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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Ottobre 2007
 
   
  ASSOCIAZIONI DEI PRODUTTORI BIOLOGICI E DEI CONSUMATORI, APPELLO DA PIENZA

 
   
   È da Pienza, riuniti nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale, a conclusione dei concorsi sulle produzioni casearie “Le Forme del Bio” e “Pecorini d’Italia”, che noi, agricoltori, allevatori e artigiani alimentari, assieme ai responsabili dei nostri consorzi e delle organizzazioni sindacali, ai rappresentanti dei Comuni, degli Enti territoriali provinciali e regionali, delle organizzazioni ambientaliste, delle associazioni dei produttori biologici e dei consumatori, facciamo appello a quanti hanno a cuore le sorti della nostra cultura e tradizione enogastronomica perché si agisca, prima che sia troppo tardi, per garantire la salvaguardia del nostro patrimonio di saperi e di sapori legato alla coltivazione delle nostre terre. Un’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri e che noi vogliamo riconsegnare intatta ai nostri figli, evitando che una malintesa globalizzazione cancelli le differenze, fonte di ricchezza. Un patrimonio che in parte abbiamo già affidato alla tutela delle Denominazioni di Origine istituite dalla Ue, che, però, senza i necessari, espliciti divieti d’uso degli organismi geneticamente modificati nei processi di filiera, rischiano di rendere questi marchi poco efficaci nella difesa e nella valorizzazione degli alimenti sottoposti a pubblica tutela. Una mancanza di efficacia che i consumatori non capirebbero e che noi riteniamo si debba evitare immediatamente. È da Pienza che dichiariamo con fermezza che non vogliamo gli Ogm, né nelle Dop, né mai È da Pienza, nel cuore del Bel Paese, città simbolo delle secolari tradizioni gastronomiche italiane, che parliamo al cuore di coloro che, in Europa, devono decidere della sicurezza di ciò che mangiamo: non permettete che, per la sbadata dimenticanza ed omissione di espliciti e indispensabili divieti, vengano vanificati decenni di serio impegno nell’assicurare tutte le garanzie di qualità ai nostri prodotti. È da Pienza, piccola e grande capitale della cultura e delle tradizioni del buon mangiare, che ci rivolgiamo a chi svolge funzioni politiche nelle capitali dell’Europa Unita: non permettete che la credibilità delle ormai numerose certificazioni di prodotti alimentari d’origine controllata e protetta venga irrimediabilmente vanificata per l’inquinamento di questi stessi prodotti con Ogm. È da Pienza che noi, agricoltori, allevatori e artigiani alimentari che abbiamo assunto le qualità tradizionali dei nostri prodotti come obiettivo e rischio delle nostre imprese, facciamo appello alla vostra saggezza: non permettete che le scorciatoie dell’ingegneria genetica contraddicano nei termini il senso delle denominazioni d’origine controllata e protetta. Il loro prestigio, la loro riconosciuta ed alta qualità provengono dall’intelligente e plurisecolare lavoro di selezione realizzato da generazioni di contadini e di pastori e dall’abilità artigianale, trasmessa ed arricchita di padre in figlio, di casari e di norcini: noi possiamo farci garanti di questa sapiente tradizione ed esperienza e ci impegnamo ad escludere gli Ogm dal processo produttivo. È da Pienza, dove siamo convenuti da tutte le Regioni per mettere in gara il meglio delle eccellenze gastronomiche italiane, che con apprensione indirizziamo a quanti sono impegnati nelle filiere agroalimentari ed a quanti hanno la responsabilità delle decisioni politiche la nostra richiesta: aiutateci a difendere la serietà della nostra fatica ed il nostro diritto a non vedere contaminati i nostri campi ed i nostri allevamenti dagli Ogm. Non permettete che, con un grossolano trucco, gli Ogm alterino la genuinità di quello che offriamo ed inquinino l’immagine dei nostri prodotti. Non lasciate che la fiducia dei consumatori venga turbata dal sospetto che le caratteristiche di ciò che comprano non corrispondono a ciò che vorrebbero realmente acquistare e consumare, sapendolo garantito dalle Denominazioni di Origine Protetta: un cibo buono e sano, ricco di tradizioni e senza Ogm. .  
   
 

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