Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Novembre 2007
 
   
  MOSTRA ENRIC MAJORAL: GIOIELLI DI SABBIA COMO GALLERIA ROBERTA LIETTI ARTE CONTEMPORANEA 10 NOVEMBRE – 16 DICEMBRE 2007

 
   
  Inaugurerà a Como sabato 10 novembre, presso la Galleria Roberta Lietti arte contemporanea, la mostra “Gioielli di sabbia”, organizzata in collaborazione con Benzoni Gioielli, che presenta opere dell’artista spagnolo Enric Majoral. La mostra, che sarà incentrata sulla sua collezione più recente, intitolata appunto Gioielli di sabbia, presenterà anche molti altri pezzi significativi di collezioni meno recenti e pezzi unici dell’ultima produzione. Enric Majoral è nato nel 1949 a Sabadell, in Spagna. Nel 1972 si stabilisce a Formentera, dove tuttora vive e lavora gran parte dell’anno. Il dato anagrafico lo inserisce di buon diritto in quella generazione di ventenni che, alla fine degli anni Sessanta, voleva cambiare il mondo. Con la propria generazione condivide quello spirito di ricerca che trova nei miti letterari degli anni Settanta e nei viaggi – che Majoral compie in diversi Paesi europei, Nord Africa, Asia – un modo di allargare gli orizzonti e d’interrogarsi sulle ragioni dell’esistenza, un modo, in definitiva, di consumare un’esperienza iniziatica. Nella sua formazione convergono inoltre l’impostazione ereditata dal padre artigiano e la frequenza della Escola Industrial d’Art i Oficis di Sabadell, dove sperimenta diverse tecniche artigianali, quali la tessitura a mano e l’ebanisteria, e segue lezioni teoriche sull’architettura. Fin dall’età di quattordici anni divide il suo tempo fra studio e lavoro, che già allora concepisce come una forma di vita e di morale. Nel 1974 a Formentera, apre un laboratorio–negozio che segna l’inizio di un’attività ininterrotta fino ad oggi. Formentera, agli inizi degli utopici anni Settanta, è ancora al di fuori dal circuito turistico, vi trionfano modelli di vita naturali e primitivi ed è terreno fertile all’installarsi delle prime comunità hippies. Formentera, per Enric Majoral è dunque un luogo dell’anima, uno spazio evocativo del tempo e delle culture passate – qui ancora presenti - ma anche il luogo dove la sua sensibilità può cogliere alcuni elementi da trasporre nella sua opera. L’osservazione della superficie delle rocce così piene di vita e di cromatismi, dove vivono piccoli licheni, piccoli frammenti di ceramica punica o fenicia, è stimolo per la nascita di una collezione come Trossos de Formentera (Pezzi di Formentera). La ricerca e la disponibilità all’innovazione sono le costanti di un percorso che si evolve, che si lascia alle spalle la prima produzione degli anni Settanta, segnata da un’impronta barocca e orientaleggiante e che, negli anni Ottanta, punta decisamente al rispetto della verità dei materiali e alla essenzialità formale. Negli anni Ottanta si assiste alla nascita della Nuova gioielleria e all’affermarsi del gioiello sperimentale, che naturalmente trovano nella galleria d’arte il loro pubblico. Majoral non è interessato ad intraprendere questa strada: “Non mi interessa tanto esprimermi nel linguaggio formale ed allegorico, quanto conseguire uno stile che sia capace di plasmare quello che mi interessa del gioiello: la sua bellezza latente. Ho sempre pensato che è nel contatto con la pelle umana che il gioiello assume la sua vera dimensione”. Quindi, gioielli fatti per essere portati e non solo per essere esposti in gallerie d’arte: non solo pezzi unici ma anche collezioni per una più ampia diffusione. Da qui l’esigenza d’aprirsi al mercato fuori dall’isola di Formentera e la decisione, presa nel 1987, di creare il laboratorio-negozio a Barcellona. D’altra parte, Majoral avverte il pericolo insito in una produzione industriale del gioiello: la standardizzazione. Contro questo rischio la scelta è per una produzione artigianale di qualità che, da un punto di vista formale, è evocativa delle forme semplici e simboliche delle culture primitive. Gli anni Ottanta sono molto fertili, per la definizione di un suo linguaggio personale. Vengono sondati diversi terreni: ricerca sui gioielli tradizionali delle isole Pitiüses (Baleari), ricerca sull’opera di Alexander Calder, al quale, come omaggio, Majoral dedica una collezione. Nascono diverse altre collezioni, che vengono diffuse da un apparato distributivo ormai internazionale. Enric Majoral è sempre il pilota della ricerca e l’appassionato realizzatore di pezzi unici, che aprono la strada alla produzione di collezioni sempre innovative. È così per la collezione Capelletes, del 1996. Il nome Capelletes deriva da un tipo di costruzione, tipica di Formentera, che è posta a protezione delle cisterne d’acqua e dei aljubs (fontanili scavati nella roccia). È così per la ricerca tecnica dell’aspetto materico del gioiello. Finiture, texture, ruvidità delle superfici, che ricordano certi Concetti spaziali di Lucio Fontana o certi Achrome di Piero Manzoni, non sarebbero possibili senza la sensibilità artistica di Enric Majoral. La collezione Joes d’arena (gioielli di sabbia) con le sue superfici scabre, è l’evidente esempio di una sapiente ricerca in quella direzione, una felice sintesi di stimoli provenienti dalla cultura figurativa contemporanea e dalla forte natura mediterranea di Formentera. Tra le mostre principali e più recenti che Enric Majoral ha tenuto si segnalano quella presso la Van der Voort Gallery di Eivissa nel 1995, le mostre “Capelletes” allestite a Maiorca, Minorca, Eivissa, Formentera e a Barcellona presso il Catalonia National Art Museum (Mnac) nel 1997. Una mostra a Porto Rico e la realizzazione delle sculture in bronzo intitolate “Abbeveratoi per uccelli” collocate in un parco a Stipshausens, in Germania nel 2006. Le mostre “Joies de Sorra” a Barcellona, “Enric Majoral, da Formentera a New York” presso la Aaron Faber Gallery di New York e quella presso Linde Meyer a Filadelfia nel 2007. .  
   
 

<<BACK