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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Giugno 2006
 
   
  LAVORARE UNITI PER COMBATTERE SOVRAPPESO E OBESITÀ

 
   
  Un richiamo agli Italiani a modificare lo stile di vita, all’incremento dell’attività fisica, a un’alimentazione più corretta, alla necessità di lavorare insieme – mondo scientifico, Istituzioni, industria, professionisti della comunicazione – per affrontare il problema sempre più grave del sovrappeso e dell’obesità. E’ venuto da Michele Carruba, Presidente della Sio-società Italiana dell’Obesità, che ha inaugurato oggi a Milano il Iii congresso nazionale della Sio alla presenza del Sottosegretario alla Salute, Sen. Antonio Gaglione, e del rappresentante della Direzione Generale Salute e Protezione del Consumatore della Commissione Europea, Fabio D’atri. Al sottosegretario Gaglione, che ha ribadito l’impegno assunto dal Ministro Livia Turco di affrontare il fenomeno dell’obesità giovanile in Italia, Carruba ha ricordato come: “trasmettere nuovi modelli di stile di vita, correggere abitudini alimentari ormai deviate, promuovere l’attività fisica degli Italiani è un obbligo più che morale. Per farlo, è necessario agire uniti, medici, industria alimentare e delle bevande, politici, esperti di comunicazione, perché il fenomeno è complesso e richiede l’attivazione di importanti risorse, che solo uno sforzo comune può rendere disponibili”. In Italia, oltre la metà della popolazione non compie alcuna attività fisica e sono sotto gli occhi di tutti i cambiamenti nel modo di alimentarsi, soprattutto tra i giovani: si abbandona la tradizionale dieta mediterranea per rivolgersi a modelli alimentari diretto frutto della globalizzazione. “Il risultato della combinazione di questi due elementi - ridotta attività fisica ed errata alimentazione - sono sovrappeso e obesità,” ha sintetizzato Philip James, Presidente Iotf-international Obesity Taskforce. “In Europa, il fenomeno è in rapida crescita negli adulti,” ha ricordato. “Nei diversi Paesi i tassi di obesità variano tra il 19 e il 27% negli uomini, fino al 38% nelle donne. In alcune regioni il tasso combinato di obesità e sovrappeso supera il valore del 67%. Finlandia, Germania, Grecia, Cipro, Repubblica Ceca, Slovacchia e Malta hanno tassi di sovrappeso superiori agli Stati Uniti. Ma il problema più allarmante sono i bambini - ha proseguito. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) un ragazzo su 5 in Europa è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso – 3 milioni dei quali obesi – si aggiungono altri 400 mila ‘nuovi’ sovrappeso. ” “Le ricerche - ha concluso James - mostrano che il sovrappeso e l’obesità nei bambini sono più marcati nei paesi del Sud-europa. E l’Italia è tra i paesi maggiormente colpiti. ” “In Italia, a fronte di un dato per gli adulti che dice come uno su tre sia in sovrappeso (33,4 per cento) e il 9,1 per cento obeso, mediamente è obeso il 13 per cento dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, il 26,9 per cento dei maschi e il 21,2 per cento delle femmine tra i 6 e i 17 anni è sovrappeso, con un picco soprattutto nella fascia d’età 6-9 anni: 33,6 per cento nei maschi e 34,6 per cento nelle femmine,” ha ricordato Carruba. “L’allarme è più che giustificato: i giovani sovrappeso od obesi si trasformano in adulti sovrappeso od obesi, con conseguente maggior rischio per la salute. Ma soprattutto, nei giovani si riscontrano già, e sempre con maggior frequenza, malattie tipiche dell’età matura come il diabete di tipo 2,” ha aggiunto ancora Carruba. “Sovrappeso, obesità e le malattie che queste condizioni causano – diabete e malattie cardiovascolari in particolare – costano ogni anno all’Italia ben 22,8 miliardi di Euro di soli costi diretti, per ospedalizzazione e cure mediche, oltre 44mila miliardi delle vecchie lire,” ha proseguito. “Inoltre, non si tratta di un semplice problema estetico: di obesità si muore, 390 persone ogni 100mila abitanti ogni anno. Giovani adulti con un indice di massa corporea (Bmi) di 35 o superiore hanno una riduzione nell’aspettativa di vita fino a 10 anni. E tutto ciò ha un grande impatto sulla società e sull’economia di un Paese, al quale vengono sottratte importanti risorse per lo sviluppo. Ecco perché è fondamentale mettere in atto alleanze e forme di collaborazione per arginare questo fenomeno sempre più preoccupante: l’obesità non si guarisce, può solo essere prevenuta, ” ha proseguito. Il momento per un’azione concreta è favorevole. “Anche grazie alla maggiore sensibilizzazione sul tema degli stili di vita, diffusa in questi ultimi anni dalle campagne che il Ministero della Salute ha promosso – ha ricordato l’ex-Ministro della Salute Girolamo Sirchia - il Censis ci dice che il 54,4% degli italiani, riconosce che le abitudini, il modo di vita di una persona, l’alimentazione, l’attività fisica sono i fattori più importanti per la salute”. In Europa, i rappresentanti dell’industria alimentare, delle autorità sanitarie, delle associazioni consumatori, delle organizzazioni commerciali e pubblicitarie, hanno sottoscritto lo scorso anno un protocollo d’impegno denominato ‘Piattaforma Europea sull’alimentazione, l’attività fisica e la salute’. Fabio D’atri ha spiegato come l’obiettivo di questo documento sia proprio quello di richiamare l’attenzione di tutte le parti coinvolte al problema obesità e sovrappeso, e, appunto, favorire forme di collaborazione sempre più strette. Con questa iniziativa, la Commissione Europea non intende sostituirsi agli Stati membri, quanto piuttosto dare l’esempio di come sia possibile impegnarsi insieme per un risultato che deve essere condiviso. “La Piattaforma Europea è un segnale, importante, secondo cui perlomeno a livello continentale, il mondo dell’industria alimentare e delle bevande ha compreso come il problema dell’eccesso di peso sia non solo una questione di salute pubblica, ma anche un fenomeno che ha raggiunto dimensioni finanziarie tali da avere un impatto sulle economie dei Paesi”, ha aggiunto Carruba. .  
   
 

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