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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Ottobre 2007
 
   
  VERTICE DI LISBONA: MAGGIORANZA A FAVORE DELLA RIFORMA, MA CON QUALCHE RAMMARICO

 
   
  Bruxelles, 15 ottobre 2007 - In vista del Consiglio europeo che, il 18 e il 19 ottobre, dovrebbe approvare la riforma dei trattati, si è tenuto un ampio dibattito in Aula in cui gran parte dei deputati ha difeso i miglioramenti previsti. Alcuni di essi, auspicando maggiori progressi, non hanno però nascosto una certa delusione, in particolare sulla "leggibilità" del nuovo testo e sulle deroghe previste. Interventi dei rappresentanti del Parlamento europeo alla Cig. Elmar Brok (Ppe/de, De) si è dichiarato ottimista circa una conclusione positiva del vertice di Lisbona, che dovrebbe segnare l´accordo di tutti i paesi membri sul nuovo trattato. Se approvato, ha aggiunto, il progetto di riforme dei trattati garantirà un´Unione più efficace e più democratica. Al riguardo ha evidenziato in particolare il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo nel processo decisionale. Enrique Barón Crespo (Pse, Es) ha sottolineato un progresso importante, garantito anche dall´azione del Parlamento europeo: l´articolo sulla cittadinanza europea, che era stato relegato nel progetto di riforme nel cosiddetto Trattato sul funzionamento dell´Ue, «è tornato ad avere il posto che gli spetta nel trattato sull´Unione europea». Andrew Duff (Alde/adle, Uk) ha espresso la sua preoccupazione per l´emergere di «un´Europa self-service», dovuta soprattutto, alla richiesta inglese di esclusione della Gran Bretagna dalle decisioni nel campo della giustizia e degli affari interni e dei diritti fondamentali. Interventi in nome dei gruppi politici Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha ricordato il forte sostegno del suo gruppo al progetto di trattato, «per avere un´Europa capace di funzionare a 27». Il progetto di riforme, infatti, rappresenta un «buono strumento per rispondere alle attese dei cittadini». Martin Schulz (Pse, De) si è dichiarato ottimista per il vertice di Lisbona. Soffermandosi poi sul processo di ratifica che seguirà l´eventuale approvazione delle riforme, ha spiegato che il fallimento di tale fase «rappresenterebbe la fine dell´Ue così come ora è concepita». Graham Watson (Alde/adle, Uk) si è detto d´accordo che il fallimento del vertice di Lisbona sarebbe una «tragedia», poiché, con le regole attuali,le istituzioni europee non potrebbero funzionare. Per Konrad SzymaŃski (Uen, Pl), se si vuole concludere con successo il summit di Lisbona, non bisogna criticare, in questa delicata fase di negoziazione, le posizioni della Polonia e della Gran Bretagna. Secondo Monica Frassoni (Verdi/ale, It), a pochi giorni dalla conclusione della Conferenza intergovernativa, «ci prepariamo alla solita notte, alla solita giornata di mercanteggiamento come è sempre successo, che si salderà come sempre con un compromesso al ribasso». Ha poi spiegato che la lettura dei vari testi - «riusciti ad ottenere attraverso canali pseudo-segreti» - dimostrano che i testi sono di lettura «molto complicata». In proposito, ha sottolineato che i negoziatori «non hanno nessun interesse a spiegare e a coinvolgere i loro cittadini» in quello che avrebbe dovuto essere «un momento importante della loro vita democratica». Un testo aggiunto «oscuro, pieno di postille e deroghe che indeboliscono l´Unione europea, in particolare in materia di politica estera e di chiarezza del diritto». La co-presidente dei Verdi ha poi sostenuto che il negoziato - «totalmente in mano ai governi» - è stato condotto «alle spalle dei cittadini e approfittando del fatto che le infinite disquisizioni linguistiche e burocratiche hanno avuto ragione di quella passione e di quella partecipazione democratica che, nel bene o nel male, aveva caratterizzato la stagione della convenzione e anche quella dei referendum». A suo parere, inoltre, i tre rappresentanti del Parlamento ai lavori della Cig «non sono riusciti a migliorare in modo sensibile la trasparenza del processo». Se sono forse riusciti a ridurre i danni, ha aggiunto, «non hanno potuto portare alcun particolare miglioramento perché non ne avevano lo spazio». Ha quindi sostenuto di non vedere per quale ragione «dobbiamo essere considerati e considerarci co-responsabili di questo testo». Né perché «dobbiamo dire che se questo non passa sarà la tragedia e che il testo è fantastico». Questo testo, ha invece esclamato, «è orribile!». Qualsiasi lettore, ha spiegato, si rende chiaramente conto «che non è questo che i cittadini volevano». Ha tuttavia, affermato che «è evidente che è meglio che niente» e bisogna essere «responsabili e credibili rispetto ai cittadini». Pertanto, nonostante le lacune, ha chiarito che avrebbe appoggiato il compromesso. Nel farlo, tuttavia, ha sottolineato che «non possiamo mentire e non possiamo dire che questo è il massimo a cui potevamo arrivare, perché i governi ci hanno scippato questo processo costituzionale e lo hanno reso quello che è, mentre poteva sicuramente essere molto meglio». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha affermato la contrarietà del suo gruppo al progetto di riforme. Ha spiegato: «Siamo contrari non per nazionalismo, ma perché nessuna delle critiche di fondo, che hanno caratterizzato il dibattito sul progetto di costituzione, è stata ripresa». Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk) ha sottolineato che il nuovo progetto di riforme non è diverso da quello della Costituzione. Inoltre, «il testo è illeggibile, troppo ampio e contro gli interessi dei cittadini europei». Ha poi criticato la decisione, di alcuni Stati, di non tenere un referendum sul nuovo trattato. Frank Vanhecke (Its, Be) ha criticato le nuove competenze in materia d´immigrazione che comporterebbe il progetto di riforme, se approvato. Il rischio, secondo il deputato, sono decisioni prese «in modo non trasparente». Interventi dei deputati italiani Alessandro Battilocchio (Ni, It) ha voluto sottolineare che, in vista del prossimo Vertice, "cittadino europeo" è chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro secondo il diritto nazionale. In proposito, ha spiegato che è quindi cittadino chiunque usufruisca dei diritti che tale status gli riserva, primo fra tutti il diritto di voto e il diritto di essere eletto membro del Parlamento europeo. «Per chi lavoriamo da anni quando parliamo di diritto alla libera circolazione, all´educazione, alla salute, al lavoro, alla dignità se non per i cittadini che ci hanno democraticamente eletti?», si è quindi chiesto il deputato. A suo parere, inoltre, non meno importante è mantenere «il mutuo rispetto tra gli Stati membri», ricordando che un gentleman agreement «sancisce da decenni la parità di peso tra i tre maggiori Stati dell´Ue dopo la Germania». Sul piano linguistico, ha aggiunto, questa parità «è già stata violata innumerevoli volte» e la proposta di relazione «vuole eliminare tale parità anche sul peso politico». Se questa è l´impostazione di fondo, ha ammonito, «non meravigliamoci troppo che sia così difficile trovare un accordo per definire un futuro insieme». Il Vertice europeo, ha concluso, «rifletta quindi a fondo sui concetti di cittadinanza europea e di legittimità democratica». .  
   
 

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