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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Novembre 2007
 
   
  COMPRARE O ANDARE IN AFFITTO?

 
   
   Milano, 7 novembre 2007 - Nel primo semestre del 2007 il mercato immobiliare in Italia ha rallentato la sua crescita e nelle grandi città le quotazioni sono aumentate solamente dello 0. 6%. Anche il mercato delle locazioni tira il freno ormai da alcuni semestri e i canoni di locazione, nello stesso periodo, sono rimasti praticamente stabili (+0. 2% i canoni di locazione per i bilocali e 0% quello per i trilocali nelle grandi città). Sul mercato finanziario la stretta monetaria della Bce ha fatto sentire i suoi effetti contribuendo a rendere più “pesante” la rata nel bilancio delle famiglie italiane. Con uno scenario del genere ci si chiede se sia il caso di comprare o di affittare l’abitazione. Non si può dare una risposta univoca. Le variabili che entrano in gioco, in una scelta di questo tipo, sono numerose (capitale iniziale a disposizione, eventuale investimento alternativo, orizzonte temporale di riferimento, necessità personali). L’ufficio Studi Tecnocasa ha fatto una simulazione su Milano, in un quartiere semicentrale. Ha considerato l’ipotesi di acquisto di un bilocale di 65 mq contro l’affitto dello stesso. L’orizzonte temporale di riferimento è di 25 anni. Il capitale iniziale a disposizione è lo stesso per l’acquirente e per colui che decide di prendere in affitto l’immobile: nel primo caso va a coprire parte del valore dell’immobile e nel secondo caso è investito in Btp a 25 anni. Chi acquista si indebita a tasso fisso. Per equità abbiamo considerato la rata del mutuo e il canone di locazione di importo simile. Per l’acquirente si sono considerati i costi di acquisto dell’immobile e di accensione del mutuo, i costi capitalizzati legati alla proprietà dell’immobile (Ici, manutenzione straordinaria, assicurazione), le rate mensili ed il beneficio fiscale della detrazione degli interessi su mutuo. Abbiamo ipotizzato un tasso medio di crescita del mercato immobiliare del 2%. Per l’inquilino si sono considerate le uscite relative ai canoni di locazione, rivalutati annualmente in base all’Istat e le tasse legate alla registrazione del contratto. Inoltre si ipotizza che il surplus (ovvero la differenza positiva tra l’importo del canone e l’importo della rata) sia investito. Alla fine del periodo temporale considerato chi ha acquistato l’immobile ha un guadagno superiore rispetto a chi ha scelto la locazione. A parità di tutte le variabili e riducendo l’orizzonte temporale di riferimento il gap tra i due si affievolisce. Questo è solo un esempio. Basta che le variabili di riferimento cambino ed i risultati ottenuti potrebbero essere diversi. In linea generale il mercato immobiliare nel medio lungo termine ha sempre preservato il valore dell’immobile. Inoltre la tendenza in Italia è quella di “comprare casa”, perché è considerato un investimento “tranquillo” ed ha una valenza psicologica legata all’appartenenza sociale e alla sicurezza. Fonte: Ufficio Studi Tecnocasa .  
   
 

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