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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 12 Settembre 2007 |
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GLI ITALIANI E IL TEMPO: DUE ORE AL GIORNO
PER RISCOPRIRE IL “GUSTO LENTO” DELLA VITA, ANCHE A TAVOLA
A RIVELARLO UN SONDAGGIO DELL’“OSSERVATORIO PASTA RUMMO SULLA LENTEZZA”
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Quali sono gli ingredienti ideali per una vita di qualità? Viaggi esotici? Benessere economico? Ai nostri connazionali basterebbero 2-3 ore al giorno da dedicare a se stessi e alle persone care. Per l’85% degli italiani, infatti, il Tempo conta più del denaro. A patto che lo si viva senza frenesia, per ritrovare il proprio equilibrio psicofisico nella vita di tutti i giorni. A rivelarlo un sondaggio dell’“Osservatorio Pasta Rummo sulla Lentezza”che mostra come 2 italiani su 3 vorrebbero imparare a prendere la vita con più calma e (ri)diventare padroni del proprio tempo. E la percentuale sale al 75% nel caso dei più stressati: dirigenti, professionisti e imprenditori. Ma la felicità è alla portata di tutti: una passeggiata in città, un pranzo in famiglia… anche in un piatto di pasta, per il 40% degli italiani il più “slow” tra gli alimenti. Una volta popolo di santi, poeti e navigatori… adesso stressati e in balia di un mondo che gira troppo in fretta. Altro che dolce vita, pizza e mandolino: oggi le giornate degli italiani sono scandite da una personale – quanto vana - lotta con le lancette dell’orologio. Insomma, è il Tempo e le sue declinazioni tra gli estremi “slow living-fast living” il vero termometro della felicità e del benessere degli italiani. A rivelarlo l’Osservatorio Pasta Rummo sulla Lentezza, creato da Pasta Rummo Lenta Lavorazione, storica azienda beneventana che sul valore del tempo recuperato ha costruito una filosofia di vita e ha ideato, dopo 12 anni di ricerca, un esclusivo processo produttivo a Lenta lavorazione che esalta qualità e valore proteico della pasta. L’osservatorio ha infatti commissionato a Teseo Research un sondaggio per conoscere il parere degli italiani su tempo, qualità della vita e lentezza. La filosofia “slow” è un lusso per pochi o un’esigenza di tutti? Secondo l’inchiesta “Qualità della vita e filosofia della lentezza” – realizzata su un campione di 1000 italiani - per i nostri connazionali il Nirvana psico-fisico è dietro l’angolo. È una felicità legata al quotidiano, fatta di piccole cose di tutti i giorni che troppo spesso non siamo in grado di godere: i veri piaceri della vita sono infatti “a portata di mano, basta rendersene conto”, pensa il 74 % del campione. Due italiani su tre sarebbero infatti disposti ad accantonare i sogni più difficili e distanti come la proverbiale “lunga vacanza nel luogo esotico dei propri sogni” in cambio di un’ora in più al giorno tutti i giorni, da dedicare a stessi e alle proprie passioni. Emerge quindi il valore del tempo recuperato: per quasi 9 italiani su 10 più prezioso del denaro stesso… a patto di essere gestito correttamente e di essere dedicato almeno in parte alle cose e alle persone che realmente ci stanno a cuore. Solo il 32% dei nostri connazionali, infatti, lega la qualità della vita ad aspetti tangibili come il benessere economico e un buon lavoro professionalmente stimolante. I più stressati: dirigenti, imprenditori e professionisti I piaceri del quotidiano sono però tanto vicini quanto spesso irraggiungibili. Colpa di uno stile di vita in cui ansia, stress, fretta e superficialità sono all’ordine del giorno, soprattutto nelle grandi città. Quasi la metà (44%) degli italiani che vivono in un grande comune da oltre 100 mila abitanti definisce la propria vita stressante o frenetica. Mentre solo 1 su 10 (12,5%) la giudica “tranquilla”. Va un po’ meglio in provincia, dove il 22,0% di coloro che vivono in piccole realtà provinciali (fino a 10 mila abitanti) dichiara di avere molto tempo da dedicare a se stesso. Primi nella classifica dei più stressati, manco a dirlo, dirigenti, liberi professionisti e imprenditori, che nel 70% dei casi dichiarano di trovare difficoltà nel gestire i carichi di responsabilità e di vivere di fretta la propria giornata-tipo, manifestando disagio in rapporto alla capacità/possibilità di regolare il ritmo della propria vita. La percentuale scende al 56,% per operai, commessi e altri lavoratori dipendenti, al 50% per i lavoratori in proprio (commercianti, artigiani) e al 45% per quadri, impiegati, funzionari, insegnanti. Un’ora libera in più ogni giorno tutti i giorni… all’insegna del ritmo lento della vita Come uscire da questa situazione? Gli italiani, evidenzia l’indagine dell’Osservatorio Rummo, hanno le idee abbastanza chiare in merito e misurano la qualità della vita in… 60 minuti slow. Oltre il 45% del campione, infatti, afferma che la quantità di tempo libero a disposizione nel corso di una giornata dovrebbe ammontare a 2-3 ore, a fronte delle 1-2 ore effettivamente a disposizione. Un’ora da passare in relax, indifferentemente in casa o all’aria aperta: davanti alla televisione o camminando per la città (entrambe in testa alle preferenze degli italiani con il 18%); a seguire un pranzo con i propri cari (14%), o un’ora a praticare il proprio sport preferito (13% delle preferenze). Tuttavia, cambiare il proprio modo di vivere non è un’azione immediata. Piuttosto una continua ricerca, una nuova attitudine mentale, un modo diverso di affrontare il proprio quotidiano. Due italiani su tre (68%) vorrebbero imparare a prendere la vita con più calma, abbracciando la “filosofia della lentezza”. E, non a caso, sono proprio i soggetti che si sono dichiarati più “stressati” ad avvertire e manifestare un più urgente bisogno di calma e una più impellente necessità di (ri)diventare padroni del proprio tempo. La percentuale di coloro che vorrebbero imparare a vivere con più calma secondo la filosofia dello “slow living” passa infatti al 76% per dirigenti, professionisti e imprenditori, mentre sfiora il 74% per operai, commessi e altri lavoratori dipendenti e per gli impiegati. Ed è particolarmente sentita soprattutto nella fascia d’età “critica”, tra 35-55 anni (74% dei casi), quella in cui in genere si concentrano le scelte più significative nella vita privata quanto nel lavoro. «Siamo nel pieno di una rivoluzione culturale, l´andare di fretta non solo viene riconosciuto come dannoso, ma non è nemmeno più di moda». È l’autorevole conferma in Bruno Contigiani, presidente dell’Associazione “L’arte del vivere con lentezza”, promotore quest’anno della prima ‘Giornata mondiale della Lentezza’ e ideale “portabandiera” di tutti coloro che hanno scelto di assecondare il ritmo “lento” della vita. «Oggi, continua Contigiani, sono in atto importanti cambiamenti nei modelli di comportamento, basati sull´essere più collettivi e sulla collaborazione. Il rallentare ci pone al centro di questa tendenza, ma vuol dire soprattutto saper gustare la vita, attimo per attimo, riscoprendo momenti e gesti di familiare quotidianità che ci accompagnano in tutta la nostra giornata. Al bar davanti ad un caffè sorseggiato e non ingoiato o a tavola dove riscoprire i riti e la cura dei particolari che possono rendere un piatto di pasta al pomodoro un pranzo a cinque stelle, oppure nelle scelte più impegnative, decidendoci, magari, a lasciare un lavoro che non ci piace per uno meno remunerativo, ma più libero e creativo. Sono questi i cambiamenti che possiamo realizzare senza aspettare che tutto cambi attorno a noi, stare meglio si può. » Un “elogio della lentezza” a cui gli italiani rispondono con entusiasmo, indicando una serie di accorgimenti pratici da scegliere in base alla fantasia e alla sensibilità di ciascuno per vivere fin da subito una vita “slow”. Tra questi, “evitare di fare più cose contemporaneamente” (18% delle indicazioni totali), “andare a piedi o in bicicletta invece di prendere la macchina” (15%), praticare un’ora al giorno di un’attività fisica slow, come yoga, pilates (13%), dedicare tempo a bambini, anziani, famiglia (12,3%). E perché no, per il 10% degli italiani anche mangiare con calma un buon pasto, assaporandolo boccone per boccone può essere una via verso la lentezza. Vivere con lentezza anche a tavola: è la pasta il cibo slow degli italiani Un dato, quest’ultimo, ancora più significativo se si considera che il mangiare è tra gli aspetti pratici del quotidiano più penalizzati dal “fast living”: il 40,3% degli abitanti dei grandi comuni è solito pranzare in meno di 20 minuti, spesso fuori casa e in piedi, da soli (14,6%) o con i colleghi di lavoro (18,8%). A maggior ragione in Italia, dove l´aspetto sociale, conviviale dello stare a tavola è importante quanto il cibo, spesso di più. Tanto che per il 14% degli italiani pranzare in famiglia è una delle attività quotidiane che meriterebbero più tempo per essere godute pienamente. Ma proprio la grande tradizione culinaria italiana potrebbe giungere in soccorso degli italiani: alla domanda sul legame tra cibo e “slow living”, gli italiani pensano che sia particolarmente in linea con la “filosofia della lentezza” un’attenta riscoperta dei piatti tradizionali (34%), ma anche sperimentare il gusto di un piatto mai assaggiato (25%), o, più semplicemente, dilettarsi tra i fornelli, sperimentando in modo nuovo qualcosa di semplice e quotidiano” (23%). Una curiosità: la palma di alimento slow per eccellenza non poteva che andare all’alimento simbolo della cucina – e della convivialità italiana: la pasta (40%). E che stacca in questa speciale classifica pesce (34%), verdura (33%), frutta (32%) e perfino i dolci, con il 9,5% delle preferenze. Del resto, per noi italiani la pasta non si tocca: sarà perché riunisce in sé la gratificazione di un piccolo piacere quotidiano, pratico, leggero e ideale dal punto di vista nutrizionale. Ben venga, allora, cucinarsi un semplice piatto di pasta con un buon sugo… senza scordare, però, che la fretta è cattiva consigliera in cucina come nella vita. E che se la pasta è a lenta lavorazione è ancora più buona! . |
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