|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Settembre 2007 |
|
|
  |
|
|
LA CONSIGLIERA DI PARITÀ DELLA PROVINCIA DI TORINO: UN’INTESA PER PREVENIRE E COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE SUL LAVORO
|
|
|
 |
|
|
Torino, 19 settembre 2007 - Un protocollo d’intesa per intensificare il raccordo e le sinergie a favore della corretta applicazione della normativa antidiscriminatoria e della promozione delle politiche di Pari Opportunità di genere nel lavoro. L’accordo vede la firma delle Consigliere di Parità della Provincia di Torino, Laura Cima e Ivana Melli, della Direzione Provinciale del Lavoro di Torino, Direttore Donato Antonio Grippa, dei rappresentanti sindacali dell´ufficio vertenze: Michele di Bari – Cgil, Gaetano Quadrelli – Cisl, Teresa Cianciotta – Uil. Il protocollo è stato presentato stamane alla presenza dei rappresentanti sindacali, della Direzione Provincia del Lavoro di Torino, dei rappresentanti della Commissione Tripartita provinciale. «La firma del protocollo rappresenta un importante passaggio – ha spiegato la Consigliera di Parità Laura Cima - per favorire il raccordo nella azioni di prevenzione delle discriminazioni sul mondo del lavoro. E’ infatti su questo aspetto che noi vogliamo lavorare, in sinergia per raggiungere con un sostegno concreto sempre più donne e per favorire e valorizzare le buone prassi aziendali». Il protocollo d’intesa prevede un impegno concreto per rafforzare l’azione antidiscriminatoria in tutte le tipologie del lavoro, compresi i lavori atipici, nelle azioni contro il mobbing e le molestie sessuali e nelle azioni antidiscriminatorie relative alla tutela della maternità e paternità. Sull’importanza del lavoro di rete per la costruzione di buone prassi, ha posto l’accento il dott. Quadrelli della Csil, cui è seguito l’intervento del dott. Giampiero Colore della Direzione Provinciale del Lavoro di Torino che ha sottolineato l’importanza di diffondere una cultura della legalità. Molto favorevole anche la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro, di recente costituzione, importante tramite con le aziende. In particolare, il protocollo prevede una maggior collaborazione nelle procedure per la risoluzione dei casi di discriminazione segnalati e nella promozione dei servizi, nella formazione degli/lle operatori/trici, nella raccolta ed elaborazione dei dati e nell’esame dei contratti in un’ottica di genere. L’intesa, è rafforzata dalla firma a livello nazionale, nel giugno 2007, del Protocollo d’intesa tra la Consigliera nazionale di Parità, la Direzione Generale del Mercato del Lavoro e la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva. I Casi Di Discriminazione Di Genere Trattati Dall’ufficio Della Consigliera Di Parita’ Le Consigliere di Parità presentano i dati dei casi di discriminazione di genere trattati dal loro ufficio nel 2006 e nei primi mesi del 2007, sottolineando la soddisfazione per il costante incremento delle persone che si rivolgono al loro ufficio per avere informazioni, per segnalare casi, per richiedere un suo intervento. «Il totale di 72 casi trattati nell’anno 2006 a fronte dei 58 per il periodo Gennaio-luglio 2007 si traduce in un incremento del 38 % nel ricorso al servizio da parte dell’utenza – spiegano Laura Cima e Ivana Melli – senza contare le innumerevoli telefonate e le e-mail che ogni giorno si ricevono presso l’ufficio e tramite i Centri per l’impiego. Un risultato raggiunto grazie alla qualità e quantità di informazioni rese disponibili presso l’ufficio della Consigliera, al sito Internet, alla sinergia con i 13 Centri per l’Impiego di Torino e provincia, ai numerosi progetti, convegni, seminari e attività proposti nel territorio, occasione preziosa per la distribuzione di materiali informativi che mettono in evidenza il ruolo di tutela delle Consigliere». Tipologia dei casi
Discriminazione |
2005 |
% |
2006 |
% |
2007 |
% |
|
|
|
|
|
|
|
Mobbing |
2 |
3,6 |
12 |
17 |
6 |
10,3 |
v. Maternità/paternità |
17 |
31 |
18 |
25 |
4 |
7 |
Molestie |
2 |
3,6 |
4 |
6 |
3 |
5,1 |
Discr. Sex |
4 |
7,2 |
4 |
6 |
0 |
0 |
Prob sindacali |
10 |
18 |
15 |
21 |
16 |
27,6 |
Inform. Conciliazione e maternità |
20 |
36 |
19 |
25 |
29 |
50 |
Totale |
55 |
100% |
72 |
100% |
58 |
100% |
| La maternità, cui sono legate le esigenze di conciliazione tra vita lavorativa e vita famigliare, è il momento più delicato per la vita lavorativa di una donna. Nei primi 7 mesi del 2007 i casi di discriminazioni legati alla maternità interessano il 50% della totalità dei casi, cui seguono quelli di natura sindacale nel 27,6%. La necessità di conciliazione dei tempi ricade ancora oggi in prevalenza sulla donna, fortemente penalizzata da un insieme di fattori: la maternità, non concepita come valore sociale, continua ad essere considerata “un fatto privato” cui le famiglie, e in particolare le donne, devono far fronte “in proprio” nella ricerca di soluzioni. Alla carenza di servizi per l’assistenza a bambini e anziani (genitori, famigliari di lei o di lui) si aggiunge la difficoltà nell’ambiente di lavoro. La richiesta di formule di conciliazione come il part-time o l’orario flessibile innestano spesso meccanismi di ostilità che ricadono sulle scelte obbligate della lavoratrice o comunque creano un clima conflittuale nell’ambito del lavoro. Tipologia Del Soggetto Discriminato - Prevalentemente è: donna, di nazionalità italiana, di età compresa tra i 30 e 40 anni, ha un diploma di scuola superiore, è coniugata con un figlio, ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno, è occupata come impiegata prevalentemente nel settore dei servizi, in un’azienda privata di piccola dimensione. «Un dato saliente dei primi 7 mesi 2007 – spiegano ancora le Consigliere di Parità - è il notevole incremento delle richieste di informazione sulle tutele per la maternità e la paternità, cui fa riscontro una diminuzione dei casi di discriminazione su questo aspetto. L’azione informativa e preventiva che abbiamo avviato, anche attraverso le pubblicazioni e gli interventi di sensibilizzazione promossi, ha quindi favorito una maggiore consapevolezza nelle persone e nelle imprese riguardo all’esistenza dei diritti, della possibilità di usufruirne, del dovere di rispettarli. Uno sforzo da proseguire anche nei confronti delle aziende, cui abbiamo rivolto l’opuscolo “Azienda amica delle mamme e dei papà” e delle donne meno informate e tutelate, ad esempio per le immigrate o le lavoratrici atipiche. Per questo abbiamo rafforzato un’azione “a tutto campo” che permetta di informare le donne sull’opportunità di trovare un supporto al loro problema. Tra le più significative la collaborazione con il progetto “Vicino a te” del “Telefono Rosa” e la recente creazione di nuove reti come quelle delle mediatrici culturali e dei Cpo nella Sanità. Sono, invece, in fase di consolidamento le reti già sperimentate sul territorio, come quelle delle Referenti di Parità dei Centri per l’Impiego e delle agenzie della formazione professionale. Casi In Giudizio - La maternità è anche la causa degli ultimi due casi portati in giudizio con successo dalla Consigliera attraverso l’avvocato Mirella Caffaratti. Riguardano: una lavoratrice licenziata a causa della maternità. L’alta professionalità della lavoratrice, licenziatasi dall’occupazione precedente per rispondere alla specifica offerta di assunzione dell’azienda in questione, non ha impedito che la comunicazione della gravidanza, provocasse l’immediato licenziamento, motivato dal mancato superamento del periodo di prova. Dopo un’ampia e proficua discussione presso la sezione lavoro del Tribunale di Torino, le parti hanno raggiunto un accordo che oltre ad un risarcimento a favore della lavoratrice, prevede l’impegno da parte della società a diffondere il Codice delle pari opportunità. Un altro caso di rilievo riguarda una dipendente di un Comune del circondario di Torino a cui non era stato conteggiato il periodo di astensione obbligatoria per maternità, da parte dell’Amministrazione pubblica, ai fini della progressione di carriera, con conseguenti danni anche retributivi. Il 30 Maggio 2007, il Tribunale di Pinerolo ha ritenuto valide le ragioni della signora condannando la Pubblica Amministrazione a riposizionare la lavoratrice al livello di categoria e retribuzione che avrebbe avuto se si fosse tenuto conto del periodo di astensione obbligatorio per maternità. La causa ha permesso di dare applicazione integrale e concreta non solo alle norme a tutela della maternità, ma anche alle norme antidiscriminatorie. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|