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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Ottobre 2007
 
   
  IL RADUNO ITALIANO DEL TABARRO, A TUTTI GLI EFFETTI CAPO SENZA TEMPO

 
   
  Il Tabarro: un capo che accompagna l’affascinante storia del fiume Po lungo tutto il suo percorso, come ricordato dalla bellissima poesia di Cesare Zavattini “I porta ancora al tabar da li me bandi”, unico indumento dei contadini della bassa padana o elegante paludamento dei nobili veneziani. Ma anche un capo che diventa sempre più di moda tra coloro che amano tradizione e bello. Sandro Zara, titolare del Tabarrificio Veneto di Mirano (Ve), l’unico luogo in Italia in cui i tabarri sono realizzati a mano, numerati e marcati a conferma della loro esclusività, e depositario di quella che non solo è una tradizione ma anche e soprattutto una passione per la ricerca, si è fatto promotore, per il secondo anno, del Raduno italiano di possessori di tabarri. L’occasione, come per lo scorso anno, è stata offerta dalla manifestazione “Piante e animali perduti” di Guastalla (Re), cittadina sulla riva del Po dove il tabarro è di casa. Grazie alla sensibilità degli amministratori di Guastalla e dei comuni della zona, e a Claudio Zannini, concessionario per la provincia di Reggio Emilia del Tabarrificio Veneto, lo scorso 29 settembre nella piazza principale, piazza Mazzini, si è tenuta una “sfilata senza tempo”: l’invito a sfilare, o a fare la “ruota”, come si dice in gergo, era rivolto a tutti coloro che possiedono tabarri, antichi e moderni. Senza bisogno di iscrizione, si sono presentati muniti solo di un tabarro e di una grande passione. I “modelli” che hanno indossato i capi più belli e originali sono stati premiati dalla giuria di esperti e sono stati invitati a festeggiare insieme con un rinfresco dopo la sfilata. .  
   
 

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