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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Ottobre 2007
 
   
  RICHIESTA A MILANO RISTORAZIONE PROSEGUIMENTO PROGETTO FRUTTA

 
   
  Sono Stefania Magni, genitore responsabile della Commissione Mensa della scuola elementare di via Moscati. L’anno scorso, a seguito di 4 anni di osservazione del consumo di frutta a scuola, (pari al 15%) e della produzione di scarti del pranzo, (pari a circa il 50% soprattutto di verdura), ho redatto un progetto, denominato “progetto frutta”, inserito nell’ambito dell’educazione alimentare all’interno del Pof, al fine di migliorare tale situazione. Con il finanziamento dei genitori abbiamo distribuito frutta fresca porzionata come merenda di metà mattina per l’intero anno scolastico 2006/2007. I risultati sono stati: consumo di frutta salito al 95%; scarti del pranzo ridotti al 20%; Dopo 3 mesi di prova, visti gli ottimi risultati, ho trasmesso il progetto a Milano Ristorazione che è stato accettato, promosso come progetto pilota per la città di Milano e finanziato x 2/3 del costo nel periodo gennaio-giugno 2007. Per l’anno 2007-08 mi è stato comunicata l´impossibilità di continuare il finanziamento per mancanza di fondi, pur riconoscendone l’estrema validità. Accettando tale diniego, sul sito di Miri vedo un nuovo progetto denominato “più frutta e più verdura” molto accattivante nell’esposizione ma di probabile minore efficacia, nella rassegna stampa appare un interesse per la prevenzione dell’obesità infantile e ieri ogni bimbo ha ricevuto una bella lettera da Miri sulla validità della frutta a merenda. A questo punto mi chiedo, essendo perfettamente consapevole del fatto che riempire di belle parole un sito è sicuramente meno oneroso e più di effetto che agire nella concretezza dei fatti; qual è la reale differenza di costi gravanti sulla azienda tra il promuovere questi nuovi progetti corredati da volantini e supporti didattici o finanziare nuovamente il collaudato e convalidato “progetto frutta” alle scuole interessate? Non esiste riscontro dell’effettiva utilità dei laboratori proposti. Miri considera migliore l’idea di occupare un altro anno in tentativi, nell’ipotesi di ottenere un risultato migliore del 95% di consumo? Il costo del progetto sarebbe di 2. 700,00 l’anno per scuola. Data la difficoltà di accettazione da parte del corpo docente la richiesta avrebbe coperto al max una ventina di scuole. Al fine di garantire più frutta, meno merendine e meno rischi di obesità, l’Associazione Genitori Moscati con il Dirigente ha scelto comunque di continuare anche quest’anno il progetto a proprie spese. Ho chiesto a Miri: 1. Come mai un’azienda privata continua a lanciare messaggi di effetto valido e coinvolgente, paventando un interesse verso la salute dei bambini mentre poi nei fatti mette al primo posto i propri interessi economici e promozionali? 2. Siamo sicuri che non si potevano trovare alternative più mirate alla salute con lo stesso ordine di spese? 3. Perché le quote che noi genitori versiamo per la refezione scolastica devono finanziare materiali pubblicitari finalizzati alla promozione della azienda? 4. Perché Miri dichiara di voler educare i nostri figli al consumo di frutta, evitando merendine e obesità, ma poi i genitori sono costretti a tassarsi ulteriormente se realmente vogliono fornire frutta ai bimbi, unico modo effettivo e convalidato da secoli per abituarli al consumo? L’associazione considera interessante l’ipotesi di sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e il consiglio comunale con un’interrogazione, al fine di aprire un costruttivo dibattito finalizzato solo ed unicamente all’interesse dei bambini, rivolto specialmente a quelle scuole che non hanno modo di poter finanziare questo progetto. A disposizione per ogni eventuale chiarimento, saluto cordialmente. Stefania Magni .  
   
 

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