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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Novembre 2007
 
   
  RUOLO REGIONI NEI PROCESSI NORMATIVI COMUNITARI

 
   
   Udine, 8 novembre 2007 - La riforma costituzionale del 2001 e l´approvazione della legge 11 del 2005 hanno modificato la dinamica dei rapporti tra lo Stato e l´Unione europea e in questo contesto anche le Regioni hanno visto mutare e crescere il loro ruolo nel rapporto con le istituzioni europee. Un convegno a Udine, nella sala Tomadini della facoltà di economia dell´Università, per presentare il libro curato da Guido Carpani, Tania Groppi, Marco Olivetti e Arturo Siniscalchi "Le Regioni italiane nei processi normativi comunitari" ha offerto - alla presenza del presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini (anche in veste di coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative italiane) e del presidente della Regione Riccardo Illy - il terreno per una panoramica degli strumenti organizzativi centrali e periferici di raccordo tra i ministeri, tra lo Stato e le Regioni e le altre autonomie locali e per analizzare le esperienze più significative maturate dalle Regioni, in primis le leggi comunitarie del Friuli Venezia Giulia che nel 2004 si è dotata di una legge sulla partecipazione della Regione ai processi normativi dell´Ue, e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, con la quale nell´ordinamento regionale è stata introdotta la legge comunitaria annuale. Una legge, questa, licenziata a inizio legislatura con uno sguardo all´Europa che fa del Friuli Venezia Giulia una regione apripista e prototipo, ha affermato Tesini sottolineando che, a distanza di tre anni, si presenta come una grande occasione di bilancio scadenzato e che si è tradotta in un vantaggio per la qualità degli atti e in una accresciuta ricaduta positiva nelle politiche economiche e sociali. La ricerca, che fa positivi riferimenti a questa legge, è uno studio innovativo di grande interesse, che - ha detto Tesini - si pone come strumento di lavoro aperto non solo al dibattito giuridico, ma che aiuta a orientare e a orientarsi nei passi da compiere. L´europa ci ha abituato ad avvertire la relazione tra i livelli istituzionali, nel principio sussidiario della leale collaborazione, con una pari dignità istituzionale che non sempre è uguale a equiordinazione e che non significa che tutti fanno le stesse cose. Anzi, dentro le nuove materie ciascuno deve fare la propria parte, abituandosi a capire e a recepire le direttive comunitarie e a concorrere alla formazione di esse - ha affermato ancora Tesini sottolineando che il Friuli Venezia Giulia ha saputo vedere nell´Ue una grande opportunità prima ancora che un nuovo livello istituzionale. Come partecipare alla fase legislativa ascendente è il vero problema quando la capacità di relazione è affidata anche al modo in cui le proprie responsabilità vengono pensate ed esercitate e proprio per questo, per Tesini, occorre dare vita a un sistema di relazioni essenziale e mirato alle questioni cruciali, consapevoli che non tutto può essere normato. Un discorso che evidenzia l´importanza della relazione tra parlamenti nazionali e assemblee legislative locali, tra governi nazionali ed esecutivi regionali, e anche l´importanza che in questo processo gli esecutivi siano rafforzati e che parallelamente sappiano relazionare con i legislativi. Al convegno, aperto dal rettore Furio Honsell, sono intervenuti Maurizio Maresca, ordinario di diritto dell´Unione europea e Laura Montanari, ordinario di diritto pubblico comparato, dell´università di Udine; Arturo Siniscalchi, coordinatore del progetto Governance - Formez; Guido Carpani, consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri. . .  
   
 

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