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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Ottobre 2007
 
   
  VERITAŽ E BELLEZZA, UNA GRANDE MOSTRA A POTENZA A PALAZZO LOFFREDO 27 OTTOBRE 2007 - 10 FEBBRAIO 2008

 
   
  Potenza, 18 ottobre 2007 - Ottanta capolavori totalmente inediti varcheranno i confini della Lettonia per essere esposti in anteprima assoluta in Italia. Le opere, di artisti russi di grande fama e talento quali Ilja Repin, Isaak Levitan, Boris Kustodijev, Alexander Deineka, Maljavin e Kuzma Petrov-vodkin, rappresentano una significativa selezione dellŽarte pittorica dellŽest europeo del periodo storico fra la seconda metà del 1800 fino al 1950 circa. Siamo di fronte ad una vera e propria collezione segreta del Museo Nazionale di Riga che andrà a comporre il percorso dellŽimportante rassegna Verità e Bellezza. Realismo Russo dal Museo Nazionale di Riga. Curata da Laura Gavioli, la mostra si presenta presso la Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza dal 27 ottobre 2007 al 10 febbraio 2008. Restiamo convinti del ruolo primario della cultura quale à , come restiamo convinti che gli elementi dellŽidentità di un territorio, della sua memoria storica da portare a valore, vanno coniugati con gli elementi della permeabilità , della capacità cioè di una comunità di aprirsi e confrontarsi con lŽorizzonte affascinante e senza confini della storia e della cultura dei popoli. " La rassegna comprende dipinti capaci di accompagnare il visitatore dentro la componente piuŽ profonda della vita in Russia, con paesaggi e scene di genere, con ritratti di grande forza e nature morte, ed anche con quel richiamo allŽintimismo da cogliere in taluni paesaggi notturni permeati di citazioni di matrice poetica e letteraria. QuellŽintimismo tipico delle frontiere sociali e territoriali della cultura dellŽest, palpabile negli schemi pittorici di opere come La cucitrice, 1898, di Michail Petroviä? Klodt, o Dolore inconsolabile, 1883, di Ivan Kramskoj o nellŽimmagine di quello straordinario Pittore di icone , 1906, di Klavdij Lebedev. Gli elementi del primitivismo, del misticismo, lŽamore per lŽarte popolare che sono stati indicati come fattori fondanti della ricerca di Chagall, di Kandinskij, della Gonä?arova, sono persistenti e forti anche nelle opere di alcuni artisti selezionati per questa esposizione, così come lŽideale classico, rievocato nelle scene di interni o, nei ritratti oppure nel paesaggio. Sono molti temi per varie e complesse situazioni che aprono una coraggiosa e nuova riflessione sulla pittura russa e che oggi finalmente sentiamo di poter compiere. Del resto, lŽanalisi oggettiva e senza preconcetti è già cominciata da qualche tempo, ed il realismo della pittura russa ottocentesca che aveva toccato molte sfumature delle sue numerose declinazioni sociali, naturalistiche, visionarie, in questa mostra, che concentra la parte piuŽ rilevante delle sue opere nei decenni cruciali intorno al 1900, pone le basi per una riflessione ad occhi bene aperti, seguendo parallelamente lo sviluppo degli avvenimenti storici che in Russia hanno avuto spesso un peso schiacciante sulla creatività , peso che non è riuscito sempre a fiaccare, ma anzi ha piuŽ spesso rafforzato, la grande anima dei pittori, dei poeti e dei musicisti russi. Dalla fine degli anni Ž80 del secolo appena concluso, in coincidenza con la caduta del muro di Berlino e con lŽinizio della circolazione delle persone e delle opere dŽarte dai musei russi verso lŽEuropa occidentale, gli Stati Uniti e il Giappone, lŽinteresse piuŽ vivo dei critici e degli organizzatori delle esposizioni era rivolto allŽarte dellŽ avanguardia russa. Si apriva qualche seria discussione quando, per un artista come Malevich, per esempio, oltre alle opere del periodo suprematista, si dovesse considerare il suo tardivo ritorno alla figura, per di piuŽ a quegli ideali classici nei quali egli si era rifugiato dopo la fiammante stagione della sua straordinaria ricerca. Sembrava allora molto riduttivo della grande personalitĂ di questo artista far circolare, nei musei occidentali, il ritorno allŽordine di un genio: i curatori erano fortemente imbarazzati a mostrare aspetti considerati minori e decadenti se valutati nellŽottica concettuale imperante in quegli anni. Ma, dobbiamo chiederci oggi, se il ritorno di Malevich alle origini profondamente popolari e primitive dellŽespressione artistica russa, con gli studi dei contadini o dellŽideale rinascimentale in alcuni ritratti degli anni Trenta, può davvero rappresentare soltanto una forma di decadenza del suo pensiero dopo la grande e insuperabile stagione dellŽastrazione, o perfino una vera e propria caduta nel baratro di una figurazione povera e inerme. La discussione di quegli anni (Ottanta e Novanta del Ž900) tendeva ad alzare una cortina di fumo sul prima e sul dopo dellŽavanguardia e rappresentava un punto di vista parziale della storia dellŽarte russa, unŽangolazione interessata a favorire una fruizione che voleva scoprire solo quello che in Unione Sovietica era considerato, come lŽavanguardia, un episodio rivoluzionario. Ma si sa che la rivoluzione dura solo un attimo, come hanno dovuto capire molto presto Vladimir Majakovskij, Marina Cvetaeva, Boris Pasternak. Sul filo di questo ragionamento i punti di vista devono essere aggiornati oggi che conosciamo i condizionamenti e la repressione culturale cominciati nel momento stesso e allŽinterno del grande cambiamento, già negli anni Venti e Trenta, fino a diventare persecuzione, gulag, esilio forzato di scienziati, intellettuali, artisti e poeti (non dobbiamo mai dimenticare il grande poeta, premio Nobel, Josip Brodskij espulso dallŽUnione Sovietica nel 1973 per "parassitismo"!). Perchè oggi dovremmo rinunciare a considerare la pittura russa nella sua interezza, comprendendo nella sua storia i passaggi epocali e le fasi del suo sviluppo come una naturale conseguenza delle condizioni storiche, politiche e sociali che lŽhanno formata e caratterizzata? Situazioni della storia del popolo russo le troviamo descritte nelle opere fondamentali della sua letteratura, da Turgenev di Padri e figli (1862) al Dostoevkij di Memorie della casa dei morti (1861) e le ritroviamo nella pittura al tempo di Alessandro Ii (1855-1881), lo zar che tentĂČ di porre fine allŽabissale differenza di classe tra lŽaristocrazia e la servituŽ della gleba emancipando gli schiavi con un decreto del 3 marzo 1861. Il tentativo di colmare le condizioni di miseria ed arretratezza delle campagne con lŽindustrializzazione forzata e lŽurbanizzazione di immense aree dellŽimpero favorirono la nascita di ideologie estreme come il populismo e il nichilismo. In pittura nacquero i peredviĆŸniki (Membri della Società per le Esposizioni Itineranti, chiamati anche "Erranti" o "Ambulanti"). Il loro tentativo di "portare lŽarte al popolo" era condotto con una pittura che osservava la realtà circostante, poi con una pittura a tesi dove si eseguivano dei brani narrativi della vita del tempo condotti con estremo e meticoloso eccesso di particolari, un realismo capace di rendere la scena estremamente comprensibile. Questa tendenza, nel favorire lŽemancipazione di larghi strati della societĂ , portĂČ allo sviluppo di moralismi e ideologie e, sul piano della pittura, oltre alla rappresentazione della natura, a vedere in essa forme di interiorizzazione e di ricerca della spiritualitĂ , capaci di suscitare nuovi sentimenti, di ascoltare nuovi richiami. Come in occidente, verso la fine dellŽOttocento e con il nuovo secolo, erano in atto nuove ricerche, come quelle dei Preraffaelliti e dei Simbolisti, allo stesso modo esse interessarono anche lŽarte Russa, così come, al volgere del secolo precedente, il sentimento religioso che aveva ispirato lŽarte dei Nazareni aveva toccato con un sottile misticismo la pittura di Michail Vasilievi Nesterov (1862-1942), artista che recuperava i temi della vecchia Russia e li conciliava con la magia dei modi introdotti da Puvis de Chavannes e dai simbolisti francesi. .  
   
 

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