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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Ottobre 2007
 
   
  REFERENDUM COMUNI BELLUNESI GAVA, “SE LE RAGIONI SONO STORICHE PUNTIAMO A RIFARE LA REPUBBLICA VENETA”

 
   
   Belluno, 24 ottobre 2007 - Se la mettiamo sul piano della storia, allora non vedo niente di meglio che puntare ad una macroregione che ricalchi la storia luminosa della Repubblica Veneta: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano unite, forti, naturalmente a statuto speciale” lo ha detto l’assessore alle politiche istituzionali della Regione del Veneto Fabio Gava, ieri a Belluno per illustrare la nuova programmazione europea 2007-2013, sollecitato dai giornalisti sul tema del referendum per il passaggio alla Provincia di Bolzano dei comuni bellunesi di Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia. “Sappiamo però tutti – ha aggiunto Gava – che le ragioni storiche ed etniche sono solo di facciata e che invece a contare sono gli aspetti economici. Il referendum, qui come altrove, ha posto in maniera prepotente la questione della sperequazione oramai inaccettabile tra territori a statuto speciale e non, ma la soluzione non è andarsene in un’altra Regione. La soluzione è, e a livello nazionale può essere deciso subito, cominciare da un riequilibrio dei trasferimenti agli enti locali, passando dal conteggio sulla spesa storica a quello sul reale fabbisogno; avviare, come stiamo facendo, una contrattazione diretta con lo Stato per nuove competenze e relativi fondi sulla base dell’articolo 116 della Costituzione; continuare la battaglia (ancora lunga) verso il federalismo orizzontale, con regole uguali su tutto il territorio nazionale sulla base dell’articolo 119 della Carta Costituzionale”. Sempre in relazione al referendum, Gava ha quindi espresso una preoccupazione: “Cortina, prima esclusa dalla zonizzazione dei fondi europei 2000-2006, oggi potrebbe invece partecipare a pieno titolo alla programmazione europea 2007-2013, che mette in campo 450 milioni di euro dal Fondo di Sviluppo regionale e 80 milioni di euro sulla base del nuovo programma Interreg Iv°. Ma con quale spirito e quali certezze – si è chiesto – si può andar a realizzare una programmazione pluriennale su un territorio che, nello stesso periodo, potrebbe passare ad altra Regione? E’ un problema – ha concluso – che bisogna porsi”. .  
   
 

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