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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Settembre 2007
 
   
  IL GOLDONI SOLARE DI LLUíS PASQUAL: “LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO” DI CARLO GOLDONI, CON EROS PAGNI, DAL 9 OTTOBRE, AL PICCOLO TEATRO DI MILANO

 
   
   Milano, 24 settembre 2007 - Dopo un prestigioso itinerario che l’ha condotto dalla Biennale di Venezia al Festival Grec di Barcellona, arriva al Piccolo Teatro Grassi, dal 9 fino al 28 ottobre 2007, La famiglia dell’antiquario di Carlo Goldoni, con Eros Pagni, Virgilio Zernitz, Gaia Aprea, Anita Bartolucci e con la regia di Lluís Pasqual, spettacolo prodotto, nell’ambito delle celebrazioni del terzo centenario della nascita di Carlo Goldoni, dal Teatro Stabile del Veneto e dal Teatro Stabile di Genova, con il sostegno della Biennale e in collaborazione con la Regione Veneto. Fra i maggiori registi europei, il catalano Lluís Pasqual aveva affrontato Goldoni in una indimenticabile messinscena, Una delle ultime sere di carnovale, realizzata nel 1985. Ma non aveva ancora affrontato il commediografo veneziano, autore amato e frequentato, nella sua lingua originale. "Il termine teatro di regia - osserva Pasqual - esiste solo in Italia, per me il teatro è sempre e comunque teatro degli attori. Goldoni scrive per una compagnia di attori ed io non ho voluto snaturarne le intenzioni: sta tutto scritto nel testo. Le sue note di regia sono come uno spartito dei sentimenti. Assolutamente mozartiano, solare e positivo il testo è animato da personaggi che hanno una gran voglia di vivere. Io mi sforzo di cogliere, nello spirito e nelle movenze dei personaggi, il respiro di Goldoni e questo ´mettersi dentro al respiro dell’autore´ ha le stesse modalità sia per un testo teatrale che per uno spartito musicale: quello che in musica è l’attacco in teatro sono gli ingressi. In questo spettacolo ci sono trecentodiciassette tra ingressi e uscite che bisogna concertare!". Cresciuto alla scuola di Giorgio Strehler, poi fondatore di uno dei teatri più sperimentali di Barcellona, il Teatro Llure, quindi direttore del Teatro Odéon-teatro d’Europa e del Settore Teatro della Biennale di Venezia (1995), Pasqual è regista ugualmente sensibile alla drammaturgia contemporanea – da García Lorca a Koltès – come ai testi della tradizione, soprattutto settecentesca. Rappresentata per la prima volta durante il Carnevale del 1750, La famiglia dell’antiquario è la sesta delle sedici commedie che Goldoni progettò e realizzò in un solo anno, dopo il successo della Vedova scaltra che avviava la sua famosa riforma teatrale. Ad inquietare la famiglia del conte Anselmo, affetto da smania collezionistica frutto della sua vana erudizione, sono il mai sopito contrasto generazionale tra suocera e nuora - la contessa Isabella e Doralice, figlia del ricco mercante Pantalone – che incarna il ben più ampio scontro sociale e morale tra due mondi in opposizione, tra il lignaggio e la tradizione da una parte e la nuova intraprendenza economica dall’altra. La famiglia dell’antiquario è così l’affresco del lento e crepuscolare declinare di una intera classe nobiliare, di cui si percepisce tutta l’inanità, a fronte dell’impetuoso avanzare di una classe borghese, forte della sua produttività imprenditoriale. Momenti di cambiamento epocale che Goldoni affronta con mano leggera perché, come sottolinea ancora Lluìs Pasqual, ". I grandi non sono mai solenni, né pedanti. Loro sanno della leggerezza della vita e la spiegano con un sorriso lieve, non teso come può essere una risata. Dietro al teatro di Goldoni c’è un lavoro di ricamo di cui non si deve vedere la difficoltà. In fondo per me la più grande soddisfazione sarebbe che qualcuno alla fine mi chiedesse: ma tu che cosa hai fatto?". .  
   
 

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