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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Ottobre 2007
 
   
  IL PUNTO SULLO STATO DELL’EDITORIA IN ITALIA ALLA 59MA EDIZIONE DELLA BUCHMESSE A FRANCOFORTE: IL MERCATO LIBRARIO, IN LIEVISSIMA CRESCITA, RESTA IL PIÙ IMPORTANTE DELL’INDUSTRIA DEI CONTENUTI. CRESCONO LE COPIE E I TITOLI. E VINCE SEMPRE PIÙ IL LIBRO “MADE IN ITALY”

 
   
  Francoforte, 11 ottobre 2007 - “Vince il libro “Made in Italy”: si è sviluppata in questi anni una inedita capacità dell’editoria italiana di proporre sul mercato domestico, ma anche su quello internazionale, autori di libri nei diversi ambiti della manualistica, della saggistica, della stessa narrativa (si pensi agli autori di gialli e noir italiani) che solo non molti anni fa non c’era. Cambia quindi la parola d’ordine dell’editoria italiana: un po’ meno consumatrice di bestseller d’Oltralpe ma sempre più attenta alle nuove produzioni tutte italiane”: lo annuncia il presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Federico Motta dalla cornice della 59ma edizione della Buchmesse di Francoforte, la più importante manifestazione internazionale del settore librario per lo scambio dei diritti, in programma dal 10 al 14 ottobre. Inaugurata, nel Punto Italia, dal Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali Danielle Mazzonis. Un appuntamento significativo anche per fare il punto sullo stato dell’editoria italiana. Le traduzioni sono sempre meno - Il 22,2% delle opere pubblicate è tradotto da lingue straniere (fino a quattro-cinque anni fa questo valore si attestava stabilmente al 24-25%): in primis dall’area di lingua inglese (per il 54,5%) e francese (12,8%), seguite da “lingue slave”, “altre lingue” e “più lingue” (1,8%), che rappresentano - con il 7,8% complessivo - la terza “area” di traduzione dell’editoria italiana. Se si considera anche lo spagnolo (3%), e quindi anche le letterature del continente sud americano, si scavalca persino il tedesco (7,9%). Sta crescendo però l’interesse degli editori (e del pubblico) verso letterature e culture appartenenti a Paesi diversi: la Cina, ad esempio, rappresentava nel 2001 il 7% della vendita di diritti di case editrici italiane sul mercato Asia-pacifico, nel 2004 era già al 26%. Stabile l’export del libro italiano - Risulta stabile invece l’export di libri italiani all’estero (+1,1%), che raggiunge un valore di quasi 40 milioni di euro (non si riesce a considerare l’export su e-commerce). Il dato riflette la scarsa dinamicità della diffusione dello studio della lingua italiana all’estero e della presenza di libri italiani (anche in alcune aree di eccellenza come l’editoria d’arte, d’immagine, design e architettura, ecc. ) nelle librerie straniere, ecc: sono fattori strutturali che hanno bisogno di avere il supporto – su tempi lunghi – di soggetti istituzionali per poter avere ritorni di significativa importanza. Le cifre del settore nel 2006 - 3. 670 milioni di euro di fatturato, in leggera crescita (+0,6%) rispetto all’anno precedente, oltre 59mila titoli pubblicati (+13,2%), di cui il 61,1% costituito da novità, oltre 261 milioni di copie stampate. E ancora un tasso di lettura che registra un 44,1% della popolazione italiana con più di sei anni di età, pari a circa 24,3 milioni di persone (su 55. 189. 000 di residenti): è il valore più alto fatto registrare dal 1993. Sono questi gli elementi strutturali che fotografano il comparto dell’editoria libraria e multimediale italiana nel 2006 (la sintesi del Rapporto è in allegato). Cresce internet e la grande distribuzione, rallenta l’edicola. La libreria si conferma primo canale - Continuano le buone performance delle vendite di libri nei supermercati, grandi magazzini, centri commerciali - +18% nel 2006 (era il +12% nel 2005) -, crescono le vendite online (+30%), tiene la libreria (+1%), che rimane sempre il primo canale, mentre l’edicola si conferma come il secondo canale di vendita di prodotti editoriali librari (e correlati). Il settore librario resta il più importante dell’industria dei contenuti - Il mercato del libro cresce di poco ma continua a restare il comparto più importante nell’industria dei contenuti se il raffronto viene fatto su basi omogenee, considerando le sole spese del pubblico per acquistare libri, musica registrata, cinema, stampa quotidiana e periodica, ecc. (e quindi senza calcolare i ricavi pubblicitari per le aziende della stampa quotidiana e periodica, le console per l’industria dei videogames, ecc. ). Collaterali in netta flessione – Risulta invece in netto calo il mercato dei collaterali librari in edicola: il 2006 è stato infatti l’anno meno felice per libri e reference distribuiti in edicola assieme a quotidiani e periodici - dal 2002 ad oggi -, attestandosi comunque sulla cifra di tutto rispetto di 489milioni di euro di complessivi (-9% sull’anno precedente). E i primi sei mesi del 2007? Il primo semestre del 2007 indica una situazione non molto diversa da quella che aveva caratterizzato l’anno precedente, soprattutto a causa dell’assenza, nei primi sei mesi del 2007, di lanci di best seller di grande rilevanza. .  
   
 

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