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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Giugno 2006
 
   
  IL SUONO DELL’OLIMPICO 2006 LA MUSICA DI AMADEUS CHIUDE “IL SUONO” E IL PROGETTO MOZART LA OTO SALUTA IL PUBBLICO CON LA SINFONIA JUPITER E IL CONCERTO PER L’INCORONAZIONE

 
   
  Concerto conclusivo per “Il Suono dell’Olimpico” 2006, sabato 24 giugno alle ore 21, al teatro Olimpico di Vicenza. L’orchestra del Teatro Olimpico si congeda dal pubblico con un ultimo, grande tributo a Wolfagang Amadeus Mozart, celebrato, nel 250° anniversario della nascita, con la terza parte del “Progetto Mozart”. Un programma distribuito in tre stagioni di concerti, che ha dato voce alla parabola artistica di uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, e che quest’anno si dedica alla maturità, precoce e bruscamente interrotta, di Amadè. Anche per l’ultima data del cartellone, che ha accompagnato Vicenza per i mesi primaverili, e fino alle soglie dell’estate, l’Oto chiama all’Olimpico grandi artisti, come il pubblico si attende dopo una stagione abbondante di stelle, che si sono susseguite sul palco del teatro cittadino. Ad interpretare due brani tanto famosi quanto intensi, come il concerto per pianoforte e orchestra “per l’incoronazione” (K 537) e la sinfonia “Jupiter” (K551) saranno Derek Han al pianoforte, e Silvio Barbato alla direzione dell’orchestra. Nato nel ’57 in Ohio (Usa) da genitori cinesi, Derek Han debutta a soli dieci anni, nel Paese natìo, solista con la Columbus Symphony Orchestra, dimostrando subito un talento eccezionale. A 18 anni ottiene il diploma della qualificatissima Juilliard School of Music di New York, diventando uno dei più giovani studenti a raggiungere questo traguardo. Studia con Ilona Kabos, Gina Bachauer, Lili Kraus e Guido Agosti all’Accademia Chigiana di Siena, ottenendo il diploma d’onore nel ’57. Dal 1990 al 1992 è consulente dell’Orchestrasinfonica di Stato di Mosca. Ha realizzato tournèe negli Stati Uniti e in Europa con i Berliner Symphoniker, con la Moscow Philharmonic e con la Buenos Aires Philharmonic, oltre ad un tour in Inghilterra con la Bolshoi Symphony Orchestra, e altri prestigiosi concerti con formazioni del livello della Royal Philharmonic Orchestra o della London Philharmonic Orchestra, esibendosi in tutto il mondo, dall’Estremo Oriente al Sud Africa, dove ha suonato al gala, alla presenza del presidente Nelson Mandela, per il progetto di Menuhin “Violini per l’Africa”. Della sua vasta discografia si ricordano, tra gli altri, l’integrale dei concerti per piano di Mozart, con la English Chamber Orchestra, e di Haydn con la Philharmonia Orchestra. Di origine brasiliana è invece Silvio Barbato, maestro carismatico cui sarà affidata la direzione dell’Orchestra. Diploma di merito all’accademia Musicale Chigiana di Siena nel 1984, si diploma l’anno seguente in Composizione al conservatorio G. Verdi di Milano, e in Musica e Direzione d’Orchestra all’Università di Brasilia. Inizia la sua carriera come assistente direttore del M° Romano Gandolfi, e dall’89 al ’92 è direttore musicale al Teatro Nazionale di Brasilia. Numerosissimi i riconoscimenti nel suo Paese, dal premio Lei Sarney per la musica classica (San Paolo, 1988) alla medaglia d’oro per meriti artistici (Brasilia, 1991). Dal ’91 è anche Membro della Brasilian Academy of Letters and Music. Attualmente è direttore permanente del Teatro Municipale di Rio de Janeiro, direttore principale dell’Orchestra Sinfonica del teatro Carlo Santoro di Brasilia, direttore musicale della Brazil Opera Company e del Sarasota Ballet of Florida. Grandi personalità musicali che affronteranno l’interpretazione del Mozart più maturo, che si esprime nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 26 K 537. Composto nel 1788, fu presentato a Dresda l’anno seguente e poi a Francoforte per l’incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo Ii, da cui il soprannome Krönungskonzert (Concerto dell’incoronazione). Accolto, anche al tempo, con tepore da parte del pubblico, che dopo il Don Giovanni si aspettava qualcosa di diverso dalle melodie aggraziate e un po’ galanti di questo concerto, questo brano è oggi rivalutato dalla critica che ne evidenzia interessanti momenti di ispirazione fantastica. Spunti che vengono letti come uno spazio per gli affetti privati del compositore, e che rappresentano un altro momento dell’universalità di Mozart. Una grandezza che, in quello stesso 1788, raggiungerà con un altro lavoro: la sua ultima sinfonia, la n. 41, meglio nota come Jupiter. Fedele al suo nome, la K 551 è un trionfo, che si esprime con lo spirito gioioso e volitivo che la pervade, ma anche dal punto di vista tecnico e dell’elaborazione tematica. .  
   
 

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