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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Ottobre 2007
 
   
  PRESENTAZIONE PROGRAMMI UMANITARI

 
   
  Udine, 2 ottobre 2007 - Il "Programma umanitario per prestazioni sanitarie di alta specializzazione a favore di cittadini di Paesi non appartenenti all´Unione Europea" è stato presentato 28 settembre, nella sede della Regione a Udine, in un incontro organizzato da Regione e Centro Servizi Volontariato, presente l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Ezio Beltrame. Il Programma - come ha spiegato Claudia Gandolfi della Direzione della Salute - attua una legge nazionale in materia ed è iniziato con il primo ricovero nel 2005. Il cittadino deve risiedere in un Paese extracomunitario e senza accordi bilaterali sanitari con l´Italia, di norma non deve avere parenti residenti in Italia, deve essere in condizioni disagiate ed essere affetto da una patologia disabilitante. Le procedure hanno ben definite modalità e sono riferite ad alcune patologie; ogni anno vengono scelti i Paesi di provenienza in base a criteri di partenariato internazionale tra la Regione e quei Paesi. Le strutture sanitarie che si sono rese disponibili sono quelle dell´Istituto "Burlo Garofalo", dell´Azienda Ospedaliero-universitaria di Trieste, dell´Azienda Ospedaliera di Pordenone, dell´Azienda Ospedaliero-universitaria di Udine. Dal 2005 al 2007 le richieste sono state 26, delle quali 25 accolte e autorizzate; 17 gli interventi finora effettuati e le provenienze dei pazienti sono varie; 9 i trapianti di midollo, diversi gli interventi chirurgici di correzione di malformazioni varie, interventi neurochirurgici. L´assessore Beltrame - che ringraziando il Centro servizi volontariato, le varie associazioni e tutti i collaboratori ha affermato che "bisogna sì fare interventi di alto livello, ma con un occhio all´umanità, perché la tecnologia da sola non basta" - ha insistito su due concetti: "il Programma non è un intervento a sé stante e slegato dalla politica globale della Regione sulla salute; è sì un intervento umanitario, ma non meramente assistenziale". "Infatti - ha spiegato - la nostra politica si muove su tre assi fondamentali: dare unità agli interventi nei vari settori in un´ottica di sistema, che è indispensabile se vogliamo dare continuità agli interventi; fare in maniera che la nostra politica sia occasione di formazione e di internazionalizzazione del nostro sistema; e fare in modo che attraverso la logica di sistema si riesca a contare a monte dove si prendono decisioni di politica sanitaria". I vari programmi di cooperazione decentrata puntano perciò a creare collaborazione tra i popoli, tra regione e regione in vari campi della sanità; vi è poi la collaborazione con l´Organizzazione Mondiale della Sanità (che affiderà all´Agenzia regionale per la sanità il ruolo di Centro di collegamento per la classificazione delle disabilità) e con altri organismi internazionali. Circa poi la non assistenzialità degli interventi, Beltrame ha ricordato la legge regionale sull´Immigrazione, che permette di dare assistenza sanitaria completa ai cittadini extracomunitari regolari, ma pretendendo in cambio anche doveri; per i non regolari la Regione fornisce assistenza per far fronte a un problema sanitario complessivo (per la persona e la comunità) e comunque sempre finalizzato all´inserimento della persona. Circa il ruolo del volontariato, infine, l´assessore ha fatto presente che le variazioni di bilancio hanno previsto un consistente stanziamento per rafforzare il Centro Servizi Volontariato, chiamato a compiti sempre più difficili. "E speriamo di riuscire, attraverso la salute, a costruire anche la pace!". Testimonianze dirette sull´attività svolta "sul campo" (ovvero nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia) sono state fornite dai dottori Marino Andolina e Massimo Mondani e da Sabrina Vigliani della Comunità S. Egidio. Tra i problemi emersi vi è quello dell´assistenza ai malati e ai loro parenti fuori dall´ospedale: il volontariato - pur prezioso - spesso non è sufficiente. Un programma questo sanitario-umanitario, che ben rientra nell´ottica del "partenariato territoriale", come ha riferito Gabriella Presta del Servizio della Pace. .  
   
 

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