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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
 
   
  UE: OBIETTIVO 2009

 
   
   Roma, 27 giugno 2006 - Il Consiglio europeo del 15 e 16 giugno si è concluso con l´adozione di una serie di impegni che i capi di Stato e di governo hanno assegnato sopratutto a se stessi ed ai governi da loro presieduti. A questi impegni si aggiungono alcuni importanti compiti assegnati alla Commissione, che riguardano in particolare la capacità di integrazione dell´Unione europea in vista dei negoziati di adesione con i paesi candidati [per ora Turchia, Croazia e Macedonia ma in un prossimo futuro anche Bosnia-erzegovina, Serbia, Montenegro e Albania] ed i costi della mancata entrata in vigore delle riforme istituzionali previste dalla Costituzione europea. Come era già stato preannunciato alla vigilia del Consiglio europeo, i governi si sono dati due anni di tempo in più per affrontare e risolvere la questione dell´avvenire dell´Unione europea e della sua costituzione lasciando al prossimo presidente della Repubblica francese [che uscirà dalle urne delle elezioni dirette il 6 maggio 2007] il compito di ultimare i negoziati durante il semestre francese [1° luglio-31 dicembre 2008]. L´obiettivo ultimo è quello dell´entrata in vigore della costituzione europea per le prossime elezioni europee del giugno 2009 con una eventuale consultazione europea delle cittadini e dei cittadini dell´Unione attraverso il referendum richiesto dal Parlamento europeo ed inutilmente sollecitato a suo tempo dalla maggioranza dei membri della Convenzione europea. A metà del cammino è stata collocata una dichiarazione sui valori comuni che devono essere condivisi da tutti i paesi membri e da quelli che sono candidati ad entrare nell´Unione. Tale dichiarazione sarà adottata a Berlino il 25 marzo 2007, sotto presidenza tedesca ed in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma. Nel frattempo, l´auspicio del Consiglio europeo sta nel proseguimento delle procedure di ratifica della Costituzione europea che ha ottenuto l´accordo di dieci paesi membri ma che potrebbe essere adottata entro la fine dell´anno non solo dalla Finlandia ma anche dal Portogallo e dall’Irlanda. Ciò dimostra che la dichiarazione di morte presunta pronunziata da alcuni leader nazionali è stata perlomeno affrettata e che i governi intendono lavorare per salvaguardare gli elementi essenziali del testo firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Un buon segnale viene dai Paesi Bassi, dove la maggioranza delle forze politiche ha escluso il ricorso ad un nuovo referendum mentre in Francia i segnali lanciati dalle forze politiche sono ancora contradditori in particolare sul fronte del partito socialista, le cui divisioni interne hanno dato il maggiore contributo al "no" referendario del maggio 2005. Il Consiglio europeo ha accolto in sostanza l´approccio della Commissione che intende combinare gli impegni a favore della "Europa dei risultati" con il mantenimento dell´obiettivo dell´integrazione politica e della riforma delle istituzioni comuni. Fra i risultati più significativi sui quali la Commissione ha attirato l´attenzione dei governi vi è la libera circolazione di beni, servizi e persone; la trasparenza nelle decisioni del Consiglio; la semplificazione delle norme europee ma anche nazionali [il che vuol dire non solo la loro riduzione ma anche la loro redazione in un linguaggio più comprensibile; la realizzazione di una politica energetica comune e passi significativi in avanti in direzione di una politica europea dell´immigrazione. Su quest´ultimo punto hanno insistito in particolare i governi iberici anche in vista della Conferenza europea del 12 e 13 luglio. Si conferma così quel che alcuni dissero dopo i referendum in Francia e nei Paesi Bassi: i cittadini europei si sono espressi sul "contesto" [l´Europa dei risultati inadeguati] e non sul "testo" [la Costituzione europea] ed il loro consenso sul rafforzamento dell´integrazione politica sarà ottenuto solo attraverso il raggiungimento di risultati più tangibili nei settori in cui la presenza o l´assenza dell´Europa è più evidente. Nello stesso tempo, la Commissione ha confermato sia il suo impegno a favore della Costituzione europea sia l´azione che ha avviato per dare nuovi contenuti e nuovi strumenti alla politica di comunicazione dell´Unione europea così come previsto fra l´altro dal Libro bianco del 1° febbraio 2006. Poichè la Commissione ha preannunciato un prolungamento della consultazione avviata il 1° febbraio, pubblichiamo un contributo di critica e di riflessione del presidente della Fondazione Cittadinanza Attiva, Giovanni Moro, invitando lettrici e lettori ad esprimere le loro opinioni. Nel quadro delle riflessioni sulla politica di comunicazione dell´Unione europea, la Commissione ha deciso di facilitare l´organizzazione di alcuni "forum" europei di dialogo e dibattito nel prossimo autunno. Avrà luogo significativamente in Italia il Forum dedicato alla società civile con l´obiettivo principale di approfondire la riflessione sulla democrazia partecipativa, nella prospettiva di "stati generali della società civile" che potrebbero aver luogo - anche essi a Roma - in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma.
Pier Virgilio Dastoli
Direttore della Rappresentanza
italiana a Roma. .
 
   
 

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