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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Novembre 2007
 
   
  MENO TASSE PER FAVORIRE CRESCITA E OCCUPAZIONE

 
   
  Bruxelles, 5 novembre 2007 - Lamentando l´eccessiva pressione fiscale nell´Ue, il Parlamento chiede un quadro fiscale coordinato per le imposte che favorisca le imprese e la promozione di una sana concorrenza fiscale. Privilegia poi l´ampliamento della base imponibile rispetto al rialzo delle tasse, delle aliquote Iva e degli oneri sociali. Occorre poi incentivare fiscalmente le imprese per favorire gli investimenti e la ricerca, e creare una base imponibile comune per le società. Ma anche coordinare la lotta all´evasione. Approvando con 323 con voti favorevoli, 214 contrari e 120 astensioni la relazione sul contributo delle politiche fiscali e doganali alla strategia di Lisbona, il Parlamento chiede la definizione di un quadro fiscale coordinato, anche per quanto concerne le imposte societarie, «che sia favorevole alle imprese, in particolare alle Pmi, e orientato a rinnovare la crescita e la creazione di posti di lavoro». Ritiene inoltre necessario creare un contesto di politica finanziaria pubblica favorevole alla crescita e all´occupazione, nonché promuovere una sana concorrenza fiscale nell´Unione, in modo che la pressione fiscale «sia ampiamente ripartita tra i lavoratori dipendenti e i consumatori, le imprese e i titolari di reddito da capitale». La concorrenza fiscale, a suo parere, determina infatti benefici economici offrendo un contesto imprenditoriale dinamico. In proposito, ribadisce la necessità di continuare a ridurre le tasse che gravano sull´occupazione, come importante contributo all´obiettivo di giungere a un tasso di occupazione del 70%. Pur constatando una tendenza alla diminuzione delle aliquote di imposta sulle imprese nell´Unione europea, i deputati rilevano tuttavia che il livello generale di imposizione fiscale in Europa «resta più elevato rispetto ad altri paesi Ocse». Notano, d´altra parte, che, nell´insieme, le entrate pubbliche «sono aumentate nonostante la diminuzione delle aliquote fiscali effettive sulle imprese». Sottolineano poi che, in generale, «i sistemi fiscali degli Stati membri sono andati troppo in là nell’applicazione di aliquote relativamente elevate alle fasce basse di reddito, il che disincentiva l’assunzione di rischi e la costituzione di nuove imprese». Il Parlamento ritiene invece possibile disporre di sistemi fiscali competitivi senza compromettere la capacità di finanziamento dello Stato. E ciò è dimostrato dai paesi europei che nell´ultimo decennio «sono riusciti ad aumentare il proprio gettito fiscale mediante riduzioni delle imposte accompagnate da un allargamento degli imponibili fiscali, controllando nel contempo la spesa e riducendo in tal modo il proprio disavanzo». Ricorda quindi che le decisioni connesse alla politica fiscale, quali la concessione di incentivi fiscali alle imprese, «costituiscono il principale strumento di potenziamento e sviluppo dell´occupazione». Sottolinea peraltro che, affinché la politica fiscale contribuisca in modo sostanziale alla strategia di Lisbona, «occorre un monitoraggio costante delle modalità di ridistribuzione delle risorse supplementari» generate dagli sgravi fiscali per le imprese, per assicurare che «siano effettivamente impiegate per stimolare investimenti nell´innovazione e in tecnologie più efficienti». Riconoscendo poi le difficoltà cui fanno fronte le Pmi dell´Unione europea e in altri paesi Ocse per finanziare i propri progetti, il Parlamento approva quindi la concessione di incentivi fiscali atti a incoraggiare le Pmi a ricorrere maggiormente a meccanismi di finanziamento intermediari, quali i capitali sociali imprenditoriali, le reti di investitori provvidenziali (“business angels”), ecc. Nel criticare la tendenza all´innalzamento delle aliquote Iva nell´Unione europea, sottolinea poi che l´esperienza di alcuni Stati membri ha dimostrato «che si ottengono entrate maggiori quando la base imponibile viene ampliata, quando la crescita dell´occupazione porta ad un aumento dei consumi e quando si creano le condizioni per far emergere l´economia sommersa». Un aumento delle aliquote, invece, comprometterebbe questo processo poiché implica «effetti regressivi e comprime la domanda». Il Parlamento invita inoltre gli Stati membri «a cercare di garantire una maggiore equità nella distribuzione della pressione fiscale» e sottolinea la necessità di riesaminare la tassazione delle transazioni e dei servizi finanziari (innovativi o meno) «per assicurare una maggiore trasparenza», contribuendo ad aumentare le risorse disponibili. I deputati reputano necessario mantenere il regime Iva agevolato per le aziende pubbliche o semipubbliche di interesse generale. Suggeriscono poi di introdurre uno "sportello unico" per le imprese affinché queste possano adempiere agli obblighi in materia di Iva a livello dell´Unione europea. Ribadiscono inoltre il sostegno alla sperimentazione di aliquote Iva ridotte per i servizi ad alta intensità di manodopera, lasciando agli Stati membri una flessibilità per quanto riguarda l´applicazione di tali aliquote ai settori dei servizi di prossimità, «che sono principalmente locali e non distorcono la concorrenza transfrontaliera». I deputati osservano che è necessario un approccio «totalmente nuovo» per quanto riguarda la politica in materia di accise. E in proposito sottolineano che, invece di fissare un´aliquota fiscale minima a livello comunitario, andrebbe adottato un codice di condotta generale volto a incoraggiare gli Stati membri a ravvicinare maggiormente le loro aliquote di accisa, attualmente molto divergenti. D´altra parte, il Parlamento richiama l´attenzione sulla perdita di entrate pubbliche provocata dalla frode fiscale nell´Unione europea e sollecita Commissione e Stati membri a adottare ulteriori misure per contrastarla. In proposito, ritiene che occorra cambiare radicalmente il modo in cui funzionano i servizi fiscali, basandoli su principi moderni di organizzazione e di sana amministrazione. La Commissione dovrebbe prendere iniziative di rilievo per sostenere il coordinamento a livello comunitario in tale settore. Sostiene poi gli sforzi della Commissione per creare, a livello europeo, una base imponibile consolidata comune per le società (Ccctb), osservando che tale politica può essere gestita nell´ambito della cooperazione rafforzata. Ritiene infatti che ciò condurrà a una maggior trasparenza, consentendo alle imprese di operare in base alle medesime regole sia sul mercato nazionale che all´estero, incrementerà gli scambi e gli investimenti transfrontalieri e ridurrà significativamente i costi amministrativi e la possibilità di evasione e frode fiscale. Precisa peraltro che ciò «non lede in alcun modo la libertà degli Stati membri di continuare a fissare le proprie aliquote fiscali». Occorre d´altra parte mettere a punto un meccanismo che consenta di ripartire le entrate fra gli Stati membri interessati. I deputati sottolineano che la tassazione ecologica «è uno strumento politico flessibile per conseguire un determinato obiettivo in materia di inquinamento, per fornire incentivi all´innovazione tecnologica e ridurre ulteriormente le emissioni di sostanze inquinanti». Appoggiano quindi gli sforzi della Commissione volti a impostare la politica fiscale in funzione di obiettivi ambientali più ambiziosi, evitando però un aumento del carico fiscale sui meno abbienti. Sostengono inoltre che la politica fiscale dovrebbe in generale contribuire a sollecitare l´industria ad internalizzare i costi esterni, ma reputano opportuno mantenere o introdurre incentivi fiscali e di altro tipo per promuovere fonti energetiche alternative pulite non fossili. Un aumento delle tasse sul carburante, aggiungono, «produrrebbe un effetto positivo sull´ambiente qualora siano disponibili trasporti pubblici economici e funzionali». Analogamente, i deputati ritengono che gli incentivi fiscali per la promozione delle attività di R&s rivestano notevole importanza per conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona, ma rilevano che tali incentivi fiscali non dovrebbero essere utilizzati come sussidi indiretti a favore di imprese nazionali. Si dicono poi convinti che la politica fiscale debba essere concepita in modo da stimolare una crescita indotta dalla produttività in tutti i settori dell’economia, «consentendo al contribuente di chiedere una detrazione o un ammortamento fiscale per le spese di R&s». Il Parlamento incoraggia poi la Commissione ad occuparsi delle questioni inerenti al consolidamento dei conti, alla tassazione e all´amministrazione fiscale dei grandi gruppi che operano a livello transfrontaliero. La sollecita, inoltre, a adottare una strategia più proattiva in relazione ai centri finanziari off-shore. Alla luce del risultato della votazione, la relatrice Sarah Wagenknecht (Gue/ngl, De) ha chiesto di cancellare il suo nome dalla relazione. .  
   
 

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