Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Ottobre 2007
 
   
  OGGI: LIBRERIA MONDADORI, VENEZIA EPIGRAMMI DI MARZIALE

 
   
  Venezia, 11 ottobre 2007 – Oggi alle ore 18, allo Spazio Eventi della Libreria Mondadori (Venezia, San Marco n. 1345) nell’ambito dell’iniziativa “Ottobre: piovono libri”, la Biblioteca Nazionale Marciana, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Ca’ Foscari, organizza la presentazione del volume: Pio Magenta, Gli epigrammi di Marziale, a cura di Paolo Mastandrea (Salerno Editrice, Roma, 2006) . Ne parlano col curatore: Mario Infelise e Gino Belloni (Università degli Studi Venezia). Pio Magenta, Gli Epigrammi di Marziale, a cura di Paolo Mastandrea, Salerno Editrice, Roma, 2006 Il pubblico italiano poté conoscere la vasta produzione di Marziale nella sua forma integrale solo nel 1842, attraverso la godibilissima traduzione in versi di Pio Magenta; per oltre un secolo, nessun altro avrebbe trovato il coraggio di emulare l’opera di questo simpatico e un po’ anomalo ‘dilettante’ – un ingegnere pavese che fu prefetto di Verona e Vicenza, poi pubblicò a Venezia nella Biblioteca Antonelliana degli Scrittori Latini diretta da Pietro Canal. Magenta fece un grande lavoro da solo, senza patire complessi di inferiorità davanti al modello, aggirando sapientemente gli ostacoli dell’osceno per mezzo di un’intelligenza mai disgiunta dall’eleganza; in un clima culturale dominato dal romanticismo, egli colse il bisogno di spiegare alle platee dei lettori ‘medi’ (cui appunto guardavano con simpatia Berchet, Pellico e i suoi amici) i versi di un autore che ai suoi tempi aveva combattuto dure battaglie per una letteratura viva, naturale, antiretorica, e aveva protestato al grido di hominem pagina nostra sapit (cioè “la nostra pagina sa di uomo”) una aspirazione alla verità degna di sentimenti da commedia borghese. Paolo Mastandrea (Venezia 1950) insegna latino a Ca’ Foscari. Si occupa di storia della tradizione dei classici. Cura l’organizzazione di corpora e di singoli testi letterari in formato digitale. Ha da poco pubblicato per Zanichelli Il primo Latino (2002, con Valentina Mabilia); per gli Oscar Mondadori i Prodigi di Ossequente (2005, con Massimo Gusso); per il Galluzzo di Firenze i Cd-rom con Rime e Comedia di Dante (2005, con Luigi Tessarolo). Venezia, 10 ottobre 2007 Pio Magenta Nacque a Sedone, in Lomellina, il 26 ottobre 1771 dal fittabile Giuseppe e da Cristina Rognoni. Frequentato il ginnasio e il liceo a Pavia, conseguì il grado accademico di agrimensore e perito architetto; i suoi interessi tuttavia, lo spinsero verso gli studi di medicina, mentre nel frattempo coltivava la poesia d’occasione e la traduzione di poeti latini. L’arrivo dei Francesi lo trovò esponente di quella giovane élite colta che avrebbe prontamente aderito alle idee d’Oltralpe. Fu nominato nel 1797 commissario di polizia e responsabile unico della pubblica sicurezza del Dipartimento del Ticino divenne poi membro della direzione di Finanza dell’ex provincia Lomellina. In seguito completò gli studi di medicina e iniziò la pratica medica a Milano sotto al guida di G. Locatelli. Fu tuttavia la sua breve ma significativa esperienza di funzionario quella che avrebbe finito per definirne il percorso professionale. Nel 1802 fu ascritto al Collegio dei dotti con la qualifica di ingegnere e il vicepresidente F. Melzi d’Erl decise di affidargli la sede prefettizia vacante del Basso Po cola qualifica di commissario straordinario; ma nel 1803 la sua carriera subì una brusca battuta d’arresto per il coinvolgimento nel cosiddetto affare Ceroni, per il quale fu arrestato e detenuto a Milano e sospeso dall’impiego. Anche se ufficialmente scagionato, poté tornare ai vertici prefettizi soltanto nel 1806. Trascorse gli anni successivi a Vicenza, sede che riteneva temporanea e che invece lo vide confermato nel 1809, impegnandolo sia sul piano pubblico, sia quello privato. Nel frattempo percorso il tradizionale cursus honorum con nomina a cavaliere e poi a barone dalla Corona di ferro e inseritosi nei circoli della nobiltà vicentina in seguito al Matrimonio con la nobile Marianna Caldogno, Magenta poté continuare a coltivare la passione per le arti e la letteratura intrattenendo rapporti con esponenti della cultura veneta quali A. Canova e S. Stratico, che si aggiunsero a U. Foscolo, amico di vecchia data. Lasciò Vicenza nel 1813, ritirandosi a Pavia. Durante la restaurazione fu probabilmente vicino agli ambienti liberali, tanto che F. Confalonieri lo indicò come membro del secondo centro lombardo dei Federati. Il 14 marzo 1821, dopo lo scoppio della rivoluzione piemontese, fu nominato da Carlo Alberto membro della Giunta provvisoria di governo,ma preferì dimettersi dall’incarico, senza però che ciò gli evitasse di essere coinvolto nel processo di Milano del 1823, nel quale fu oggetto di indagini e di un lungo interrogatorio rimasto senza conseguenze. La polizia tornò ad interessarsi di lui nel 1833, nell’ambito del processo alla Giovine Italia lombarda. Tali precedenti dovettero precludergli definitivamente l’accesso a un pubblico impiego,cui egli ancora aspirava, come dimostrerebbero le varie suppliche inviate all’imperatore, per chiedere tra l0’altro di essere cancellato dagli elenchi della massoneria, alla quale era stato iscritto d’autorità in qualità di funzionario governativo. Consacratosi infine agli studi letterari, compose poesie d’occasione, liriche, tradusse gli Aforismi della scuola medica salernitana, oltre agli Epigrammi di Marziale. Collaboratore della Biblioteca italiana e dell’amico stampatore e libraio A. Torri come compilatore di biografie e prefazioni, dal 1817 fu anche impegnato sul fronte della pubblica assistenza e della beneficenza. Morì a Pavia il 28 settembre 184. Tratto dalla voce biografica di A. Arisi Rota, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2006, vol. 61, pagg. 318-321. .  
   
 

<<BACK