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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Ottobre 2007
 
   
  BASILICATA: L’ANDAMENTO DEL COMPARTO ARTIGIANO NEL I SEMESTRE 2007

 
   
  Potenza, 16 ottobre 2007 - “Dopo gli spiragli di ripresa del 2006, per l’artigianato manifatturiero lucano il 2007 si è aperto con una nuova caduta libera in quasi tutti i principali settori. Si allungano ancora, quindi, i tempi di superamento della fase recessiva, e scende anche l’indice di fiducia degli operatori. Le continue perdite economiche da parte delle imprese, del resto, rendono molto più complicati i processi di risanamento imprenditoriale e gestionale che servirebbero per riconquistare posizioni su un mercato sempre più difficile e competitivo. Ancora più urgenti appaiono dunque le sfide che l’artigianato lucano è chiamato ad affrontare, come la razionalizzazione delle filiere conto terziste, il miglioramento delle condizioni di accesso al credito, le azioni finalizzate ad “avvicinare” i mercati, mediante un presidio diretto di forme di vendita al dettaglio, per chi opera con il mercato finale, o con la riduzione delle intermediazioni per chi opera in subfornitura”. Il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte, riassume così le risultanze dell’andamento del comparto artigiano nel primo semestre del 2007, così come emergono dalle ultime indagini congiunturali condotte, a cadenza trimestrale, dal Centro Studi Unioncamere Basilicata su un campione rappresentativo di imprese artigiane manifatturiere. Nella media dei primi 6 mesi del 2007 i livelli produttivi del comparto hanno accusato una flessione del 4,8% su base annua, dopo aver chiuso il 2006 con un saldo negativo del 2,1%. Tra il I e il Ii trimestre, inoltre, l’arretramento della produzione è aumentato dal -3,6% al -6,0%. La dimensione aziendale si conferma come fattore fortemente discriminante: il regresso dell’attività ha raggiunto il 6,1% nelle imprese fino a 10 dipendenti, mentre si è “fermato” all’1,7% in quelle con un numero superiore di addetti. Altri indicatori: fatturato a -5,4%, produzione a -4,8%, frutto di un peggioramento delle condizioni contrattuali nei rapporti di subfornitura e della “ristrettezza” dei mercati di sbocco che – per molte imprese artigiane – coincidono con il mercato locale, ancora scarsamente dinamico. Assolutamente marginale, invece, la presenza sui mercati esteri (le imprese artigiane “export-oriented” sono meno del 4%, contro il 20% della media nazionale). Si riacutizza la crisi in quasi tutti i principali settori Un altro aspetto preoccupante della recente involuzione dell’artigianato manifatturiero è rappresentato dalla pressoché generalizzata diffusione settoriale delle nuove spinte recessive, con unica eccezione il comparto della “chimica e materie plastiche”. Tracollo per “carta e stampa” (-12,6%), pesantemente negativo il consuntivo del comparto alimentare (- 6,7%). Segnali di attenuazione del trend recessivo vengono dal comparto del “legno e mobile” (dal -4,2 del 2006 al -1,2% del 2007) mentre rimane difficile la situazione delle “macchine elettriche ed elettroniche” e del tessile/abbigliamento, dove la quota di imprese con andamenti negativi supera anche il 60%. Nessuno spiraglio di ripresa a breve. I rischi di un prolungamento ulteriore dell’attuale fase recessiva sono purtroppo reali: nessun segnale incoraggiante, infatti, si ricava dall’andamento dei nuovi ordinativi acquisiti dalle imprese sul mercato interno e dalle stesse previsioni formulate dagli imprenditori artigiani per i prossimi mesi. Le previsioni più pessimistiche riguardano, in particolare, i comparti della “carta e stampa” e del tessile/abbigliamento. In forte ridimensionamento la base produttiva artigiana La prima metà del 2007 ha evidenziato un brusco ridimensionamento dei fenomeni di natalità aziendale – che avevano ripreso vigore nel corso del 2006, dopo un lungo periodo di stasi – e una contestuale forte intensificazione dei fenomeni di mortalità. In frenata la propensione a “fare impresa”, dunque. Tra gennaio e giugno, 534 le imprese costrette a chiudere e 383 le nuove iscrizioni. La perdita “netta” è di 151 imprese. Settorialmente, va segnalato il bilancio fortemente negativo del tessile/abbigliamento (-5,1%, equivalente a 18 imprese in meno) e, per contro, la sostanziale “tenuta” dell’alimentare e dei “minerali non metalliferi”. Significativo, inoltre, l’arretramento del “legno e mobile” (-1,3%) e della meccanica (-1,5%). Nell’ambito del terziario, il comparto dei trasporti si conferma tra i meno dinamici sul piano imprenditoriale (21 imprese in meno, -2,2%) e andamenti negativi anche per i servizi alla persona (-0,8%), finora abbastanza espansivi. .  
   
 

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