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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Settembre 2007
 
   
  LIBERALIZZAZIONE DELL’ENERGIA: ORA SI PUÒ CAMBIARE GESTORE LE IMPRESE LO POTEVANO GIÀ FARE: CON UN RISPARMIO FINO A 1,2 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO ELETTRICITÀ: NOVE FAMIGLIE LOMBARDE SU DIECI SODDISFATTE. GAS: MENO BOMBOLE CHE IN ITALIA E PER COMPETITIVITÀ DELLE TARIFFE IN EUROPA A METÀ CLASSIFICA

 
   
   Milano, 17 settembre 2007 - Milanesi e lombardi soddisfatti dei servizi come energia elettrica e gas, per accesso e modernità della dotazione, meglio che nel resto d’Italia (92,1% contro 89,2%). Più vicini ai livelli europei. Prezzi a metà classifica europea (sono accessibili per il 66%, ma eccessivi o pesanti per quasi uno su tre). Ma ora c’è una possibilità in più: da luglio è possibile cambiare gestore. Una impresa milanese su quattro lo ha già fatto, per loro era possibile già in passato e per il 40% si dichiarano altamente soddisfatte. Ma del 75% che resta legata alle municipalizzate una su cinque lo fa perché non vede risparmi nei costi. E con la liberalizzazione le imprese milanesi possono risparmiare fino a 1,2 miliardi di euro all’anno. Anche per il gas la Lombardia fa meglio dell’Italia: la bombola è quasi scomparsa. Emerge dal primo Rapporto sulla Domanda di Energia Elettrica promosso dalla Camera di commercio di Milano assieme ad Indis e col supporto scientifico del centro ricerche Ref di Milano, da una stima della Camera di commercio di Milano, da una elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Commissione europea pubblicati a luglio 2007 (25 Paesi europei a confronto) e Istat 2005. Elettricità. Il 92,1% delle famiglie lombarde è soddisfatta del servizio nel complesso contro l’89,2% delle italiane. Apprezzamento più alto della media italiana anche per la continuità nel servizio (95,2% contro la media italiana del 92,4%), la stabilità nella tensione (91,1% contro 86,8%), la frequenza della lettura del contatore (82,3% contro 72,7%), la comprensibilità della bolletta (80,4% contro il 71,5%) e le informazioni sul servizio (78,4% contro 68,5%). Ma nel confronto tra 25 Paesi europei, il 19% degli italiani meno contenti dell’accesso alla rete. Per quel che riguarda i costi in bolletta, Italia in 16° posizione su 25 Paesi (66% dichiara di ritenere i costi accessibili anche se un italiano su cinque ritiene eccessivo il costo della bolletta). Gas. Oltre 9 famiglie lombarde su 10 risultano allacciate alla rete contro una media italiana del 72,9%. Il resto delle famiglie è distribuito tra chi acquista il gas in bombola (5,5% contro 19,8% italiano) e chi ha installato un bombolone esterno con rifornimento periodico (1,7% contro 5,2% italiano). Il 93,9% delle famiglie lombarde si dichiara soddisfatto del servizio nel complesso (93,4% gli italiani), e il 95,7% apprezza la stabilità della pressione. La soddisfazione scende per la comprensibilità della bolletta (81,4%, contro il dato italiano del 74,5%) e per le informazione sul servizio (79,6%, più che in Italia, 72,9%). Alto anche l’apprezzamento per la sicurezza, sia della rete esterna (93,3%) che dell’impianto domestico (97,2%). Nel confronto tra 25 Paesi europei, il 16% degli italiani ha difficoltà di accesso alla rete ed il 5% nessun accesso. Per i costi il 65% degli italiani (sempre in 16° posizione su 25 Paesi) li ritiene accessibili ma uno su tre eccessivi o pesanti. “La Camera di commercio è impegnata in un monitoraggio sugli indicatori di mercato, a partire dai prezzi, a vantaggio delle imprese e dei consumatori e su elementi quotidiani come la bolletta – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. Si tratta di un fattore di competitività e di confronto internazionale per la qualità della vita. Ma occorre, ora più di prima, impegnarci tutti nell’interesse della collettività ed in una logica di sistema: la liberalizzazione con una possibile riduzione diffusa dei costi come mostra questa indagine va in questa direzione ”. Lucia Moreschi, consigliere della Camera di commercio di Milano in rappresentanza dei consumatori, ha dichiarato: “La Camera di commercio di Milano opera per un mercato trasparente e agisce su due fronti: quello della sicurezza e della tutela dei consumatori, quello della valorizzazione e del supporto alle imprese che si impegnano per il rafforzamento della qualità e della vicinanza al consumatore. Siamo impegnati a costruire un ponte tra un mercato sempre più trasparente e imprese sempre più al servizio dei cittadini“. Famiglie per grado di soddisfazione relativo al servizio di fornitura dell’energia elettrica
Famiglie molto o abbastanza soddisfatte per
Servizio nel complesso Continuità del servizio Stabilità nella tensione Frequenza lettura contatore Comprensibilità della bolletta Informazione sul servizio
(per 100 famiglie della stessa zona)
Lombardia 92,1 95,2 91,1 82,3 80,4 78,4
Italia 89,2 92,4 86,8 72,7 71,5 68,5
differenza Lomb/italia 2,9 2,8 4,3 9,6 8,9 9,9 Famiglie allacciate alla rete di cui Enel Peso Enel
in migliaia
Lombardia 3. 489 3. 607 3. 452 3. 117 3. 047 2. 970 3. 790 3. 090 15,7%
Italia 19. 986 20. 699 19. 450 16. 292 16. 028 15. 353 22. 405 19. 713 16,9%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat – Indagine Multiscopo sulle famiglie aspetti della vita quotidiana anno 2005 Famiglie per modalità di fornitura del gas all´abitazione
L´abitazione è allacciata alla rete di distribuzione Il gas viene acquistato in bombole È installato un bombolone esterno con rifornimento periodico L´abitazione non dispone di gas
(per 100 famiglie della stessa zona)
Lombardia 90,6 5,5 1,7 -
Italia 72,9 19,8 5,2 0,2
differenza Lomb/italia 17,7 -14,3 -3,5 -
(in migliaia)
Lombardia 3. 513 214 67 -
Italia 16. 632 4. 506 1. 181 51
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat – Indagine Multiscopo sulle famiglie aspetti della vita quotidiana anno 2005 Famiglie per grado di soddisfazione relativo al servizio di fornitura del gas
Famiglie allacciate alla rete Famiglie molto o abbastanza soddisfatte per
Servizio nel complesso Stabilità della pressione Frequenza lettura contatore Comprensibilità della bolletta Informazione sul servizio Sicurezza della rete esterna Sicurezza dell´impianto domestico
(Per 100 famiglie della stessa zona) (Per 100 famiglie della stessa zona allacciate alla rete di distribuzione del gas)
Lombardia 90,6 93,9 95,7 84,7 81,4 79,6 93,3 97,2
Italia 72,9 93,4 95,7 78,5 74,5 72,9 92,6 95,7
differenza Lomb/italia 17,7 0,5 0,0 6,2 6,9 6,7 0,7 1,5
(dati in migliaia)
Lombardia 3. 513 3. 300 3. 360 2. 975 2. 859 2. 797 3. 276 3. 414
Italia 16. 632 15. 536 15. 922 13. 050 12. 385 12. 118 15. 408 15. 923
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat – Indagine Multiscopo sulle famiglie aspetti della vita quotidiana anno 2005 Confronto europeo: energia elettrica e gas per i consumatori
Rete Elettrica
Accesso Facile Difficile Nessuno Non Sa Pos. Classif.
Germania 97% 2% 0% 1% 12
Spagna 95% 2% 2% 1% 19
Francia 93% 2% 1% 1% 15
Italia 76% 15% 4% 6% 25
Regno Unito 97% 2% 0% 0% 8
Media Eu 25 93% 4% 1% 1%
Costi Per Utilizzatori Accessibili Non Accessibili Eccessivi Non Sa Pos. Classif.
Germania 63% 12% 24% 1% 18
Spagna 73% 20% 5% 2% 10
Francia 62% 25% 9% 3% 19
Italia 66% 13% 19% 2% 16
Regno Unito 83% 10% 6% 1% 3
Media Eu 25 66% 16% 15% 2%
Rete Gas
Accesso Facile Difficile Nessuno Non Sa Pos. Classif.
Germania 74% 8% 15% 3% 10
Spagna 77% 6% 14% 3% 6
Francia 76% 6% 15% 3% 7
Italia 74% 16% 5% 6% 9
Regno Unito 89% 6% 5% 1% 2
Media Eu 25 72% 9% 15% 4%
Costi Per Utilizzatori Accessibili Non Accessibili Eccessivi Non Sa Pos. Classif.
Germania 55% 12% 32% 1% 20
Spagna 74% 19% 5% 2% 12
Francia 49% 34% 12% 5% 21
Italia 65% 14% 20% 2% 16
Regno Unito 78% 12% 8% 2% 6
Media Eu 25 65% 16% 17% 2%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Service of General Interest Survey – Commissione Europea Anno 2007 Energia, costi e consumi a Milano Il mercato dell’energia elettrica cresce ma c’è ancora da fare: solo un’impresa su quattro ad oltre due anni dalla piena liberalizzazione del settore per gli utenti non-domestici (1° luglio 2004) utilizza il mercato libero (rispetto tuttavia al 4% della Lombardia). Il restante 75% preferisce affidarsi al mercato vincolato (tra cui le municipalizzate). E dalla liberalizzazione dell’energia potrebbe derivare per le imprese milanesi un risparmio di 1,2 miliardi di euro all’anno. Il cliente tipo del mercato libero è un grande consumatore (2. 5 Gwh di energia elettrica consumata mediamente all’anno) che compra per il 70% dei casi da grossisti o venditori (solo il 28% da consorzi). Le imprese con consumi annui inferiori ai 300 mila kWh (sette su dieci a Milano) per il 90% scelgono invece il mercato vincolato, rinunciando ad un risparmio annuo del 3-4% sul mercato libero. Anche i medi consumatori (consumo sino a 800 milioni di kWh: due imprese su dieci a Milano) preferiscono nel 70% dei casi il mercato vincolato, mentre il passaggio a quello libero comporterebbe loro un risparmio sul costo medio del kWh del 7-8%. L’impresa che ha scelto il mercato libero per il 40% si dichiara altamente soddisfatta, il 41% non ha mai cambiato operatore da quando si rifornisce sul mercato, il 63% si rifornisce al mercato libero da più di tre anni. Permangono invece le resistenze da parte di chi abitualmente fa riferimento al mercato vincolato: se il 97% di queste imprese è a conoscenza dell’esistenza del libero mercato, solo il 27% sarebbe disposto a cambiare fornitore per l’acquisto di energia elettrica, e solo a ragione di un buon vantaggio economico. Tra coloro che intendono rimanere sul vincolato, il 20% è convinto di non risparmiare a sufficienza migrando sul mercato libero. Mediamente una impresa milanese spende all’anno quasi novantamila euro per l’elettricità. I settori a più alto consumo energetico sono il chimico (23%), il meccanico (16%) e quello tessile (16%); consumano assai meno il commercio all’ingrosso e al dettaglio non alimentare (7%), e il settore legno e mobili (2,9%). In un caso su cento, c’è chi autoproduce parte del suo consumo attraverso l’energia solare. E a decorrere dal 1° luglio 2007 tutti gli utenti (compreso quelli domestici) potranno scegliere liberamente il gestore da cui rifornirsi con conseguente apertura totale del mercato. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal primo Rapporto sulla Domanda di Energia Elettrica e da una stima della Camera di commercio di Milano. Il rapporto promosso dalla stessa Camera di commercio di Milano assieme ad Indis e col supporto scientifico del centro ricerche Ref di Milano. L’indagine è stata condotta su 664 imprese provenienti da 13 settori di attività: 9 del manifatturiero con più di 9 addetti e 4 dei servizi con più di 5 addetti (commercio all’ingrosso e al dettaglio, turismo e ospedali). Tariffe e costi. La spesa totale dichiarata dal campione sfiora i 60 milioni di euro, il 76% (quasi 45 milioni di euro) riferibile all’energia acquistata sul mercato libero; la spesa media di ciascuna impresa è di poco superiore a 89 mila euro: quella delle imprese che si approvvigionano sul mercato libero supera i 200 mila, quella delle imprese agganciate al mercato vincolato si ferma a 29 mila euro. Il 48% delle imprese dichiara che l’energia incide sui costi meno del 2%, il 52% dichiara più del 2%; tra quest’ultimi, per il 13% i costi dell’energia incidono tra il 6 e il 10%, per il 6% l’incidenza supera il 10%. Le imprese che dichiarano un’incidenza dei costi energetici maggiore sono quelle che si riforniscono sul mercato libero. Quanto ai costi al kWh, metà dei siti produttivi monitorati si posiziona su valori inferiori a 14. 9 centesimi di euro/kWh, per una media pari a 15. 5 centesimi di euro. Sul mercato libero, metà delle imprese paga meno di 13. 1 centesimi di euro al kWh per un valore medio che si colloca a 13. 5 centesimi di euro e si ottengono inoltre migliori condizioni di acquisto al crescere dei consumi: dal costo medio di 16. 2 centesimi di euro al kWh per chi consuma sino a 300 Mwh annui, ai 9. 8 centesimi di euro al kWh per chi consuma più di 10 Gwh all’anno; per i grandi consumatori, il risparmio si deve anche alla struttura regressiva delle imposte erariali e dell’addizionale provinciale, ad una aliquota Iva che avvantaggia il manifatturiero (10%) anziché il commercio (20%) e ad una minore incidenza dei costi di distribuzione. Un buon risparmio rispetto al mercato vincolato, dove metà dei clienti sostiene un costo inferiore ai 15. 5 centesimi di euro al kWh ma per un valore medio di 16. 2 centesimi di euro. Energia e consumi. Metà delle imprese del campione dichiara un consumo inferiore ai 132 Mwh; un 10% di imprese dichiara consumi superiori a 1. 5 Gwh e un altro 10% inferiori a 26 Mwh. Il 68% delle imprese che acquista sul libero mercato compra ad un prezzo indicizzato secondo parametri di aggiornamento concordati con il fornitore. Il 74% delle imprese del campione si avvale di un prezzo monorario, ma quasi l’80% del consumo energetico è ascrivibile al 26% delle imprese che si avvale della tariffa multiorario (pagando corrispettivi differenziati per fascia di consumo), scelta in prevalenza da imprese del settore manifatturiero. Si configura così un consumo medio per impresa con prezzo multiorario di oltre 2. 3 Gwh, a fronte di un consumo medio per impresa con prezzo monorario di 215 Mwh. Il 77. 4% delle imprese opera 1 turno di lavoro su 5 lavorativi, l’8% opera 5 giorni alla settimana su 2 turni giornalieri, ma circa il 44% dei consumi vengono effettuati da imprese che operano su tre turni lavorativi giornalieri per 5 e per 7 giorni alla settimana. I grandissimi consumatori lavorano a ciclo continuo, talvolta persino senza interruzioni settimanali: consumano in media 4. 5 Gwh all’anno e si tratta in prevalenza di imprese attive nei settori della metallurgia, del chimico, della meccanica e del tessile. Tipi di allacciamenti. Nonostante sia la modalità più diffusa (66%), sugli allacciamenti in bassa tensione transitano solo l’8% dei volumi consumati, mentre il 76% dei consumi è ascrivibile agli utenti allacciati in media tensione (30%); l’alta tensione (3%) rappresenta il 16% del consumo sull’intero campione. Media e alta tensione sono tipologie di allacciamento prevalente tra i grandi consumatori con una maggiore incidenza del settore manifatturiero (17%), mentre è il commercio il settore con una maggior incidenza dei consumi in bassa tensione (26%). Il 59% delle imprese che si approvvigionano sul mercato libero è allacciata in media tensione mentre il 90% delle imprese allacciate in bassa tensione si rifornisce ancora sul mercato vincolato. Esempi virtuosi. 3 imprese su 664 del campione autoproducono energia elettrica. Un’azienda tessile autoproduce a biomassa l’80% dei propri consumi annui pari a quasi 7Gwh; un’altra autoproduce attraverso la cogenerazione il 14% dei propri consumi pari a circa 7 Gwh annui. Infine, nel settore meccanica, un’impresa dichiara di autoprodurre attraverso energia solare l’1% dei propri consumi pari a oltre 20 Gwh annui. Contratti. L’83% delle imprese che comprano al mercato libero stipula un contratto annuale, il 40% si dichiara soddisfatto e non ha intenzione di cambiare fornitore alla scadenza contrattuale. Il 76% delle imprese che acquistano sul libero mercato non accetta un contratto con interruzione della fornitura, nonostante una remunerazione (prevista per il triennio 2004-2006) di 2. 1 centesimi di euro al kWh per i clienti che si dichiaravano disponibili ad interruzioni istantanee della fornitura (per far fronte all’emergenza black-out) e di 0. 8 centesimi di euro al kWh per quelli disponibili ad interruzioni con preavviso. .
 
   
 

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