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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Ottobre 2007
 
   
  FORMIGONI: LA LEGGE BIAGI AIUTA MERCATO DEL LAVORO

 
   
  Milano, 15 ottobre 2007 - La "Biagi" è una buona legge, da difendere ma soprattutto da applicare. E, dati alla mano, ha migliorato la performance del mercato del lavoro: il tasso di occupazione è in continua crescita, la disoccupazione è diminuita di oltre 2 punti percentuali tra il secondo semestre del 2003 e il secondo semestre del 2007. E ancora, ha ottenuto risultati significativi sull´emersione del lavoro irregolare, ha permesso di avviare una moderna politica dei servizi di accompagnamento al lavoro e ha favorito l´avvio e il consolidamento di una nuova politica di integrazione tra formazione e lavoro. Da questa considerazione è partito l´intervento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al convegno "Dare valore al lavoro" cui hanno partecipato, tra gli altri, Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Fi, Stefania Craxi, presidente Giovane Italia, Giampiero Cantoni, Maurizio Sacconi, Giuliano Cazzola, presidente Comitato difesa legge Biagi, e Gianni Bocchieri, presidente Apla (Agenzie per il lavoro Associate). "La legge Biagi - ha detto Formigoni - ha messo regole più chiare in un mercato, quello del lavoro, che da molti anni aveva già iniziato a precarizzarsi. E soprattutto non ha aumentato il precariato. Oggi l´occupazione stabile nel nostro paese è attestata all´87%, mentre la quota di lavoro cosiddetto atipico è del 13%. Siamo sotto la stessa media europea, dove paesi come la Francia, la Germania o la Spagna hanno una quota di lavoro flessibile decisamente superiore alla nostra". "Con la Biagi - ha aggiunto - è andato delineandosi un nuovo modello di servizi per l´impiego, una rete di servizi per il lavoro che vede agenzie pubbliche e private, profit e non profit, formare una unica rete di operatori in grado di gestire le risorse pubbliche per dare percorsi di formazione e ricollocazione lavorativa a quanti rimangono disoccupati". Secondo il presidente Formigoni comunque non si è ancora raggiunto l´optimum e pertanto, fermo restando che il faro dell´azione di Regione Lombardia rimane quello stabilito dalla Conferenza di Lisbona, ogni nostro sforzo deve essere per il raggiungimento di un tasso di occupazione generale del 70%, di occupazione femminile del 60% e di occupazione over 55 del 50%. La Legge Biagi In Lombardia - "Con la legge regionale 22/06 - ha detto ancora Formigoni - abbiamo avviato una profonda riforma del sistema regionale di intervento nel mercato del lavoro, prevedendo la costituzione di un nuovo sistema di governance del mercato del lavoro". La legge regionale promuove la realizzazione di una rete di soggetti, di azioni e di strumenti il cui fine è il perseguimento di "buona" occupazione, con garanzie di tutela e sicurezza, "tenendo sempre ben presente - ha fatto notare il presidente lombardo - che la persona è al centro del sistema del mercato del lavoro e che sono i servizi ad adattarsi alle esigenze del singolo, modulandosi ai suoi fabbisogni e non viceversa". Tre gli strumenti studiati per darle attuazione: 1) la costituzione di una rete di operatori accreditati che permetta sì un accreditamento più facile, ma che, allo stesso tempo, valuti più severamente; 2) la dote, strumento nuovo che fa sì che chi ne beneficia disponga di risorse attraverso le quali accedere e fruire dei servizi funzionali al raggiungimento della sua occupazione; 3) l´apprendistato, che deve essere adattato alla realtà in cui viene praticato. In Lombardia gli apprendisti sono 120. 000. "La Biagi - ha concluso Formigoni - non deve essere modificata né tanto meno eliminata, ma integrata con un salto di qualità nella riforma del welfare". Ovvero, servono nuove garanzie e nuove tutele. Gli strumenti oggi esistenti devono diventare risorse finalizzate all´inclusione sociale attraverso il lavoro. Per il presidente lombardo, diventano "sempre più necessarie politiche di workfare, che leghino il sostegno assistenziale a un deciso accompagnamento al lavoro e all´obbligo ad accettare al più presto le proposte di lavoro che eventualmente si materializzassero. Questa è la vera sfida". .  
   
 

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