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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Novembre 2007 |
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GLI “OSS”, CARTA DA VISITA DELLA SANITÀ TRENTINA GLI OPERATORI SOCIO SANITARI SEMPRE PIÙ PRESENTI IN OSPEDALI, RSA E SUL TERRITORIO
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Trento, 6 novembre 2007 – Nei reparti d’ospedale, nelle Rsa ma anche sul territorio, a domicilio dei pazienti, impegnati nei servizi di assistenza socio-sanitaria, la loro presenza a supporto di infermieri e assistenti sociali è sempre più diffusa ed apprezzata. Sono gli Oss, gli Operatori socio-sanitari, una nuova figura professionale che ha preso il posto, a partire dal 2000, degli ex Osa (operatori socio-assistenziali) e Ota (operatori tecnici addetti all’assistenza). Il loro compito è di assistere infermieri e assistenti sociali, per questo le loro competenze sono sia di carattere sanitario che assistenziale. A quanti hanno scelto di diventare operatori socio-sanitari sta dedicando in questi giorni attenzione l’assessore alle politiche per le salute Remo Andreolli, che ha programmato una serie di visite alle sedi dove si svolgono i corsi biennali per la loro preparazione ed i corsi universitari in infermieristica, di tecnico di laboratorio e di fisioterapista. Dopo la visita, il 23 e 24 ottobre scorsi, al Polo universitario delle professioni sanitarie di Trento, che ha sede in Via Briamasco, Andreolli si è recato oggi a Rovereto dove, in due distinti momenti, ha fatto visita al Polo universitario delle professioni sanitarie di Via Lungo Leno – Polo che ha anche la sede staccata di Ala – ed al Centro pastorale Beata Giovanna, in Via Setaioli, dove si stanno svolgendo i corsi di laurea per tecnico di laboratorio e per fisioterapista. In entrambi i casi, l’assessore era accompagnato dal direttore dell’Ospedale di Rovereto, Romiti, e da Franca Bellotti, direttore dell’Ufficio Formazione e sviluppo delle risorse umane del Dipartimento Politiche sanitarie della Provincia. Ad accogliere Andreolli al Polo di Rovereto la direttrice Ambra Perino. Al corso per Oss di Rovereto – ha spiegato – sono iscritti 60 studenti: 10 provengono da Paesi europei e non, quali Romania, Bolivia, Perù, Cile e Marocco, 11 arrivano da regioni del Sud Italia (Sicilia, Sardegna, Calabria), hanno un’età media di 31 anni; 25 di loro hanno già frequentato corsi presso centri di formazione professionale, 19 sono in possesso del diploma di maturità, 14 di scuola media; 27 sono sposati ed hanno figli, molti sono studenti lavoratori, una trentina ha già avuto precedenti esperienze lavorative in Rsa. “Una scuola – ha affermato Perino – che rappresenta dunque la vera integrazione tra nord e sud. Si tratta di studenti di frontiera, destinati a prestare la propria opera non solo nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa ma anche sul territorio, affrontano problematiche non solo sanitarie ma anche psicologiche e psico-sociali”. Portando il proprio saluto ai futuri Oss, Andreolli ha ricordato loro come in questi anni molti siano stati i cambiamenti intervenuti sia nella sanità che nel campo della formazione sanitaria, al fine di rendere il sistema sempre più attento ai bisogni di salute espressi dai cittadini e che, per questo, ha bisogno di operatori sempre più qualificati”. Il corso è piuttosto impegnativo: 1400 ore, 700 delle quali in tirocini ed esercitazioni. Ma l’acquisizione delle competenze non è tutto: “Occorre sempre ricordare – ha affermato Andreolli – che tutti noi siamo al servizio delle persone e che il cambiamento fa parte del presente e del nostro lavoro, per cui serve capacità di adattamento. Cresce il bisogno, cresce la domanda di servizi che devono essere prestati sempre più a domicilio e dunque c’è bisogno di operatori capaci di relazionarsi in modo professionale con gli utenti”. Certo, trattandosi di una figura professionale nuova, il suo inserimento a fianco di altre figure, quali ad esempio gli infermieri, non è privo di qualche criticità che richiede momenti di verifica e aggiustamenti. Si tratta di un cambiamento che dev’essere recepito in tutte le strutture, anche dalle cooperative che hanno in affidamento la fornitura di servizi d’assistenza sul territorio. Fondamentale è saper lavorare insieme, in modo integrato, tra figure diverse. Un fatto però è certo: gli Oss sono sempre più presenti e la loro professionalità sempre più riconosciuta e valorizzata dentro i reparti. “La vostra competenza – ha affermato il dottor Romiti – è decisamente superiore a quella di figure omologhe. La sanità si fa sempre più tecnologica, i pazienti escono prima dall’ospedale ed hanno bisogno di assistenza a domicilio; per la loro prossimità al paziente, gli Oss sono in pratica la carta di presentazione della sanità”. Martedì 13 novembre Andreolli farà visita agli studenti del corso Oss di Ziano di Fiemme, e martedì 20 novembre a quelli del corso Oss di Tione. . |
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