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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
 
   
  DAL CLIMA DELLA PREISTORIA PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL PRESENTE A ROMA UN LABORATORIO DI IDEE INTERDISCIPLINARE PER DISCUTERE DI PALEONTOLOGIA, PALEOCLIMATOLOGIA E STRUMENTI DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

 
   
  Roma, 27 giugno 2006 - Paleontologia e paleoclimatologia, scambi suolo-aria e sensori elettromagnetici, geotermici e geochimici. Questi gli argomenti al centro delle due “Giornate di Studio” che l’Ices (International Center for Earth Sciences) ha organizzato a Roma il 27 e il 28 giugno, presso l’Area di Ricerca Cnr di Tor Vergata. Un ‘brain storming’ mirato ad innescare un contatto o comunicazione fra specialisti di diverse discipline, così come nell’ottica dell’Ices (costituito dall’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste e dall’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina), che rappresenta, come spiega il direttore del centro, il professore Giovanni Gregori, “un laboratorio di idee (‘think tank’) il quale intende il sapere come l’unica ‘arma’ per vincere la sfida odierna della sopravvivenza. Una conquista quotidiana, un paziente avvicinarsi alla verità che non viene mai compiutamente raggiunta. Solo la conoscenza della Natura può consentirci di sopravvivere, e di risolvere tutti i problemi. Il forte carattere interdisciplinare dell’Ices – conclude Gregori – mira alla predisposizione di protocolli europei unificati di verifica delle criticità ambientali e territoriali”. Lo scopo delle due giornate di studio è quello di individuare possibili sinergie volte a sviluppare idee sostanzialmente innovative. Ogni meeting, che sarà di carattere informale e operativo, è aperto a tutti gli interessati. Martedì 27 giugno si parlerà di Paleontologia e Paleoclimatologia. Lo scopo è quello di cercare evidenze sperimentali atte a dare sostegno, o a contraddire, l’ipotesi di controllo primario sul clima da parte delle variazioni temporali del flusso geotermico su scala planetaria. Si tratta di analizzare, come spiega il prof. Gregori, “le variazioni di flusso di calore che provengono dal sottosuolo; variazioni che mutano in modo cospicuo nel corso del tempo e che sono le cause principali dei cambiamenti climatici”. Interverranno, fra gli altri, oltre a Gregori, il dr. Claudio Ravanelli ed il dr. Maurizio Poscolieri dell’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, il professore Ernesto L. Piana del Conicet-cadic (Centro Austral de Investigaciones Cientificas), Ushuaia, Tierra del Fuego, Argentina, la dr. Ssa Giuliana Panieri dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr, il professore Roberto Udisti dell’università di Firenze, il dr. Paolo Favalli e il dr. Cesidio Bianchi, entrambi dell’Ingv, il dr. José Carcione dell’Ogs (Trieste). Mercoledì 28 giugno, invece, al centro della discussione ci saranno gli scambi suolo-aria, e i sensori elettromagnetici, geotermici e geochimici. L’obiettivo è individuare e progettare sensori nuovi, affidabili, e possibilmente replicabili in grandi quantità. “Bisogna superare – dichiara sempre Gregori - gli attuali strumenti di misura usati nel monitoraggio ambientale, e che molto spesso non tengono conto adeguatamente dei progressi concreti della tecnologia. La robustezza della misura è più importante della precisione o di una sensibilità molto spinta. Conta la copertura spaziale ed il lungo periodo delle registrazioni. Lo scopo è quello di iniziare il cammino per individuare la fattibilità di stazioni di misura automatiche, robuste ed affidabili che possano funzionare anche in siti molto inospitali, con le quali eseguire un monitoraggio ambientale, specifico e mirato, molto più incisivo e significativo di quelli attualmente eseguiti”. Interverranno, tra gli altri, il Prof. Arnaldo d’Amico, il Prof. Enrico Verona, il dr. Claudio Ravanelli ed il dr. Maurizio Poscolieri dell’Istituto di Acustica “Orso Mario Corbino” del Cnr, il dr. Luigi Ciattaglia dell’Isac del Cnr, il dr. Giovanni Romeo dell’Ingv, il dr. Andrea Maria di Lellis, il dr. Valerio Iafolla dello Iasf di Roma, il dr. José Carcione dell’Ogs (Trieste), il dr. Ugo Coppa dell’Osservatorio Vesuviano (Ingv), e l’Ing. Antonio Marino dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina. .  
   
 

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