|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 22 Ottobre 2007 |
|
|
  |
|
|
IV FORUM DI BAVENO: “ENERGIA: STRUMENTO DI UN NUOVO ORDINE MONDIALE”
|
|
|
 |
|
|
Baveno, 22 ottobre 2007 - Iv Forum di Baveno, 20 ottobre organizzato dall’Associazione Iniziativa Subalpina. Ad introdurre la prima sessione di lavori l’onorevole Michele Vietti, presidente dell’Associazione, che ha puntato l’indice sul sistema delle regole nel nostro Paese, sull’esigenza che siano più flessibili e più moderne, asset indispensabile nella competizione globale. Ha proseguito inoltre sull’esigenza della realizzazione di infrastrutture adeguate. Il rischio black out che non abbandona il nostro Paese ed il rapporto costo-benefici riguardo le fonti rinnovabili, ancora poco appetibile. “Nel nostro Paese c’è un approccio alla questione dell’energia – ha dichiarato Vietti – che dice: mai nel mio giardino. Tutto quello che si deve fare, bisogna farlo nel nel giardino dell’altro: è significativo il caso dei termovalorizzatori. Questo tipo di ambientalismo immagina il nostro Paese come il paese di Heidi, ma nessuno rinuncia alle comodità, alle auto, agli elettrodomestici. Questo non si può fare. E’ vero che veniamo da un referendum post Chernobill, in cui si decise sul nucleare, e si decise di abbandonare un ambito in cui l’Italia era al terzo posto nel mondo per know how, dopo Usa e Gran Bretagna. Ci dobbiamo liberare dei pregiudizi ideologici, è necessario che si ripensi al nucleare. Paghiamo l’energia il 30% in più dei nostri partner. Siamo quindi meno concorrenziali in Europa e il nostro è il Paese più dipendente dall’estero . E’ anche una questione politica: dipendere dalle importazioni vuol dire essere meno liberi. Oggi apriamo il lavori del Forum: tutto questo lavoro – ha concluso il presidente di Iniziativa Subalpina – lo consegneremo alla politica, forniamo alla politica informazioni perché possa decidere, si possa assumere le sue responsabilità. Da Baveno vuole partire un segnale forte di legittimazione della politica”. I lavori sono quindi iniziati all’insegna dell’analisi socio-storica con Massimo Introvigne, direttore Cesnur, facendo riferimento alle parole di Benedetto Xvi nei tre interventi durante il viaggio in Austria sulla scienza e sulla tecnica, dopo aver sottolineato la centralità della persona umana nella cultura cattolica ed occidentale, ha affermato che: “la scienza può essere al servizio dell’uomo, ma si deve tener conto che le leggi della natura non sono inventate, ma scoperte dalla scienza. Quindi la natura è il limite della scienza, e ci sono leggi che la scienza non può violare, per ragioni etiche e morali”. Il rapporto tra la questione energetica e la geopolitica è stato al centro dell’intervento di Savino Pezzotta, Presidente della Fondazione per il Sud: “La questione dell’energia ha cambiato l’uomo e la geopolitica. Basti pensare al caso della Birmania, agli eventi bellici dell’ex Unione Sovietica, alla stessa guerra in Iraq. Bisogna quindi prendere atto che oggi l’energia è una fonte di sviluppo, e possibile strumento di pace”. Guido Bertolaso, Capo Dipartimento della Protezione Civile: “Tutte le fragilità del nostro territorio, non risolte, finiscono sul tavolo del sottoscritto. Il mio termometro si chiama Monte Rosa il cui ghiacciaio si è sciolto. Non sono un fanatico di Al Gore, ma dovrebbe far riflettere i politici il fatto che abbia vinto un Oscar. Sul nucleare, quando si cerca l’ideologia, si finisce per sbagliare: se vogliamo introduciamo il nucleare, ma iniziamo con l’attuare le leggi. Il decreto legge Scanzano dispone da quattro anni l’individuazione di un sito per le scorie radioattive. Diamo attuazione a questa legge, per vedere dove depositare quello che abbiamo già in Italia e metterlo in sicurezza”. Angelo Airaghi, presidente dell’Associazione Energia Anie: “Ce la fa l’Italia a seguire le linee di sviluppo europeo? C’è bisgno di stabilità degli obiettivi della politica. Il nucleare: sono convinto che vada perseguito, ma si deve esser seri. Si deve rimettere mano al sistema normativo: oggi non abbiamo una legge con cui rifare infrastrutture per il nucleare. Si deve investire su ricerca e sviluppo: noi abbiamo ancora capacità tecnologiche: fino ad 1 anno fa l’unica centrale in costruzione in Europa era quella dell’Ansaldo in Romania. E’ necessario impegnare nel nucleare di Iv generazione la competenza che abbiamo”. Luigi Paganetto, presidente Enea: “Le nostre ricerche in Antartide mostrano che è raddoppiato il livello di anidride carbonica, questo dicono le rilevazioni nelle bolle del ghiaccio. Che questo abbia effetto sul clima va valutato, ma è un dato esistente. Le fonti fossili vanno utilizzate, ma con 0 emissioni, si deve andare verso le fonti rinnovabili. Nelle proiezioni il nucleare fino al 2030 non aumenta. E’ bene ripensare al nucleare, ma investendo nella ricerca per il nucleare di Iv generazione, nella ricerca tecnologica. E si deve ripensare anche alla generazione distribuita: ovvero alle fonti rinnovabili in relazione ai territori. Per le nostre piccole e medie imprese tutto questo è possibile e l’Enea è pronta a mettersi al fianco delle aziende”. Domenico Dispensa, direttore generale Eni – Divisione Gas &Power: “Oggi sono le società nazionali, di alcuni Paesi, a detenere il 90% di riserve di petrolio ed il 70% di riserve di gas. Queste società nazionali stanno incrementando i prezzi e tendono ad una nuova politica autarchica. Il 95% del Pil dell’Algeria viene dall’energia. In 15 paesi del Centro America il Venezuela fornisce 200 barili al giorno: il 40% viene pagato con un economia di scambio: invio di medici, e di materie prime. La sicurezza degli approvvigionamenti è un tema che dovrebbe preoccuparci. ” Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica: “Siamo in un momento in Europa in cui alla liberalizzazione si accompagna il protezionismo di alcune nazioni. E’ necessario il coordinamento delle Reti e la separazione dei monopoli tecnici a favore della pura competizione”- Le conclusioni della sessione sono toccate a Fabrizio Palenzona, vice presidente Unicredit, con una provocazione: “Secondo il British Powell l’olio pesante costa 124,57 dollari megawattora, il gas naturale 64, 5 dollari, la legna 49,83 dollari. L’80% delle terre emerse non è coltivato, ma Israele riesce a piantare nel deserto. L’alternativa quindi c’è e non ha bisogno di grandi quantità di soldi, ma di volontà politica, inoltre dissodare il terreno e mettere piante vuol dire creare posti di lavoro”. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|