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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Novembre 2007 |
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II° RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO SUL COMMERCIO BASSA L’INCIDENZA DEI CONSUMI ALIMENTARI SULLA SPESA L’ASSESSORE MELLARINI: “IN TRENTINO ESISTE UNA STRUTTURA DISTRIBUTIVA EQUILIBRATA”
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Trento, 5 novembre 2007 – Nella mattinata del 30 ottobre è stato presentato il Ii° Rapporto dell’Osservatorio provinciale del commercio, elaborato dal Comitato tecnico scientifico con la collaborazione delle Strutture provinciali. Il rapporto ha fornito spunti di riflessione molto importanti su temi di interesse per imprese e cittadini. Alla presentazione erano presenti, tra gli altri, l’assessore provinciale all’agricoltura commercio e turismo Tiziano Mellarini, il professor Luca Zanderighi (Straordinario di Marketing dell’Università degli studi di Milano), Paolo Nicoletti dirigente generale del Dipartimento turismo commercio e promozione dei prodotti trentini, Vincenzo Bertozzi del Servizio statistica della Provincia autonoma di Trento, e Mariangela Franch docente dell’Università degli studi di Trento. In particolare sono state presentate quattro indagini: la struttura della rete commerciale, i centri commerciali (in particolare il Millennium di Rovereto), i differenziali di prezzo e i consumi delle famiglie trentine. “L’analisi elaborata dal comitato scientifico – ha spiegato l’assessore Mellarini – conferma la presenza in Trentino di una buona struttura distributiva, equilibrata tra le diverse strutture di vendita, un apprezzamento per i centri commerciali esistenti che contribuiscono alla rivitalizzazione dei centri storici. Sarà un impegno della Provincia autonoma di Trento attivarsi con tutti i Comuni ed, in particolare, con quelli maggiori, per l’apertura di mercati rionali riservati ai contadini al fine di ridurre la filiera dal produttore al consumatore”. Per quanto riguarda le quattro indagini, risulta la bassa incidenza dei consumi alimentari (e in particolare del fresco) sulla spesa complessiva, circa il 15%: una percentuale che varia tra anziani (20%), coppie giovani (10%) e famiglie in difficoltà (30%). I centri commerciali stanno diventando, soprattutto per i giovani (ma non solo), veri e propri luoghi di svago. Il settore del commercio, con il turismo e l’agricoltura, costituisce l’asse strategico della nostra economia non solo dal punto di vista strettamente economico e occupazionale, ma a livello sociale. Un esempio sono i negozi e gli esercizi di montagna (i multiservizi) che svolgono una funzione ed un ruolo prezioso a difesa dell’esistenza delle piccole comunità. Un’impostazione che il Ii° Rapporto dell’Osservatorio provinciale del commercio, presentato stamani presso il Palazzo della Provincia autonoma di Trento, ha confermato nella sua essenzialità. Alla presentazione ha preso parte l’assessore provinciale all’agricoltura commercio e turismo Tiziano Mellarini, che ha fissato i risultati dello studio statistico: “In Trentino esiste una buona struttura distributiva con equilibrio tra le diverse strutture di vendita. I dati confermano l’apprezzamento da parte degli utenti per i centri commerciali esistenti che non hanno fatto morire i centri storici ma che, al contrario, contribuiscono alla loro rivitalizzazione. E’ stata accertata la bassa incidenza dei consumi alimentari (ed in particolare del fresco) sulla spesa complessiva, seppur con percentuali più elevate per gli anziani e per le fasce sociali più deboli. Da parte della Provincia autonoma di Trento c’è l’impegno ad attivarsi con tutti i Comuni ed in particolare con quelli maggiori, per l’apertura di mercati rionali riservati ai contadini al fine di ridurre la filiera dal produttore al consumatore. Già oggi la normativa provinciale vigente prevede che i Comuni possano riservare nei mercati un certo numero di posteggi ai produttori agricoli”. L’assessore Mellarini ha inoltre confermato che è stata avviata un’indagine sulla filiera dei prezzi ed ha difeso, sempre su questo tema, l’iniziativa “Stop ai prezzi” , sottoscritta nel gennaio 2006 da tutte le parti economiche e sociali. “L’iniziativa – ha aggiunto l’assessore Mellarini - ha visto l’adesione volontaria di oltre 80 esercizi commerciali sparsi su tutto il territorio provinciale che si sono impegnati a bloccare fino al 31 dicembre 2006 il prezzo di 60 generi di prima necessità inseriti in un preciso paniere individuato a livello provinciale”. Durante questo periodo sono stati effettuati da parte di funzionari dei servizi provinciali i controlli presso alcuni esercizi aderenti, scelti a campione, ed è stato riscontrato il rispetto dell’accordo. “Anche dopo la scadenza dell’iniziativa – ha evidenziato Mellarini -, i maggiori soggetti della grande distribuzione trentina hanno sostanzialmente mantenuto fino ad oggi il costo complessivo del carrello relativo ai paniere”. Proprio in queste settimane il presidente Roberto Formigoni della Regione Lombardia ha presentato un accordo molto simile all’iniziativa trentina, “Stop ai prezzi”. L’accordo, rispetto al Trentino, non vincola le imprese coinvolte che sono libere nell’individuare i prodotti ed ha una scadenza di 6 mesi. “L’iniziativa trentina – ha concluso Mellarini - non poteva certo essere il rimedio di tutti i mali, ma se è stata mutuata anche da una Regione come la Lombardia ed ha trovato una sostanziale tenuta per oltre 1 anno e mezzo perché ha introdotto aspetti positivi”. L’indagine sul Centro commerciale il Millennium di Rovereto ha chiuso il ciclo di analisi che ha interessato tutti i maggiori centri commerciali del Trentino. I dati sulla struttura di Rovereto confermano che la bassa incidenza della spesa alimentare sui consumi delle famiglie trentine, che di differenzia a seconda delle categorie (anziani, giovani coppie e famiglie con reddito basso). Nei nuovi centri commerciali i giovani trentini vedono, inoltre, non solo un luogo per gli acquisti ma anche di svago. Una tendenza che coinvolge in parte anche le famiglie medie. L’apertura del Millennium non ha portato alla temuta crisi dei negozi del centro storico di Rovereto, ne al trasferimento delle attività dal centro alla periferia: il 20 per cento delle famiglie che frequenta il centro commerciale va anche in centro a Rovereto per gli acquisti. Quanto al consumo delle famiglie trentino, l’Osservatorio conferma nel report – come già detto – la bassa incidenza della spesa alimentare, che persa per il 15% sul bilancio familiare. La percentuale varia a seconda delle categorie sociali: sale al 20% nel caso degli anziani, per salire ancora al 30% nelle famiglie a basso reddito, per scendere al 10% nelle coppie giovani, a conferma che dei diversi stili di vita che – nel caso delle coppie giovani – porta a consumare almeno un pasto (il pranzo) al di fuori del nucleo familiare. Le altre voci del bilancio familiare riguardano la casa (30% speso per l’affitto o il mutuo prima casa), il costo dell’energia (6%) e la spesa sanitarie e destinata alla salute personale (5%). Sul questo tema, come ha ribadito l’assessore Mellarini, esiste la volontà della Provincia autonoma di Trento ad ampliare la presenze sul territorio trentino dei mercati rionali (ora presenti a Trento e Pergine), così da accorciare la filiere produttore-consumatore per i prodotti freschi e riproporre l’iniziativa “Stop ai prezzi”. L’indagine sulla struttura distributiva in Trentino conferma il sostanziale equilibrio del sistema. Lo studio ha interessato l’analisi della rete distributiva, i punti vendita e la superficie degli esercizi. L’equilibrio della struttura distributiva si manifesta nel corretto rapporto del servizio tra il centro e la periferia. Una situazione già sostenuta dalla legge provinciale che vuole favorire il mantenimento del commercio periferico, anche grazie a progetti di multiservizi. Nei prossimi mesi la Provincia avvierà un’indagine specifica con l’obiettivo di dare delle risposte alle fasce sociali (anziani, ad esempio) che hanno maggiori difficoltà ad accedere agli esercizi commerciali. Il 15% dei 223 Comuni trentini ha un solo punto vendita, mentre un terzo offre più di tre esercizi: un dato incoraggiante ma che sarà ulteriormente verificato per rendere ancora più vicina la situazione della periferia rispetto ai maggiori centri, dove si concentra la presenza degli esercizi commerciali. In questo senso si cercherà, a livello di imprese, di rafforzare l’associazionismo commerciale specializzato e, in campo sociale, di sviluppare la presenza dei servizi commerciali di base. . |
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