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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Ottobre 2007
 
   
  POSTE, LA REGIONE TOSCANA AIUTERÀ I COMUNI PIÙ DISAGIATI

 
   
  Firenze, 11 ottobre 2007 - Un aiuto per i paesi più piccoli o comunque disagiati: un sostegno per migliorare oggi i servizi postali e domani altri servizi che si rivolgono ai cittadini. La proposta di legge di legge annunciata prima dell’estate è pronta. La giunta regionale l’ha approvata lunedì sera - 300 mila euro le risorse già disponibili per quest’anno– ed ora il testo passa all’esame del Consiglio regionale, che si spera possa approvarlo entro la fine di novembre. «La Regione non ha competenze dirette in materia di servizi postali – ricorda l’assessore alle riforme istituzionali Agostino Fragai – ma ci siamo posti ugualmente il problema dei disagi che in alcuni comuni e paesi isolati si sono verificati a seguito della chiusura o della riduzione di orario di numerosi uffici postali, operata da Poste spa a partire dall’anno scorso. Abbiamo incontrato a più riprese Poste spa e i Comuni, per meglio capire. Abbiamo coinvolto anche il Ministero. E adesso avanziamo delle proposte». Via libera dunque ad incentivi e centri multifunzionali per garantire, in territori isolati e con la collaborazione di pubblico e privato, servizi essenziali per la collettività e minori disagi soprattutto per gli anziani. Le possibilità sono tante. Spetterà ai Comuni proporre progetti da finanziare: priorità avranno quelli che si associano tra loro. Gli uffici postali potranno ad esempio svolgere, oltre alle mansioni già loro proprie, servizi per conto di Comuni. Potranno riscuotere l’Ici ed altre entrate, potranno diventare tesoreria. I Comuni potranno magari organizzare servizi di navetta, perché, se riaprire un ufficio è impossibile, una soluzione può essere anche quella di organizzare un miglior servizio di trasporto verso altri uffici che altrove ci sono. «Poste spa – aggiunge l’assessore Fragai - potrebbe anche decidere di affidare alcuni dei propri servizi a soggetti già presenti sul territorio, ad esercizi commerciali ad esempio o ad empori polifunzionali, anche a patronati e sindacati che sono gli altri soggetti previsti dalla legge». «Potrebbero inoltre nascere, grazie ad accordi tra le aziende di gas, acqua, rifiuti e Poste spa, – prosegue Fragai – sportelli unici che svolgano non solo servizi postali ma che diventino il punto di riferimento per tutte le utenze di casa». E questa è un´altra importante novità prevista dalla legge, sulla strada della semplificazione e della sburocratizzazione. In fondo all’estero e in Europa qualcosa di simile già accade. E se è vero che Poste Italiane non ha ancora esternalizzato a terzi la gestione degli uffici postali, in Gran Bretagna, dove tra il 2000 ed il 2005 gli sportelli si sono ridotti del 18%, si è proceduto da tempo ad accordi con esercizi commerciali. Ed intese simili, a volte coinvolgendo i Comuni, sono state fatte in Germania e in Francia. La necessità di dare un sostegno ai Comuni che affrontano le situazioni di disagio, conseguenza delle carenze del servizio postale, è il punto di partenza della legge che la giunta ha scritto. Ma la proposta di legge, pur nella sua essenzialità, cercherà di muoversi anche nell’orizzonte più ampio di tutti i servizi di prossimità, non solo quelli postali, sostenendo anche in questo caso soprattutto i progetti che vedranno più Comuni associarsi fra loro. «Vogliamo aiutare gli enti locali a costruire una rete coordinata di iniziative ed interventi, sostenendo chi si farà portavoce di proposte concrete» conclude l’assessore Fragai. Scheda A luglio gli uffici postali presenti in Toscana erano 1020: un terzo poteva contare su un solo operatore, sette su cento aprivano un paio di volte la settimana od addirittura per un solo giorno al mese. Sono alcuni dei dati raccolti dagli uffici regionali nel corso dell’analisi che ha preceduto la stesura della proposta di legge per aiutare i comuni più disagiati. Dal 2004 ad oggi la politica di Poste italiane è stata quella di investire principalmente sugli sportelli più strutturati e della rete business e sugli uffici a più elevato indice di potenziale commerciale, tagliando ed accorpando a volte funzioni intermedie per cercare migliori economie di scala. Così un comune toscano su quattro conta oggi appena un ufficio postale e i comuni con uno o due uffici sono poco più della metà. Su 1020 sportelli presenti in Toscana, 346 sono uffici con un solo operatore e, di questi, uno su due apre per meno di trenta ore la settimana. Ci sono poi 75 uffici modulari ancora più residuali, tutti collocati in piccoli comuni: nell’84% dei casi svolgono solo servizi di base e se ne stanno aperti uno o due giorni alla settimana, a volte anche solo un giorno al mese. Massa Carrara e Grosseto sono le province dove maggiore è la loro presenza: seguono a ruota Arezzo, Lucca e Siena. Numerosi sono, anche a Pisa e Pistoia, gli uffici con un solo operatore. La razionalizzazione della rete degli uffici postali è iniziata tra il 2001 e il 2002. Nel 2006 sono stati chiusi in Toscana due uffici ed è stato ridotto l’orario di apertura in altri 73: 5 ad Arezzo, 13 a Grosseto, 12 a Lucca, 10 a Massa Carrara, 12 a Pisa, 7 a Pistoia e 16 a Siena. Disagi che si sommano alla difficoltà, a volte, di raggiungere gli uffici di altri paesi. Complessivamente il taglio ha riguardato le piccole frazioni di 53 diversi comuni (non solo montani), ma in Regione lamentele e segnalazioni di disagio – non solo per la chiusura degli uffici, ma anche per la posta ad esempio consegnata in ritardo, per le file eccessive davanti agli sportelli o per altri disservizi – sono arrivate, tra l’anno scorso e i primi sei mesi di quest’anno, da 99 comuni: oltre un terzo delle amministrazioni toscane. Ed anche a questi enti la proposta di legge appena varata si rivolge: quasi sei su dieci sono comuni montani o parzialmente montani. .  
   
 

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