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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Ottobre 2007
 
   
  AL TEATRO FILODRAMMATICI GIAN CARLO DETTORI IN SONATA A KREUTZER DI LEV TOLSTOJ: LE DEBOLEZZE DELL’AMORE, L’IPOCRISIA DELLA VITA CONIUGALE E QUELLA DELLA FAMIGLIA BORGHESE

 
   
   Milano, 15 ottobre 2007 - Dal 6 al 21 ottobre, al Teatro Filodrammatici torna a grande richiesta, per aprire la trentottesima stagione, Sonata a Kreutzer. Spettacolo che l’anno scorso ha registrato ogni sera il tutto esaurito. Sarà ancora un trio per voce, pianoforte e violino a mettere in scena le debolezze dell’amore, l’ipocrisia della vita coniugale e quella della famiglia borghese. Per questo romanzo breve, scritto tra il 1887 e il 1889, Tolstoj si avvale del genio di Beethoven. La nona Sonata per violino e pianoforte, composta quasi completamente all´inizio del 1803, non solo sembra suggerire il titolo allo scrittore russo ma pare addirittura ispirargliene la trama. Il protagonista, Pozdnysev, è un uomo consumato dalla stanchezza, dalla rabbia, dai vecchi rancori. Ha ucciso la propria moglie. E riesamina le vicende che lo hanno condotto a commettere il terribile delitto. Racconta di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista: tra i due è perfetta sintonia. E la loro esecuzione della Sonata a Kreutzer di Beethoven, per il marito, è la prova schiacciante del sospettato adulterio. La gelosia oscura il lume della ragione e la tragedia si compie. Il rapporto tra i due strumenti – violino e pianoforte, d’altra parte, non è solo dialettico, ma è un drammatico corpo a corpo che scatena tensioni fino ad allora sconosciute nelle composizioni cameristiche. Racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, la Sonata a Kreutzer si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera. “La straordinarietà di questo spettacolo - spiega il protagonista Gian Carlo Dettori - è l’assoluta capacità di affascinare lo spettatore, di farlo sentire nel contempo come fosse lettore stesso del romanzo di Tolstoj. Sente di appartenergli, di subirne il fascino e la sua attualità. Sente di compiere lo stesso percorso interiore del lettore, grazie anche ad una lettura drammatica del testo profondamente espressa. Il risultato è una sorta di contaminazione tra attore e spettatore-lettore: l’attore trasferisce l’universalità del tema della gelosia, sentimento a volte vano che pure può avvelenare il cuore e accecare la mente e che può corrodere fino alla follia. Un sentimento devastante che, ieri come oggi, accomuna l’Uomo: lettore, attore o spettatore che sia”. Www. Tieffeteatro. It .  
   
 

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