Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Maggio 2006
 
   
  IL CORREDO DEL RE NELLA NECROPOLI DI ERETUM, CITTÀ SABINA, TORNANO ALLA LUCE IL TRONO E IL CARRO DA GUERRA DEL RE ACCOMPAGNATO DA CAVALLI

 
   
  Roma, 15 maggio, 2006 - Un carro trainato da due cavalli accompagnava il re di Eretum, città sabina, nel suo ultimo viaggio, quello verso l’Ade. Dopo il lituo, il bastone ricurvo simbolo del potere spirituale, utilizzato dal sacerdote per trarre gli auspici dal volo degli uccelli, la necropoli di Eretum restituisce un altro spaccato della organizzazione sociale dei Sabini, grazie agli scavi condotti in località Colle del Forno (Rm) da un team di archeologi dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico (Iscima) del Cnr. I risultati della campagna di scavo sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Rieti. Il re era deposto in una tomba degna del suo rango: “La più grande tomba a camera trovata in Italia” spiega la dr. Ssa Paola Santoro, direttrice dello scavo, “un complesso lungo 37 metri che si articola in un corridoio di 28 metri e tre camere. Nella camera principale il defunto, incinerato era deposto in una cassa lignea, sistemata in un loculo sulla parete di fondo; il suo status sociale e politico è testimoniato da un trono in terracotta, alto più di un metro, realizzato su imitazione dei troni etruschi in bronzo del periodo orientalizzante. Nelle due celle laterali si trovava il corredo: quattro calderoni di bronzo di pregevole fattura e di grande diametro, uno dei quali podanipter, riveste particolare importanza. Questo recipiente, infatti, appartiene a una rara tipologia di produzione orvietana, della quale finora si conoscono solo una decina di esemplari: ha tre piedi con zampa bovina e due grandi anse fuse. I calderoni erano oggetti di prestigio, servivano per contenere vivande, derrate alimentari, ma potevano avere usi molteplici. In un’altra camera era situato il carro di legno con decorazioni in bronzo e ferro, i cui cavalli da tiro, erano stati sacrificati e deposti davanti alla porta di questo ambiente sepolcrale”. I lavori di restauro consentiranno di recuperare e ricostruire tutte le parti del carro usato per la guerra. “Al momento non conosciamo i particolari della fabbricazione del manufatto, ma abbiamo trovato intatte tutte le parti in metallo: i mozzi in bronzo, le ruote e i tiranti, mentre nel terreno si è conservata l’impronta delle parti in legno e della cassa, particolare che induce ad ipotizzare che il carro non è stato smembrato ma collocato per intero”. L’eccezionalità della scoperta risiede anche nel fatto che questa sepoltura spettacolare e ricca, risale alla Ii metà del Vi secolo, epoca in cui era venuta meno la consuetudine di deporre corredi nelle tombe, come si evince dalle testimonianze del periodo, in relazione all’influenza esercitata sui Sabini dai Romani e dagli abitanti di Veio che non accompagnavano i defunti con oggetti usati nella vita terrena. “La presenza di simboli regali” continua la dr. Ssa Santoro “dimostra il ruolo di Eretum nel panorama politico del tempo: la città sabina, infatti, non era stata ancora conquistata dai Romani, a differenza di Custumerium o Fidene, e rimase indipendente fino al Iv secolo”. La campagna di scavo si è basata , come quelle condotte nei due anni precedenti, su indagini geofisiche sull’area della necropoli di Colle del Forno. I lavori si sono svolti nell’ambito di un Progetto integrato di studio del territorio da parte dell’Iscima e dell’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Cnr. Il terreno è stato investigato con diversi metodi geofisici, quali il magnetometrico, il georadar e il geoelettrico e adottando tecniche di acquisizione ad alta risoluzione. “In alcuni casi”, spiega il dr. Salvatore Piro dell’Itabc del Cnr, “questi hanno permesso di ottenere, in fase di presentazione dei risultati, la fedele ricostruzione dell’immagine geometrica della struttura archeologica sepolta, la localizzazione in profondità e l’indicazione sullo stato di conservazione della struttura. La maggior parte delle localizzazioni delle sepolture è stata ottenuta impiegando il metodo magnetometrico differenziale: le immagini delle anomalie magnetiche rilevate sono risultate perfettamente correlate alle sagome delle strutture archeologiche sepolte. La presenza di elementi molto articolati, che richiedono un elevato grado di dettaglio, è stata affrontata utilizzando un sistema scanner laser tridimensionale. Tale strumento ha abbreviato i tempi di acquisizione delle informazioni, garantendo l’uniformità e l’enorme quantità dei dati e la non invasività delle indagini”. .  
   
 

<<BACK