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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Giugno 2006
 
   
  RAPPORTO ASSINFORM: ITALIA FERMA PERCHE´ NON INNOVA INVESTIMENTI IT: INDUSTRIA A -1,7% (2005), PA A — 38% (FINANZIARIA 2006) INFORMATICA: + 0,9% PRIMO TRIMESTRE 2006, + 1,2% (STIMA A FINE ANNO), MA IL 2005 CHIUDE CON UN DEBITO ESTERO DI - 718 MILIARDI DI EURO (- 38,3 % RISPETTO ALL´ANNO PRECEDENTE)

 
   
  Roma, 21 giugno 2006 – "L´italia non si sviluppa, la sua economia non cresce perché non innova e, in particolare, non investe in Information Technology. Oggi la domanda mondiale dell ´Ict cresce a ritmi più sostenuti dell´economia mondiale e il suo motore è proprio l´It. Si evidenzia ormai una stretta relazione fra investimenti in It e crescita del Pii. In Italia la crescita dell´It è molto modesta e abbiamo un Pil quasi fermo. Siamo agli ultimi posti mondiali per investimenti fissi, con un´area euro che nel 2005 ha visto salire gli investimenti del 2,1%, mentre i nostri sono precipitati a -0,6%. Investire in innovazione tecnologica non è un optional, ma costituisce ormai una condizione strutturale per lo sviluppo" è questa, in sostanza, la fotografia delineata dal presidente di Aitech-assinform Ennio Lucarelli, nell´illustrare i risultati del Rapporto Assinform 2006 presentato questa mattina a Roma in Confindustria, in un affollato incontro (che ha visto oltre 1500 partecipanti tra Roma e Milano, collegate in videoconferenza), a cui sono intervenuti, fra altri, il Ministro della Funzione Pubblica e dell´Innovazione Luigi Nicolais e il Sottosegretario di Stato Beatrice Magnolfi. I dati parlano chiaro: nel 2005 la già elevata crescita del Pil mondiale (4,3%), una delle più alte negli ultimi vent´anni, è stata Superata di quasi due punti percentuali da quella del mercato dell´Ict (informatica + telecomunicazioni) cresciuto del 6,1%. Disaggregando il dato si vede che, mentre il tasso di crescita delle telecomunicazioni ha subito una lieve flessione dello 0,4% rispetto all´anno precedente, l´accelerazione del settore è dovuta all´espansione dell´It passata dal 4,4% al 5,4%, che negli Usa diventa il 5%, in Europa il 3,5% e in Cina addirittura il 20%! Nello stesso periodo in Italia, mentre le telecomunicazioni hanno mostrato una dinamica non lontana dai trend internazionali pari a + 3%, l´Information Technology ha registrato un incremento dello 0,9%. Per il 2006, il dato congiunturale relativo al primo trimestre conferma lo 0,9% di crescita (in ripresa rispetto allo 0,5% registrato nello stesso periodo dell´anno precedente) che, su base annua, si stima raggiungerà il + 1,2%. "Siamo a livelli ancora molto modesti - ha commentato Lucarelli - ma che vanno valutati alla luce delle performance di segno negativo registrate dal settore degli ultimi anni, che ha subito i pesanti contraccolpi della crisi economica generale. Oggi possiamo dire che è in atto un ´inversione tendenza, se pur timida, e ciò rappresenta una novità positiva che non va assolutamente sprecata nè da parte del Governo, né da parte delle imprese". Come? Su questo il presidente di Aitech-assinform non ha dubbi: "Ognuno deve fare bene la sua parte. Al Governo diciamo: avanti con una finanza pubblica del risparmio e del rigore, ma non si tagli sugli investimenti in innovazione che rappresentano una spesa produttiva!" Già oggi la nostra Pa con una spesa di 51,3 euro in informatica per abitante è tra gli ultimi posti in Europa. Inoltre la finanziaria 2006 prevede un taglio del 39% degli investimenti It dell´amministrazione centrale, mentre è noto che è la´spesa corrente il maggior aggregato fuori controllo, quella dove il processo di razionalizzazione non è mai riuscito a incidere in modo significativo ". Secondo Lucarelli la domanda pubblica d´innovazione, che per il settore It ammonta a 3. 000 milioni di euro, deve ritornare a essere uno stimolo per lo sviluppo. Ma per arrivare a questa condizione "è necessario che il Governo s´impegni decisamente sul fronte delle liberalizzazioni e della concorrenza". Oggi una parte sempre più rilevante della spesa pubblica in It è assorbita dalla crescente presenza di aziende a capitale pubblico di servizi informatici che arrivano a coprire il 46% della domanda locale e il 20% di quella dell´Amministrazione Centrale: "Destinare ingenti risorse pubbliche alla creazione di un consistente segmento di mercato protetto generato dal ricorso esponenziale all ´affidamento in house non è una via per il risparmio e lo sviluppo. Non auspichiamo la creazione di barriere tra pubblico e privato, ma un quadro di cooperazione basato sul disegno netto dei diversi ruoli, responsabilità e competenze". Commentando il peggioramento dei conti con l´estero del settore It, che ha chiuso il 2005 con un saldo negativo di 718 miliardi di euro (-38,3% rispetto all´anno precedente), il presidente di Aitech-assinform, ha detto, rivolgendosi agli imprenditori che l´informatica italiana ha grandi opportunità da cogliere per riprendere la strada della crescita, ma per questo: "dobbiamo avere il coraggio e l´ambizione di partecipare allo sviluppo tecnologico internazionale. Vi sono oggi treni dell´innovazione su cui è possibile salire subito per colmare ritardi ed esprimere eccellenza e capacità competitive". Il rapporto Assinform indica nei servizi professionali dell´It e nel software applicativo la potenziale via italiana all´informatica. Si tratta di offrire soluzioni avanzate a problemi nuovi posti dai grandi sistemi di comando, controllo e logistica da applicare alla protezione civile, dalla gestione dei grandi eventi, delle emergenze, della mobilità, della sicurezza, così come ai sistemi per migliorare l´efficienza dello Stato, dall´interoperabilità delle grandi banche dati alla privacy e ai servizi ai cittadini, la tutela ambientale, il risparmio energetico. Nel 2005 queste opportunità hanno rappresentato i due terzi della domanda nazionale e valori equivalenti della domanda internazionale dei paesi più evoluti. "Servizi e software applicativo – ha precisato Lucarelli - sono prodotti tecnologici che incorporano più di altri conoscenza, creatività ed esperienza, quelle qualità, cioè, che la stessa comunità internazionale ci riconosce come patrimonio di livello straordinario. Essi possono diventare il nostro trampolino di lancio per l´estero". Oggi gli investimenti delle imprese italiane in It ammontano a 15. 500 milioni di euro, con un trend di crescita che vede in testa le telecomunicazioni e lo spazio (+3%), seguono il settore della distribuzione e il terziario (+2% medio), le banche e assicurazioni (quasi +0,6%). Un discorso a parte merita l´industria manifatturiera, le cui difficoltà competitive si rispecchiano nel calo dell´1,7% della spesa It nel 2005. "Offrire soluzioni ad hoc per aiutare le imprese italiane a competere e internazionalizzarsi – ha concluso il presidente di Aitech-assinform - dovrà costituire uno degli stimoli fondamentali per la rinascita dell´informatica italiana". .  
   
 

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