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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Ottobre 2007
 
   
  SPECIALE PLM E PROGETTAZIONE COLLABORATIVA IL PROGETTO E’ UNA RUOTA… … FATTA DI TANTE RUOTE CHE GIRANO AVANTI E INDIETRO. COME EVITARE DI FINIRCI SCHIACCIATI?

 
   
  Milano, 16 ottobre 2007 - Gestione del ciclo di vita del prodotto, in gergo Product Lifecycle Management: ossia una cosa che le aziende fanno da sempre ma che detta così sembra sia una cosa nuova. A parte le osservazioni ciniche, da sempre la fase di progettazione di un prodotto semplice o complesso, comporta per le aziende almeno tre fasi: concezione e disegno; sviluppo, che comprende realizzazione del prototipo, test vari, industrializzazione, preparazione della documentazione tecnica; passaggio del progetto alla produzione e agli acquisti (per le componenti non prodotte in casa). Da quando esiste la produzione di tipo industriale, queste fasi, in modo più o meno formalizzato, vengono seguite. Man mano che la complessità dei prodotti aumentava, la formalizzazione si estendeva, e dove c’è formalizzazione c’è produzione di dati e documenti, in altre parole, prima dell’informatica, carta. Inoltre, il ciclo di vita del prodotto, che inizialmente aveva una “circolazione” a un solo senso, sempre più ha iniziato a girare anche al contrario, ossia ha dovuto tenere conto delle indicazioni provenienti dalle fasi a valle, anche esterne all’azienda. Classico il caso delle modifiche richieste dai clienti a fronte dell’evoluzione delle proprie esigenze o dell’utilizzo fatto del prodotto. Quindi carta e ancora carta. Un esempio tratto dal settore aeronautico, che per il proprio legame con il committente statale ha dovuto mantenere un sistema di reporting in altri ambiti molto più lasco: nei primissimi anni ’40 l’ufficio tecnico di una tipica azienda italiana (quindi lungi dall’essere un caso estremo) costruttrice di aeroplani come la Siai Marchetti produceva mensilmente qualcosa come 1600-2000 disegni di complessivi o di parti, tra nuovi e modificati, con una mezza dozzina di tipi in produzione e progetto per un solo cliente (la Regia Aeronautica). Gli ultimi cinquant’anni hanno visto quattro fenomeni concomitanti: l’aumento della complessità dei prodotti e del loro contenuto tecnologico, la crescente complessità del mercato (in termini di esigenze di qualità, di diversificazione, di velocità del rinnovamento dell’offerta), la distribuzione di un numero crescente di attività aziendali a soggetti esterni, e infine l’avvento dell’informatica. I primi tre fenomeni hanno fatto esplodere la quantità di dati e documenti relativi ai prodotti e compresso i tempi del ciclo di vita, l’informatica è stata vista come ancora di salvezza sia per la sua potenzialità nell’eliminare la carta che per le funzionalità di progettazione, design, memorizzazione che prometteva. Dopo una prima fase (anni ’60 e ’70) in cui l’uso delle applicazioni Cad ha consentito un salto di qualità nella fase di progettazione, a partire dagli anni ’80 le aziende hanno preso atto che l’adozione di strumenti informatici in alcune fasi del ciclo di vita del prodotto produceva solo ulteriore complessità, peggiorata dal fatto che è molto più semplice far danni modificando un disegno elettronico che uno su lucido. Gli ultimi trent’anni sono stati spesi nell’informatizzazione delle tre fasi che ricordavamo all’inizio, un compito reso difficile anche dal fatto che la distribuzione delle funzioni aziendali, il terzismo, raggiungeva anche le fasi di disegno, progettazione e industrializzazione del prodotto, tutti momenti in cui è necessaria una continua interazione tra i soggetti coinvolti, sia interni che esterni al “titolare” del prodotto. E’ in questa giunzione che il Plm si sposa con la progettazione collaborativa. Oggi la sfida non è più tenere sotto controllo le diverse rotelline che, girando in modo diverso devono però essere coordinata in modo da far girare fluidamente la grande ruota del ciclo del prodotto. La tecnologia ormai lo garantisce da diverso tempo. Ora la spinta è fare in modo che queste funzionalità siano disponibili a tutti i soggetti coinvolti, facciano essi parte del “titolare” del progetto o meno, e soprattutto in una modalità flessibile riconfigurabile, che permetta di fare entrare in rete nuovi soggetti o cambiare le assegnazione dei soggetti già presenti in base al prodotto considerato o alla convenienza del momento. Ma di questo Plm collaborativo parleremo nel prossimo numero di questo speciale. Il Plm e la progettazione collaborativi, visti dall’ottica dei casi concreti, sono argomenti centrali di “Rhizome Economy”, che si terrà a Milano il prossimo 30 ottobre a Palazzo Turati, sede della Camera di Commercio, un evento progettato e organizzato da Updating per conto del Forum della Neteconomy. Rhizome Economy, come unico evento dedicato all’azienda e all’economia collaborativa, ha riscosso un successo entusiastico da parte delle aziende che hanno deciso di partecipare in qualità di sponsor: Autodesk, Siemens-ugs, Dassault Systemes, e le italiane Softech e Domina. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www. Rhizome-economy. Com, dove è disponibile l’agenda e dove è possibile registrarsi gratuitamente per la partecipazione. .  
   
 

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