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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Ottobre 2007
 
   
  LA FACCIATA A MARE DI PALAZZO SAN GIORGIO E I CARTONI DI LODOVICO POGLIAGHI GENOVA, PALAZZO SAN GIORGIO 11 OTTOBRE 2007 – 30 APRILE 2008

 
   
  Genova, 10 ottobre 2007 - Dopo la conclusione della mostra “Lodovico Pogliaghi e la facciata a mare di Palazzo San Giorgio”, avvenuta lo scorso 9 settembre presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, i cartoni preparatori realizzati dall’artista lombardo fra il 1912 e il 1913 per l’intervento sulla facciata a mare dell’importante edificio genovese, saranno ospitati, dall’11 ottobre 2007 al 30 aprile 2008, presso la Sala delle Compere di Palazzo San Giorgio. La prosecuzione a Palazzo San Giorgio dell’esposizione dei cartoni già presentati a Palazzo Spinola di Pellicceria ha molteplici motivi e, in primo luogo, permetterà il confronto sia con l’attuale decorazione esterna sia con le opere, relative a questo tema, di proprietà dell’Autorità Portuale di Genova, ente che peraltro ha finanziato il restauro dei cartoni esposti in occasione della citata mostra. Soprattutto sarà occasione per offrire al pubblico l’intera documentazione relativa al cantiere della facciata dell’edificio che l’Autorità Portuale ha raccolto. In particolare, verrà esposto, per la prima volta, il manoscritto autografo “La Canzone del Sangue” scritta da Gabriele D’annunzio il 4 ottobre 1911, componimento che venne consegnato ufficialmente al Presidente del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, Prof. Ing. Nino Ronco, durante una cerimonia organizzata nel Salone delle Compere di Palazzo San Giorgio il 24 giugno 1912. Per l’evento, fu realizzata dal pittore Aurelio Craffonara una preziosa custodia decorata con miniature recanti alcune immagini simboliche della storia di Genova, come il Sacro Catino e l’effige di Guglielmo Embriaco. Nella stessa occasione furono donate al Presidente del Consorzio le tavole realizzate da Amos Nattini e destinate a illustrare il volume “Canzoni delle Gesta d’Oltremare”. Una copia dei cento esemplari numerati dell’opera, appartenente al patrimonio dell’Autorità Portuale di Genova, verrà presentata in mostra al fine di sottolineare il legame instaurato con il Consorzio Autonomo del Porto dal Vate, “che volle con tanta solennità accogliere il dono offerto con umiltà d’amore”. La copia del volume è collocata sulla scrivania che il primo presidente del Consorzio Autonomo del Porto, generale Stefano Canzio, fece costruire dalle Officine Coppedè di Firenze nel 1904. I sei cartoni preparatori, provenienti dalla Casa-museo di Lodovico Pogliaghi del Sacro Monte di Varese e ora qui riesposti, rappresentano una sorta di “anello di congiunzione” fra i tre cantieri (uno Seicentesco e due Novecenteschi) che interessarono uno degli edifici genovesi più importanti ed emblematici. Il primo tassello di questa vicenda storico-artistica è rappresentato dalla tela raffigurante la Madonna con il Bambino, san Giovannino e san Giorgio di Giovanni Battista Paggi (Genova, 1554 – 1627), conservata ancor oggi a Palazzo San Giorgio e risalente al 1613, che reca, nella parte in basso a destra, l’immagine della sede del Banco delle Compere con la decorazione eseguita da Lazzaro Tavarone (Genova, 1556? - 1640) nei primi anni del Seicento, andata purtroppo perduta nel corso dei secoli. L’irreparabile degrado della facciata tavaroniana all’inizio del Xx secolo è documentato in mostra da fotografie d’epoca provenienti dall’archivio dell’Autorità Portuale che testimoniano in quale grave situazione conservativa versasse Palazzo San Giorgio prima dell’intervento di Lodovico Pogliaghi (Milano, 1857 – Varese, 1950), tanto è vero che l’artista lombardo potè giovarsi di sufficienti tracce dell’opera tavaroniana solo per l’Allegoria della Fortezza, mentre le altre cinque figure presenti in questa esposizione – ossia il Putto, Simone Boccanegra, Guglielmo Embriaco, Cristoforo Colombo e Biagio Assereto – sono opere largamente, se non in parte totalmente, “d’invenzione” di Pogliaghi. Tuttavia, se per il Putto può aver fatto riferimento anche ad analoghe figure secondarie che talvolta Tavarone aveva inserito nei suoi cicli di affreschi, con ogni probabilità per i soggetti maschili la scelta delle personalità da raffigurare sembrerebbe fosse stata concordata con il Soprintendente dell’epoca, nonché responsabile del restauro architettonico, Alfredo D’andrade. Il risultato dell’intervento di Pogliaghi è testimoniato da immagini fotografiche scattate poco dopo, anch’esse esposte in mostra, e confrontabile con l’idea progettuale espressa dall’artista lombardo attraverso il grande “bozzetto” della facciata realizzato, come una vera e propria opera di pittura con straordinario gusto per la definizione dei particolari, all’inizio del 1912 e tuttora conservato a Palazzo San Giorgio. A conclusione della visita si potrà considerare l’attuale facciata dell’edificio come la possono vedere quotidianamente genovesi e turisti che affollano la zona dell’Acquario e del Porto Antico. L’ultima tappa, in ordine cronologico, di questo lungo cantiere è rappresentata infatti dall’intervento realizzato tra il 1987 e il 1991, in vista delle celebrazioni colombiane del 1992. Diretto dall’allora Soprintendente Giovanna Rotondi Terminiello e realizzato dalla restauratrice Pinin Brambilla Barcilon con il contributo di Raimondo Sirotti (per il quadro centrale con San Giorgio e il drago), questo “recupero d’immagine”, resosi indispensabile a causa di un rapidissimo deterioramento della facciata pogliaghesca, è il frutto di innovative proposte maturate nell´ambito del “Convegno di studi sui problemi di conservazione e restauro della facciate dipinte”, tenutosi a Genova nel 1982, che suggerivano modalità operative ben diverse da quelle fino ad allora seguite in merito al problema della reintegrazione pittorica, constatando come il criterio guida, analogamente a quello di molti interventi effettuati in paesi dell´Europa centro-orientale, potesse essere quello, di un vero e proprio rifacimento, effettuato nei casi in cui esso avesse potuto consentire la conservazione dei caratteri tipologici e visuali della città. .  
   
 

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