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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Novembre 2007
 
   
  NADJA MONCHERI ITINERARIO CROMATICO

 
   
   Trieste, 5 novembre 2007 – Si inaugura oggi alle ore 18. 00 nella Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza dell’Unità d’Italia, 4) la mostra personale della pittrice triestina Nadja Moncheri. La rassegna, che sarà presentata dalla curatrice Marianna Accerboni, propone una sorta di installazione totale, composta da una serie di lavori recenti dell’artista realizzati ad acrilico su tela e da una sequenza di pannelli di seta dipinti a mano, che suggeriscono un suggestivo e straniante Itinerario cromatico, come appunto s’intitola la mostra. Visitabile fino al 19 novembre. Una selva lieve di presenze seriche -- scrive Accerboni - connota questa originale rassegna, che si presenta come un’installazione totale, in cui Nadja Moncheri allude, attraverso una coinvolgente sequenza cromatica, al mondo naturale, ricostruendone con garbo e misura la vitale armonia. La rassegna si compone infatti di una serie sintonica di pannelli di seta dipinti a mano dall’artista e da alcuni lavori realizzati ad acrilico su tela attraverso una sensibile modulazione cromatica, che accoglie il fruitore lungo un percorso connotato di elegante semplicità. La pittrice triestina, che nel corso degli anni ha evoluto il proprio linguaggio creativo grazie anche agli stage di pittura curati en plein air da Nino Perizi e agli incontri di studio con Alice Psacaropulo, propone in questa mostra il linguaggio della maturità linguistica e della sintesi, cui è pervenuta negli ultimi anni, mantenendo tuttavia nelle tracce cromatiche al limite dell’astrazione, una lieve valenza surreale. Quest’ultima suggerisce appunto al fruitore un piano di lettura che si allontana dal visibile, cioè dal dato naturale di partenza – roccia, pietra, terra, deserti - per ricostruirne, attraverso il ritmo cromatico e gestuale, l’essenza e l’atmosfera: quasi un percorso/gioco, che l’artista suggerisce a chi si addentra nel suo mondo per aiutarlo a scordare il reale, i suoi ritmi troppo irruenti, l’aggressività latente, passeggiando in un’oasi cromatica dove godere, per un attimo, la serenità delle origini. S’incontrano nel linguaggio di Moncheri – conclude il critico - due virtù: la prima consiste nel saper declinare con grazia e sensibile intuito la sequenza cromatica che connota l’esposizione, la seconda nell’essere capace di intervenire nello spazio e di dominarlo, ricreando un’interpretazione astratta e convincente del reale, in linea con le nuove vie del lessico artistico contemporaneo. .  
   
 

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