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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Novembre 2007
 
   
  LA RICERCA DEL BENESSERE ANCHE NELLA MALATTIA CRONICA AIV ONLUS AFFRONTA IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE E I RISVOLTI PSICOLOGICI DI COPPIA DELLE PATOLOGIE FEMMINILI IN UN CONVEGNO

 
   
  Milano, 7 novembre 2007 – Aiv Onlus parte dalla constatazione di come, in una società che punta tutto sull’efficienza e sull’apparire, non essere in perfetta forma fisica è una limitazione che occorre mascherare e superare rapidamente. Quando ciò non è possibile a causa di una malattia, aggravata dalla consapevolezza della cronicità, che quindi non si risolve e può solo essere contenuta e arginata, subentrano aspetti psicologici di rilievo personale, familiare e lavorativo di cui bisogna farsi carico. Alcune patologie, poi, che riguardano gli organi genitali sono ancora più difficili da accettare e da comunicare per le implicazioni legate al proprio genere – all’essere donna, nella fattispecie – e al sentirsi accettate, a partire dalla famiglia, con un ruolo e un’identità definite. Questa consapevolezza ha portato l’Associazione Italiana Vulvodinia Onlus a organizzare un convegno, patrocinato dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano e dalla Fondazione Cariplo, dal titolo “La relazione medico-paziente nella malattia cronica femminile: riflessi psicologici e rapporti di coppia nel caso della vulvodinia”. La vulvodinia è una patologia che colpisce la donna prevalentemente in età fertile (20-40 anni) con disturbi che vanno dall’impossibilità ad avere rapporti sessuali, all’impossibilità a svolgere normali azioni quotidiane. Può insorgere in qualsiasi momento e durare, con fasi alterne di miglioramento, per sempre. La causa è sconosciuta. La scarsa conoscenza del problema comporta difficoltà di diagnosi con la conseguenza che il dolore e il disagio tendono a radicarsi, complicandone il decorso. Il primo studio epidemiologico americano sulla vulvodinia risale al 1991 ma ancora oggi non ne esistono in Europa né in Italia, lasciando in ombra le dimensioni del problema e molte sue implicazioni, da quelle più pratiche, legate all’uso di prodotti specifici per l’igiene o all’assunzione di alimenti potenzialmente irritanti, a quelle di natura psicologica. La donna presenta un percorso evolutivo difficile e le varie tappe del suo sviluppo biologico sono contrassegnate dal dolore: il menarca e il parto sono gli esempi più lampanti. Il dolore, quindi, è presente naturalmente nella vita femminile. La sindrome dolorosa pelvica è una delle problematiche più frequenti in ginecologia e comporta ripercussioni importanti anche nelle aree sessuale e relazionale. In tal senso il dolore è molto più di un sintomo fisico perché è influenzato dalle emozioni e dalle condizioni sociali e ambientali con una specificità individuale, come testimoniano tutte le donne che frequentano l’Aiv e animano il forum sul sito www. Vulvodinia. Org. In tutte le patologie che afferiscono all’area genitale femminile, quindi, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, la soluzione più efficace è rappresentata da un approccio multidisciplinare. Il 2007 è stato designato dalla Commissione europea come “Anno europeo delle Pari Opportunità per Tutti” con l’obiettivo di rendere i cittadini dell’Unione europea più consapevoli del loro diritto a vivere una vita priva di discriminazioni. Secondo Aiv Onlus questo deve valere anche per le donne che affrontano malattie ginecologiche croniche e che quindi faticano più degli altri a costruire le relazioni e il benessere necessari per esprimere compiutamente se stesse nella famiglia e nella comunità. Per questo è importante interrogarsi su come i rapporti medico-paziente e malato-partner possano essere vissuti come sostegno, parte della terapia, fonti di miglioramento, per avere tutti un’esistenza più piena e significativa. .  
   
 

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