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Notiziario Marketpress di
Giovedì 13 Settembre 2007 |
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FEDERALISMO FISCALE: INCONTRO A PADOVA CON CATEGORIE ECONOMICHE
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Venezia, 13 settembre 2007 - La realizzazione di un vero federalismo fiscale è interesse di tutto il Paese, anche se il disegno di legge licenziato dal governo ai primi di agosto e trasmesso al Parlamento non è quello che le Regioni si aspettavano. Quella del federalismo fiscale è una strada obbligata non solo per rispondere ad un senso di insofferenza diffusa, ma per dare nuovo slancio alle aree economiche forti con ricadute positive anche per le realtà più deboli. Sono alcune delle riflessioni di fondo emerse nel corso di un incontro su questo tema che si è svolto ieri a Padova tra i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria dell’artigianato, dell’industria, del commercio, dell’agricoltura e del mondo cooperativo con gli assessori regionali alle finanze del Veneto Isi Coppola e dell’Emilia Romagna Flavio Delbono. L’assessore Coppola ha ripercorso le tappe che hanno portato all’attuale testo di legge delega, che deve ora percorrere tutto l’iter parlamentare, molto diverso da quello che le Regioni avevano contribuito ad elaborare sulla base della bozza presentata dal prof. Giarda per conto del ministero dell’economia. Il Consiglio dei Ministri ha invece approvato una seconda bozza, molto vaga e piena di contraddizioni, risultato di un lavoro a più mani che – ha detto l’assessore veneto – mette a nudo le due anime presenti all’interno del governo: una regionalista e una centralista. Quest’ultima è evidente soprattutto nella gestione dei tributi, per la quale le Regioni avevano chiesto al governo una sensibilità maggiore e più aderente alle esigenze del territorio. Una volta tolte dal computo le funzioni essenziali in materia di sanità e assistenza sociale – ha concluso l’assessore Coppola - per le Regioni resterà quindi un’area molto ridotta di autonomia fiscale. Delbono ha confermato che il testo sul federalismo fiscale uscito dal governo non è quello che le Regioni avrebbero voluto ma, a conti fatti, senza federalismo fiscale sono più i danni che i benefici per tutti e senza questo tassello rimane in mezzo al guado anche il processo di riforme avviato con la Bassanini e la modifica del Titolo V della Costituzione. Una simulazione, realizzata dalla Regione del Veneto sulla base dei dati 2004, ha messo in luce che su 102 miliardi di euro, che rappresentano la dimensione complessiva delle entrare dei bilanci delle Regioni, l’attuale disegno di legge delega sul federalismo fiscale limiterebbe l’area di ulteriore autonomia fiscale e funzionale ad un importo di quasi 7 miliardi di euro. Il che per il Veneto significherebbe poco più di 300 milioni di euro. . |
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