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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Novembre 2007
 
   
  CONCLUSA AD ALTAFIUMARA LA DUE GIORNI NO-STOP DEDICATA ALL´AMBIENTE

 
   
  Reggio Calabria, 12 novembre 2007 - Si è conclusa con la biodiversità montana la due giorni no-stop dedicata all´ambiente di Calabria che si è svolta ad Altafiumara nell´ambito della presentazione del Rapporto Ambiente 2007. I lavori pomeridiani, coordinati dal capo Ufficio stampa della Regione, Oldani Mesoraca, hanno visto la partecipazione del presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, Francesco Sulla del presidente del parco d´Aspromonte, Leo Autelitano e del Pollino, Domenico Pappaterra, il presidente di Federparchi, Matteo Fusilli e del dirigente generale della Direzione protezione della natura del Ministero dell´Ambiente, Aldo Cosentino. Tra i relatori anche Pietro Brandmayer, docente dell´Unical-dipartimento di ecologia. All´assessore Diego Tommasi il compito di concludere la due giorni ad Altafiumara che candida la Calabria ad ospitare la terza Conferenza nazionale sui Parchi. "La Calabria - ha detto Tommasi - con la sua estesa superficie di aree protette è il luogo naturale per ospitare un´iniziativa di tale portata che sarebbe anche un riconoscimento all´ impegno e alle risorse che abbiamo voluto impiegare per la gestione delle aree protette". Il riferimento è ai tanti percorsi intrapresi nelle aree protette della Calabria (la parchi card, il passaporto per i parchi, i tanti progetti sulla salvaguardia di specie animali, le nuove attività economiche nell´ambito della rete ecologica regionale, la sentieristica e gli itinerari naturalistici escursionistici) e all´iter di formazione di quattro nuovi parchi marini. Tommasi conferma ancora una volta la volontà forte di investire nelle risorse ambientali per produrre nuova economia, nuovo lavoro, nuova ricchezza. "Su questo percorso - ha concluso Tommasi - bisogna fare un ragionamento serio insieme perché è indispensabile che in questo progetto ognuno faccia la sua parte. I Parchi sono aree di rivitalizzazione della natura ma anche delle comunità che vi abitano". A fare gli onori di casa il dirigente generale del dipartimento Politiche dell´Ambiente della Regione Calabria, Giuseppe Graziano che ha illustrato il sistema delle aree protette in Calabria e "l´importanza di una programmazione che tenga conto della conservazione e della tutela delle risorse naturali e allo stesso tempo di uno sviluppo sostenibile delle comunità locali". "Le aree protette - ha detto Graziano - possono diventare uno strumento di riequilibrio economico e sociale, in quanto capaci di valorizzare realtà marginali". Per il presidente del parco d´Aspromponte "servono azioni mirate per la conservazione della biodiversità contro gli incendi, autentica minaccia di distruzioni di ecosistemi secolari. In particolare serve un intervento di pulizia dei boschi, delle piste di penetrazione per poter controllare con adeguatezza eventuali fenomeni di incendio. Tutto questo si potrebbe coniugare con la realizzazione di centrali a biomasse da impiegare per lo smaltimento della massa vegetale asportata dal sottobosco. Si riuscirebbe così a creare, nel contempo, energia, occupazione e salvaguardia ambientale". "Una due giorni che rappresenta una bella pagina di storia del governo regionale", ha dichiarato il presidente del parco del Pollino, Domenico Pappaterra che ha anche posto l´accento sulle "profonde novità emerse durante i dibattiti dedicati alla biodiversità marina e montana". E parlando specificatamente degli ecosistemi del Pollino, Pappaterra ha detto che "non è uno slogan dire che il Pollino è un ambiente speciale e fascinoso, tra i parchi più ricercati del mondo". I parchi sono anche una "sintesi dello stato di conservazione degli ecosistemi terrestri che evidenzi soprattutto i cambiamenti climatici globali". Così il prof, Brandmayer che nella sua relazione ha posto in evidenza come "il riscaldamento climatico può mettere a rischio i futuri servizi offerti dalla biodiversità, l´estinzione di specie, l´inaridimento di suoli ed ecosistemi che procede al ritmo di 100- 200 metri di risalita in altitudine. " Secondo il docente Unical "sono necessari monitoraggi e ricerche continue, cioè più risorse per fronteggiare lo spopolamento della montagna ed il rischio crescente di incendi". .  
   
 

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