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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Novembre 2007 |
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LODI: LA PRODUZIONE DELL’ARTIGIANATO
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Lodi, 5 novembre . 2007 - Mantiene un ritmo stanco e sfibrato il manifatturiero artigiano della provincia di Lodi, in rosso sia a livello congiunturale (trimestrale), sia a livello tendenziale (annuo). L’indagine congiunturale condotta da Unioncamere Lombardia e Confindustria Lombarda con la collaborazione delle Associazioni regionali dell’Artigianato (Confartigianato Lombardia, Cna Lombardia, Casartigiani Lombardia, Claai Lombardia) e, a livello provinciale, dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Lodi ha fatto registrare alla fine del terzo trimestre dell’anno un calo trimestrale della produzione grezza del 2,3%, mentre l’andamento tendenziale ha sfiorato una perdita di due punti percentuali (esattamente -1,96%) in rapporto allo stesso trimestre dello scorso anno. L’indice della produzione grezza (base anno 2002=100) è ridisceso sotto la base dei 100 punti che era stata riconquistata il trimestre scorso e ora con 93,56 punti si riallinea ai bassi livelli del 2006. In chiave congiunturale l’indice ha perso uno -0,53 di punto, cancellando l’unico segno non negativo che era stato realizzato in un anno e mezzo, rappresentato dallo 0,09% ottenuto nel secondo trimestre 2007, cedendo comunque in misura meno grave rispetto ai due precedenti trimestri: -1,07% (Ii trim. ), -3,35% (I trim. ). Risulta ad ogni modo rallentata la contrazione della produzione su base annua. La variazione percentuale dell’indice tendenziale è stata pari del -0,21% rispetto al -3,93% del precedente trimestre, al -1,47% di marzo e al -3,60% di fine dicembre 2006. Andamento destagionalizzato e per giorni lavorativi – L’indice destagionalizzato (che depura la quantità prodotta dalle fluttuazioni dovute a fattori meteorologici e consuetudinari) ha messo a segno una lieve flessione congiunturale dello -0,37%, che è però la quinta consecutiva registrata dall’ aprile-giugno 2006, attestandosi a 94,055 punti in parallelo coi 94,336 della Lombardia. La produzione corretta per giorni lavorativi, che calcola quale sarebbe stato il livello della produzione se si fossero verificate le stesse giornate lavorative dell’anno precedente (N. B. : D’ora in poi le variazioni su base annua, rispetto cioè allo stesso trimestre dell’anno precedente, si intendono corrette per giorni lavorativi) ha evidenziato a fine settembre una variazione di -1,96%, rispetto al -2,94% di giugno mentre nel confronto con il dato regionale lombardo si può notare la tendenza della produzione a una maggiore contrazione. Relativamente alla Lombardia l’indice della produzione (indice destagionalizzato, base media anno 2002=100) è sceso nel terzo trimestre 2007 a quota 93,3 interrompendo così la tendenza crescente dell’ultimo anno. La variazione congiunturale destagionalizzata ha segnato una flessione dello 0,2%, primo segno negativo dalla fine del 2005. La variazione tendenziale, a parità di giorni lavorativi, ha registrato la stessa flessione del dato congiunturale (-0,2%) L’indicatore segnala che l’artigianato manifatturiero è in difficoltà tendenziale oltre che a Lodi (-1,96%) a Varese (-2,26%), Bergamo (-1,15%), Milano (-2,21%), Pavia (-0,80%), Cremona (-0,35%), Mantova (-2,21%) Andamento per settori - L’indagine ha inoltre rilevato che la produzione negativa ha riguardato nel lodigiano, quasi tutti i comparti Minerali non metalliferi, Meccanica, Alimentari, Tessile, Abbigliamento Legno-mobilio, Gomma. Plastica, con la sola eccezione del Legno Mobilio. Anche a livello tendenziale le dinamiche di settori importanti non hanno ritrovato vitalità e hanno concluso nuovamente in rosso la Meccanica (-1,8%), gli Alimentari (-2,5%), il Tessile (-6,4%), il Legno Mobili (-6,9%). In questo svolgimento si riflette (parzialmente) un corso presente nei settori lombardi che a parità di giorni lavorativi, con le sole eccezione della Meccanica (+0,9%) e dei Minerali non metalliferi (+0,9%), hanno segnalato una variazione tendenziale sfavorevole anche se di percentuale inferiore rispetto a quelle del lodigiano. Rispetto alle altre province - In chiave comparativa con le altre province della Lombardia, l’andamento dell’artigianato locale non è comunque tra i più negativi. Le province che a parità di giorni lavorativi manifestano una produzione in calo nei dodici mesi sono quelle di Varese (-2,3%), Bergamo (-1,2%), Pavia (-0,8%), Mantova (-2,2%), Cremona (-0,8%). Vanno invece bene Lecco (+2,9%), Como (+2,3%), Sondrio (+1,9%, mentre Milano si mostra sostanzialmente ferma(+0,03%). Andamento per classi dimensionali - Il dato provinciale continua a nascondere andamenti differenti. A seconda della consistenza dimensionale della imprese. A livello regionale le performance migliori nel trimestre sono state appannaggio delle imprese di maggiore dimensione (da 10 a 49 addetti) che con un +0,3% si sono posizionate davanti sia alle medie (da 6 a 9 addetti) sia alle piccole (da 3 a 5 addetti). Nel lodigiano a soffrire maggiormente sono le “micro” imprese che hanno accusato una perdita della produzione grezza del 5% ed hanno reso più marcata quella sui dodici mesi (-6,1%). Nel rapporto con il quadro delle micro imprese a livello regionale, questa classe dimensionale esibisce localmente una maggiore debolezza strutturale e una minore competitività esterna, rintracciabile oltre che nell’andamento della produzione dal ripiegamento del fatturato e degli ordinativi sia interni che esteri. Fatturato - L’indice del fatturato totale deflazionato e destagionalizzato ha subito nel trimestre un nuovo ripiegamento, scendendo a 80 punti rispetto agli 83 punti di fine giugno e registrando una variazione negativa del -3,08% L’ indice del fatturato deflazionato e corretto per giorni lavorativi, invece, ha manifestato una perdita più evidente, lasciando sul campo 6 punti rispetto a dodici mesi fa, con l’indice che è sceso da 92 punti del terzo trimestre 2006 agli attuali 86 punti. A sua volta, la disaggregazione ha evidenziato nel fatturato interno una tendenza che accentua le variazioni negative già registrate nei precedenti trimestri, più intense per il mercato interno dove hanno subito un calo del 5,3% (-4,3% la Lombardia) che per il mercato estero, pari del 2,1% (--1,2 % la Lombardia). Occorre però considerare che la quota sul fatturato estero sul totale per le imprese artigiane non è rilevante né a livello regionale e tanto meno a livello provinciale. Calcolata sulla base dell’ultima rilevazione congiunturale, la quota estera raggiunge nel lodigiano appena il 4,6% e in Lombardia il 6,3%. Altre variabili dell’andamento congiunturale Il tasso di utilizzo degli impianti in Lombardia è segnalato al 70%, spingendosi fino ad oltre il 76% per le imprese più grandi e l’80% per il settore della siderurgia mentre nel lodigiano ha sfiorato il 58%, superando il 65% per le imprese più grandi (oltre i 10 addetti) e il 70% per il settore della meccanica. Gli ordinativi acquisiti nel trimestre sono in decelerazione per quanto concerne la Lombardia dove, rispetto al trimestre precedente, hanno presentato una variazione negativa totale (-2,3%), in particolare sul fronte interno (-2,4%), manifestando segni di difficoltà sul versante estero (-0,9%) Per quanto concerne il lodigiano si nota una variazione percentuale degli ordinativi sul trimestre precedente favorita dagli ordinativi interni, aumentati dello 0,3%, mentre quelli esteri sono risultati in lieve diminuzione (-0,4%). I giorni assicurati dal portafoglio ordini rimangono soddisfacenti a livello regionale (38,3%) e aumentano rispetto ai trimestri precedenti. Anche nel lodigiano il portafoglio ordini è in aumento rispetto ai precedenti trimestri, ma i giorni assicurati a fine trimestre (30%) rivelano una certa “distanza”. L’occupazione all’interno del trimestre in Lombardia è in flessione con un saldo di -0,75% tra tasso di ingresso (2,31%) e d’uscita (3,02%). Nel lodigiano è positiva con un saldo di +0,42% risultato da un tasso percentuale in ingresso del 3,34% e in uscita del 2,92%. Le scorte di prodotti finiti per le imprese locali sono adeguate per il 50%i (una quota che supera il 58% non tiene comunque scorte); fra le restanti, le valutazioni di scarsità superano nettamente quelle di esuberanza (con un saldo del -37,5%). Le scorte di materie prime sono dichiarate adeguate dal 51% delle imprese lodigiane, con una prevalenza di segnali di scarsità (-20,8% il saldo). Gli artigiani che non tengono scorte di materie prime sono il 18%. I prezzi medi delle materie prime si mantengono su ritmi di crescita elevati (+2,17% la variazione sul trimestre precedente). La tensione inflazionistica sui prezzi delle materie prime non si è, per ora, trasferita completamente sui prezzi dei prodotti finiti, cresciuti dell’1,2% Le aspettative degli imprenditori sulla produzione per il quarto trimestre 2007 sono positive, con un saldo tra ottimisti e pessimisti del 17,2%. Anche le aspettative sulla domanda interna registrano un saldo positivo del 17,7%, mentre non sono segnalate variazioni per quanto concerne la domanda estera. Per quanto riguarda i livelli occupazionali sono state registrate aspettative di stabilità con l’85% degli imprenditori che non prevedono variazioni. . |
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