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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Ottobre 2007
 
   
  LA SCIENZA? NON È UN MESTIERE PER DONNE.

 
   
   Napoli, 24 ottobre 2007 - La scienza? Non è un mestiere per donne. Questo quanto emerge dai dati presentati ieri a Napoli nel corso del workshop Open Space “Come stimolare le ragazze e i ragazzi alla scelta di carriere scientifiche e tecnologiche?”, organizzato dalla Fondazione Idis-città della Scienza presieduta dallo scienziato Vittorio Silvestini. La ricerca è stata illustrata da Rossella Palomba dell’Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr e Ambasciatrice per le Pari Opportunità nella scienza presso la Commissione Europea. Dall’indagine, realizzata su di un campione di duemila studentesse dell’ultimo anno in Italia - di cui cento napoletane dell’Itis “Alessandro Volta” e del Liceo Mercalli - solo il 18% delle studentesse italiane è convinto che le ricercatrici siano portate per questo lavoro, poiché hanno una mentalità flessibile e sono abituate a fare più cose contemporaneamente, considerazione che gli studenti invece non contemplano. Il dato diventa ancora più emblematico tra le studentesse napoletane dove la percentuale scende al 5 %. Dall’indagine svolta, emerge che se per le ragazze italiane ricerca vuol dire soprattutto libertà al 18% e possibilità di viaggiare al 70 %, per le ragazze napoletane entrambe i dati scendono al 4 %. La ricerca si poi soffermata sulle altre percezioni della scienza da parte delle ragazze napoletane che sono rimaste colpite soprattutto dall´idea che la ricerca sia appassionante e divertente il 16%, che soddisfi al gusto di scoprire cose nuove il 10% e che sia un modo per contribuire all´avanzamento della società. Infatti il 12% ritiene che la conoscenza sia un bene incalcolabile. Tra le qualità necessarie per diventare un buon ricercatore le ragazze napoletane individuano soprattutto la fantasia, la curiosità e la pazienza (10%) e la capacità di lavorare in gruppo 12%. L’evento, che ha visto la relazione di apertura del direttore della Fondazione Idis–città della Scienza Luigi Amodio, rappresenta una delle attività programmate per la realizzazione del progetto europeo di ricerca-azione Gapp (Gender Awareness Participatory Process- www. Gendergapp. Eu) coordinato dalla Fondazione Idis-città della Scienza e finanziato dal 6° Programma Quadro, settore Scienza e Società. Il progetto ha la finalità di coinvolgere più soggetti in un processo di ricerca-azione e sperimentazione di nuove pratiche in campo educativo e di comunicazione della scienza, con l’obiettivo di comprendere la realtà di oggi e sviluppare azioni che possano avvicinare i giovani, specialmente le ragazze, allo studio di materie scientifiche e incentivare la scelta di carriere scientifiche. L’open Space rappresenta una modalità di discussione innovativa, che offre a tutti i partecipanti la possibilità di intervenire al dibattito, per progettare nuove attività pilota da sperimentare nelle scuole secondarie. “La modalità di discussione innovativa e stimolante che proponiamo- dichiara il direttore della Fondazione Idis–città della Scienza Luigi Amodio- rappresenta l’occasione per coinvolgere attivamente le principali realtà scientifiche, scolastiche, sociali, economiche del territorio nel processo di definizione di attività innovative in campo scientifico e tecnologico che stimolino e invoglino i giovani, particolarmente le ragazze, alla scelta di carriere scientifiche e tecnologiche. ” “Nella società contemporanea - continua Amodio - persiste una forte differenza tra uomini e donne nella scelta delle carriere scientifiche. Sulla base di recenti studi si osserva che questo divario aumenta con l’avanzare del percorso formativo. Se infatti, nel periodo scolastico i ragazzi e le ragazze presentano interessi e risultati pressoché simili, man mano che si procede nel percorso formativo si viene a creare un gap di genere che diviene del tutto evidente al termine degli studi universitari, ovvero quando i giovani devo effettuare scelte nell’ambito lavorativo. A conferma di ciò, la percentuale di donne impegnata in campo scientifico e tecnologico, risulta molto bassa. ” . .  
   
 

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