheraggio”, non praticato nel nostro Paese come negli altri mediterranei: un’ipotesi che potrebbe favorire l’esportazione di nostri mosti. E’ però un’ipotesi che trova contrari tutti i Paesi del nord ed est europeo; se dovesse essere bocciata, si dovrebbe allora mantenere anche l’aiuto ai mosti, che compensa la differenza tra queste due pratiche e che si prevede di abolire assieme allo zuccheraggio. In ogni caso, rispetto all’abolizione totale degli aiuti alla distillazione, è emersa una contrarietà rispetto a quella per le “prestazioni viniche”, vale a dire per la distillazione dei sottoprodotti: si tratta di una misura che ha consentito di aiutare l’ambiente e nello stesso tempo d’impedire tentazioni ad usare questi sottoprodotti nella produzione, il mantenere questo specifico aiuto è perciò un fattore che aumenta la qualità dei vini ed evita frodi. Contrarietà anche alla proposta di incentivare l’estirpazione di 200mila ettari di vigneti in Europa per far diminuire la produzione: da quando ci sono i “diritti” d’impianto (vale a dire le “quote” di vigneto), l’Europa ha ridotto la propria produzione, ma essa è aumentata nei nuovi paesi produttori (dall’America all’Oceania); meglio quindi pensare a competere ed impiegare le notevoli somme necessarie ad incentivare gli estirpi per azioni di promozione del vino sui mercati extraeuropei e per incentivare le produzioni di qualità. In ogni caso, va evitato che abbiano contributi all’espianto produttori che abbiano beneficiato dei contributi per impiantare i vigneti, cosa quest’ultima che ha consentito negli ultimi anni un notevole rinnovamento delle vigne nel reggiano, e che dovrebbe essere mantenuta con la destinazione a nuovi impianti di una parte consistente della dotazione finanziaria che l’Ocm darà al nostro Paese. Un ulteriore elemento che crea perplessità è il cambiamento delle norme per l’etichettatura dei vini: una proposta che in sostanza si è ritenuto da parte dei relatori, possa portare confusione e danneggiare i vini di qualità. . |
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