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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Ottobre 2007
 
   
  UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE PRESENTA LA METODOLOGIA DEI KEY PERFORMANCE INDEXES PER LA VALUTAZIONE DELLA ATTIVITÀ DELL’IMPRESA

 
   
 

Cinisello Balsamo, 10 ottobre 2007 - Si è svolto ieri, presso la sede di Ucimu-sistemi Per Produrre, il convegno incentrato sulla presentazione della metodologia dei Kpi, Key Performance Indexes, per la valutazione della attività dell’impresa. Al convegno, presenziato da Massimo Carboniero, consigliere Ucimu-sistemi Per Produrre, sono intervenuti, tra gli altri, Gian Maria Gros-pietro, direttore dipartimento di economia, università Luiss “Guido Carli”, e Alberto Bombassei, vicepresidente Confindustria e presidente Brembo. Obiettivo dell’incontro, aperto alla partecipazione delle imprese associate, era la presentazione delle caratteristiche e dei benefici che le aziende del settore possono trarre dall’utilizzo della metodologia dei Kpi, che permette la valutazione della strategia dell’impresa nella cura del cliente. Tale metodologia - ha affermato Massimo Carboniero, consigliere di Ucimu-sistemi Per Produrre - analizza gli aspetti qualitativi dell’offerta intesa nel suo complesso”. “L’applicazione del metodo dei Kpi - ha affermato Carboniero - permette, in concreto, di verificare le performance degli specifici processi aziendali rispetto agli obiettivi individuati dall’impresa nella definizione della propria strategia”. “Il valore sotteso a questa metodologia, che spinge l’imprenditore a attuare un processo di auto-valutazione del modo di fare impresa, rappresenta sicuramente un nuovo modo di intendere la prestazione aziendale. Si tratta infatti di un sistema che monitora, passo a passo, i risultati (performance) dell’azienda rispetto alle esigenze del cliente”. “In ragione di ciò - ha concluso Carboniero - Ucimu-sistemi Per Produrre, da sempre attenta a supportare le imprese associate nel processo-percorso di crescita e sviluppo, intende inserire il metodo dei Kpi tra i criteri di concessione e revisione del marchio Ucimu”. Segno distintivo che valuta l’impresa e non il prodotto, il marchio Ucimu è oggi concesso a circa un centinaio di imprese associate, rispetto alle oltre duecento che fanno parte della compagine ucimista. L’obiettivo sotteso all’iniziativa è dunque quello di elevare sempre di più il livello qualitativo dell’offerta proposta dalle imprese associate a Ucimu-sistemi Per Produrre. D’altro canto, come ha rilevato Gian Maria Gros-pietro, profondo conoscitore del settore: “l’associazione, fin dalla sua nascita nel lontano 1945, ha operato in questo senso, cercando di interpretare e, ove possibile, anticipare l’evoluzione del contesto nel quale le imprese operano”. “Il marchio Ucimu - ha osservato Gros-pietro - nato quale garanzia di qualità del prodotto, è divenuto “bollino di qualità dell’impresa” considerata nel suo complesso e si accinge oggi a una nuova trasformazione che contempla il cliente. Con il metodo del Key Performance Indexes - ha concluso Gros-pietro - il costruttore si impegna, ecco la novità dell’approccio, nei confronti del mercato verso il continuo miglioramento delle proprie performance”. Alberto Bombassei - vicepresidente Confindustria e presidente Brembo - ha rilevato: “l’iniziativa intrapresa da Ucimu-sistemi Per Produrre è testimonianza concreta di quanto le associazioni confindustriali possano fare per supportare e stimolare le imprese a crescere verso livelli di qualità sempre più elevati, obiettivo, questo, tra i principali indicati da Confindustria . Ucimu-sistemi Per Produrre è tra le prime associazioni a attuare questo strumento che, tra l’altro, contribuisce a accrescere il senso di appartenenza delle imprese associate alla propria ‘categoria’ e a valorizzarne il marchio”. “L’auspicio - ha concluso Alberto Bombassei - è che l’indirizzo indicato dalla associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione possa essere seguito anche da altre realtà del mondo confindustriale, in modo che il tema della qualità e dell’eccellenza, inteso nel suo senso più ampio, possa permeare sempre di più il tessuto industriale italiano”.

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